La casa degli spiriti, di Isabel Allende, Feltrinelli, 2012. In uno scenario politicamente instabile del Cile si sviluppano le storie di tre generazioni.
Un romanzo di cui si è parlato molto e da cui è stato tratto anche un famoso film non lascia molte cose da dire anche se, alla fine, ogni lettore può trarre le sue conclusioni personali, non solo in base ai propri gusti, ma anche allo stato d'animo o alla realtà contingente del periodo in cui l'ha letto. Forse è proprio partendo da queste considerazioni che potrei motivare la mia mancanza di entusiasmo per “La casa degli spiriti”, disallineandomi dal comune sentire che lo considera un capolavoro.
Si dà il caso che sia il terzo libro di Isabel Allende che leggo di fila dopo averla conosciuta con il suo “Paula” (Gli Scrittori della Porta Accanto - Recensione) ed essermi innamorata della sobrietà del suo stile e della sua coinvolgente narrazione. Avevo deciso di leggere tutti i suoi libri e così sono passata al secondo, che avevo in casa chissà da quanto tempo e che non ero mai stata particolarmente motivata a scoprire. “D'amore e ombra” (Gli Scrittori della Porta Accanto - Recensione) l'ho apprezzato molto, anche se il genere diaristico-intimistico del primo, che è riuscito a strapparmi più di qualche lacrima, rimane il mio preferito.
Si dà il caso che sia il terzo libro di Isabel Allende che leggo di fila dopo averla conosciuta con il suo “Paula” (Gli Scrittori della Porta Accanto - Recensione) ed essermi innamorata della sobrietà del suo stile e della sua coinvolgente narrazione. Avevo deciso di leggere tutti i suoi libri e così sono passata al secondo, che avevo in casa chissà da quanto tempo e che non ero mai stata particolarmente motivata a scoprire. “D'amore e ombra” (Gli Scrittori della Porta Accanto - Recensione) l'ho apprezzato molto, anche se il genere diaristico-intimistico del primo, che è riuscito a strapparmi più di qualche lacrima, rimane il mio preferito.
Dopo aver letto “La casa degli spiriti” posso affermare che il mio fervore verso questa autrice si è un pochino affievolito e che prima di approdare a una sua nuova opera dovrà trascorrere un bel lasso di tempo. È indubbio che chiunque abbia vissuto l'esperienza del golpe Cileno ne sia rimasto segnato, così come può essere del tutto significativo avere avuto a che fare con esperienze paranormali, ma trovare in tutti e tre i suoi romanzi questi stessi argomenti ricorrenti, mi ha fatto provare quella sensazione di “déjà vu” che alla fine mi ha demotivata.
Detto questo, non posso negare che il romanzo sia scritto bene, che presenti una trama complessa ma ben sviluppata e intrigante e che i personaggi siano vividamente descritti tanto da farceli sentire in contatto.
Ho trovato decisamente particolare il fatto, e in tutta sincerità non mi so spiegare questa scelta, che per la maggior parte della storia, la voce narrante sia stata assegnata a Esteban Trueba, una delle figure maschili più deplorevoli e odiose che abbia mai incontrato in letteratura. Un uomo egoista, arrogante, collerico, violento, ingrato, privo di ogni tipo di sensibilità, che si è macchiato di abominevoli crimini di violenza sulle donne. Allende lo ha voluto riscattare verso la fine quando, oramai indebolito dalla vecchiaia, dalla solitudine e dalla presa di coscienza di avere appoggiato politicamente dei criminali, si rende conto che tutto il suo potere non vale nulla e che l'unica vera ricchezza sono gli affetti famigliari.
Ho trovato decisamente particolare il fatto, e in tutta sincerità non mi so spiegare questa scelta, che per la maggior parte della storia, la voce narrante sia stata assegnata a Esteban Trueba, una delle figure maschili più deplorevoli e odiose che abbia mai incontrato in letteratura. Un uomo egoista, arrogante, collerico, violento, ingrato, privo di ogni tipo di sensibilità, che si è macchiato di abominevoli crimini di violenza sulle donne. Allende lo ha voluto riscattare verso la fine quando, oramai indebolito dalla vecchiaia, dalla solitudine e dalla presa di coscienza di avere appoggiato politicamente dei criminali, si rende conto che tutto il suo potere non vale nulla e che l'unica vera ricchezza sono gli affetti famigliari.
Una grande rilevanza è stata data alle donne.
Tutte loro, in questo romanzo, hanno almeno una particolarità che le rende speciali, tutte, anche se dimostrata in forma diversa, dispongono di una grande forza di carattere, di uno stoicismo unico.Férula, la sorella di Esteban, sentendosi caricata di una missione divina che la predestina alla carità cristiana, sacrifica i migliori anni della sua vita a curare la madre inferma e i bisognosi della sua parrocchia. Dopo la morte della genitrice, si dedica alla cognata con la stessa dedizione, rinunciando per sempre alla propria realizzazione.
Clara, la cognata di Férula e moglie di Esteban, è dotata di facoltà paranormali (un po' troppo esagerate per i miei gusti) ed è costantemente in equilibrio tra il reale e il presagio, tra il presente il passato e il futuro e, forse per tale motivo, non si rende pienamente conto delle prepotenze del marito, salvo poi reagire togliendogli per sempre la parola alla sua prima e unica percossa.
Blanca, la figlia di Clara, intreccia una storia d'amore con un servo del padre che, per giunta, diventerà un guerrigliero della rivoluzione e dunque un suo odiato antagonista politico, sfidando le sue pericolose ire.
Alba, la figlia di Blanca, come proseguisse il destino della madre, si innamora perdutamente di un altro nemico del nonno, questa volta si tratta di un fervido oppositore del regime dittatoriale che nel frattempo è venuto ad instaurarsi. Tra tutte e tre le donne della saga è quella che deve affrontare le prove più dure, ma sarà l'unica ad assistere alla redenzione del vecchio Esteban Trueba.
Dunque, anche l'amore ha una parte molto rilevante in questo romanzo. L'amore inteso nella sua più classica accezione, cioè quello tra due persone pronte a sfidare ogni avversità pur di stare uniti, ma anche quello per il proprio paese e per la giustizia.
E tra le righe, ma non troppo celato, traspare il messaggio che l'equità non si può mai ottenere con il sopruso e la violenza.
La casa degli spiriti
Una saga familiare del nostro secolo in cui si rispecchiano la storia e il destino di tutto un popolo, quello cileno, nei racconti delle donne di una importante e stravagante famiglia.
Un grande affresco che per fascino ed emozione può ricordare al lettore, nell'ambito della narrativa sudamericana, soltanto "Cent'anni di solitudine" di García Márquez.
È il primo romanzo di Isabel Allende, pubblicato a Buenos Aires nel 1982 e tradotto e pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 1983. È anche considerato come il terzo volume di un'ideale trilogia formata da altri due romanzi, scritti però successivamente: La figlia della fortuna e Ritratto in seppia.
Un grande affresco che per fascino ed emozione può ricordare al lettore, nell'ambito della narrativa sudamericana, soltanto "Cent'anni di solitudine" di García Márquez.
È il primo romanzo di Isabel Allende, pubblicato a Buenos Aires nel 1982 e tradotto e pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 1983. È anche considerato come il terzo volume di un'ideale trilogia formata da altri due romanzi, scritti però successivamente: La figlia della fortuna e Ritratto in seppia.
di Isabel Allende | Feltrinelli | Narrativa contemporanea
ISBN 978-8807880278 | cartaceo 8,42€ | ebook 6,99€
** Al primo commento, in regalo una copia del romanzo, ristampa 1996 **
Ornella Nalon I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie. “Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore “Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni “Ad ali spiegate”, Edizioni Montag “Non tutto è come sembra”, 0111 Edizioni. Una luce sul futuro, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto. |
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Sono sempre con noi, basta sentirli!! Recensione coinvolgente
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