![[Libri] "La cattedrale del mare" di Ildefonso Falcones, pag. 69 | #96 La-cattedrale-del-mare-Ildefonso-Falcones](https://3.bp.blogspot.com/-IbP5Rdn0K9A/WXgybsVlv1I/AAAAAAAAqjM/7n1csoxBKgsPrQIE9TfwpOCtMrKxuC21QCLcBGAs/s640/cattedrale-mare.jpg)
La cattedrale del mare, di Ildefonso Falcones, TEA, 2009. Barcellona, XIV secolo: fame, ingiustizie e tradimenti, commerci ignobili e indomabili passioni. Luci e ombre di un Medioevo di ineguagliabile fascino.
642 pagine | cartaceo 10,50€ | ebook 9,99€
“Questo non è un vero e proprio porto. Un porto deve essere riparato, protetto dal mare, mentre quello che dici tu…” Il precettore gesticolò verso il mare aperto che lambiva la spiaggia. “Ascoltate”, disse loro. “Barcellona è sempre stata una città di marinai. Una volta, tanto tempo fa, avevamo un porto, come tutte le città che ha appena citato vostro padre. In epoca romana, le navi si rifugiavano al riparo del mono Taber, più o meno laggiù,” e indicò l’interno della città, “ma poi la terra è avanzata e quell’approdo naturale è sparito anch’esso, e infine il porto di Giacomo I, al riparo di un’altra piccola insenatura naturale, il Puig de les Falsies. Sapete dov’è adesso, il Puig de les Falsies?”
I quattro si scambiarono una rapida occhiata e poi si girarono verso Grau che, con una smorfia furbesca, fingendo di non volersi far vedere dal precettore, indicò il terreno su cui si trovavano.
“Qui?” chiesero i bambini all’unisono.
“Sì,” rispose il precettore. “ci siamo sopra. È scomparso anche quello… E Barcellona è rimasta senza porto, ma all’epoca ormai eravamo marinai, i migliori, e lo siamo ancora, anche senza… un porto.”
“Allora,” intervenne Margarida, “che importanza ha?”
“Questo te lo potrà spiegare meglio tuo padre,” rispose il precettore mentre Grau annuiva.
“Ne ha tanta, tantissima, Margarida. Vedi quella nave?” disse indicando una galera circondata da tante piccole imbarcazioni. “Se avessimo un porto con i suoi moli, quella nave potrebbe scaricare sulle banchine, senza bisogno di tutti quei barcaioli che raccolgono la mercanzia. Inoltre, se adesso scoppiasse un temporale, sarebbe in grave pericolo, dal momento che non sta navigando ed è vicinissima alla spiaggia, e dunque dovrebbe lasciare Barcellona.”
“Perché?” insistette la ragazza.
“Perché lì dov’è non potrebbe affrontare la burrasca e rischierebbe di naufragare. Tanto che secondo le Ordinanze della Marina della Riva di Barcellona è tenuta, in caso di tempesta, ad andarsi a rifugiare nel porto di Salou o di Terragona.”
“Non abbiamo un vero porto,” si lamentò Guinamon, come se si trattasse di un grave difetto personale.
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