Gli scrittori della porta accanto

[Libri] Luca Bonaffini presenta: Eterni secondi, nell'intervista di Silvia Pattarini

Libri - Luca Bonaffini presenta: Eterni secondi - intervista

In anteprima Eterni secondi, di Luca Bonaffini, Gilgamesh Edizioni 2017. Un romanzo a tre tempi, ispirato ai lungometraggi a episodi degli anni '70, un tributo alla memoria di Pierangelo Bertoli, nel giorno del quindicesimo anniversario dalla sua scomparsa.



Eterni secondi

Eterni secondi

di Luca Bonaffini
Gilgamesh Edizioni
Narrativa
ISBN 978-8868672607
cartaceo 15,00  €

“Eterni secondi” è un romanzo a tre tempi, ingannevole e mutante, strutturato come un lungometraggio a episodi degli anni ’70 e avente come filo conduttore il tempo e le sue avversità numeriche. Secondi si nasce, non si diventa e lo si resta per l’eternità, con tutti i vantaggi che offre la posizione “non illuminata” del non essere mai tra i primi.
“Cattivi romantici”, “L’internauta”, “La notte in cui spuntò la luna dal monte” – scritti tra il 2011 e il 2017 – sono tre facce dello stesso orologio. Tre racconti apparentemente lontani, ma in realtà accomunati da quel romanticismo maldestro tipico della scrittura bonaffiniana e dei suoi personaggi spesso teneri, fastidiosi e surreali, che ritraggono le fragilità, la tenerezza e il cinismo della società contemporanea. E per un mantovano doc, gastronomicamente parlando, i “primi” di solito fanno la differenza…
Luca Bonaffini è nato a Mantova nel 1962. Compositore di musiche e autore di testi per canzoni, ha realizzato dodici album come cantautore e si è affermato intorno alla fine degli anni ‘80 come collaboratore fisso di Pierangelo Bertoli. Altri suoi brani sono stati interpretati da Patrizia Bulgari, Flavio Oreglio, Sergio Sgrilli, Fabio Concato, Nek, Claudio Lolli e ha scritto testi teatrali insieme a Enrico Ruggeri e Dario Gay. Nel 2015 Mario Bonanno ha pubblicato un libro-intervista dedicato ai suoi trent'anni di carriera, intitolato "La protesta e l'amore. Conversazioni con Luca Bonaffini" (Gilgamesh editrice)". Insegna Storia della Popular Song presso Musica Insieme di Mantova e tiene seminari di alta formazione internazionale presso la Hope Music School.


L'autore racconta


Buongiorno Luca e benvenuto, è un vero piacere ospitarti nella nostra web magazine culturale “Gli scrittori della porta accanto – non solo libri”. Sei un artista poliedrico, un vero creativo: spazi dalla musica, al teatro, alla letteratura con una certa disinvoltura. Come riesci a coniugare tutto questo? Qual è l'ambito artistico che ritieni ti rappresenti al meglio?
Diciamo che più che l’ambito artistico è il linguaggio, quello che ho scelto da ragazzo, esattamente 40 anni fa nel 1977: il linguaggio della “canzone”. La musica e le parole sono sempre state necessarie a dare vita a quello strumento che, da adolescente, rispondeva alla mie domande e alle mie urgenze di “piccolo esistenzialista”. Come Isabella d’Este sosteneva, la musica è completamento della parola e viceversa. Poi, grazie della “certa disinvoltura”, ma non è tutto così semplice come appare…

Pierangelo Bertoli durante un'esibizionePartiamo dalla musica. Ti sei affermato negli anni ‘80 collaborando assiduamente con il grande Pierangelo Bertoli. Come lo ricordi quel periodo?
Come si ricorda il primo vero amore. La canzone ha conosciuto i vinili, le radio libere e i cantautori, prima italiani, poi internazionali e io, nei miei sogni e progetti ideali, volevo diventare “cantautore di professione”. Bertoli, nel 1983, fu l’unico a prendermi sul serio anche se con beneficio di gavetta. Un bel periodo, ricco di aspettative e fantasticherie, in cui però la tensione vinceva sempre su qualunque delusione,

Ci puoi raccontare un aneddoto sul tuo sodalizio artistico con il compianto cantastorie?
Bè, quello più divertente e imbarazzante che mi passa per la mente è legato al primo viaggio in Sardegna. Arrivati solo io a Linate, parcheggiamo per alcuni giorni l’automobile all’interno dell’aeroporto. Era il 1990 e tornati, trovammo la batteria scarica: avevo lasciato, dato che in quel caso aveva coraggiosamente ceduto la guida al sottoscritto, le luci accese e la batteria si era scaricata. Un bel casino, dato che l’accompagnatore ero io e quello disabile, in teoria, lui. Risolta la cosa, preferì guidare quasi sempre lui!

Divertente ^_^ 
Sei armonicista e chitarrista acustico, cantautore, compositore di musiche e autore di testi di tantissimi brani, alcuni dei quali sono stati interpretati da importanti artisti, tra cui Fabio Concato, Nek, Sergio Sgrilli, tanto per citarne alcuni. Ci nomini un paio di titoli di canzoni da te interpretate e un altro paio di quelle che hai solo scritto, cui sei più affezionato?
“Chiama piano” (Nek, Sgrilli, Concato e Bertoli), “Dal vero” (Bertoli), “Free Time” (Patrizia Bulgari) “la letteratura” (Flavio Oreglio). Le mie da me? Le prossime!

Per il teatro hai scritto alcuni testi anche collaborando con Enrico Ruggeri e Dario Gay. Con quale dei due ti sei trovato più in sintonia? Chi dei due è il più simpatico? Quale il più imprevedibile?

Entrambi simpatici e imprevedibili. Sintonia con entrambi. La differenza è che con Dario sono anche molto amico, mentre Enrico – che mi ha fatto conoscere lui (anche se ci eravamo incrociati al tempo della CGD negli anni ’80) è uno stimatissimo collega. Quel lavoro è nato prima dell’approvazione della Legge su Diritti Civili e tratta il tema dell’omosessualità e dell’omofobia. Oggi pare arrivato dopo, invece eravamo appena appena un po’ avanti…

Ora passiamo ai tuoi libri. Ci ricordi i titoli delle tue precedenti pubblicazioni?
Non è importante. Scrivo da quando ho 12 anni e cominciato a pubblicare quasi 40 anni dopo. Non è stato facile scrivere da adulti quello che hai macinato dentro fin da bambino. Considero “Eterni secondi” la mia opera prima di debutto, il resto sono solo degli esercizi di scrittura.

Sei troppo modesto! Eterni secondi, da cosa è stato ispirato questo romanzo? E da cosa deriva il suo titolo?
Il romanzo è un insieme di tre racconti, o romanzi brevi, che hanno lo stesso filo conduttore: il tempo. Una sera di febbraio, un assolato giorno d’agosto, una notte di gennaio. Tutti i tre i fatti, accadono nel giro di poche ore; che però, restano attimi indimenticabili, stampati nell’eternità. “Eterni secondi” siamo anche noi, posizionati mai al primo posto, ma nemmeno all’ultimo. Lì, insomma. Mediani come direbbe Ligabue, ma a volte mediocri.

E.M. Cioran affermava: “I libri andrebbero scritti unicamente per dire cose che non si oserebbe confidare a nessuno.” Ti risulta di avere scritto qualche "confidenza" in Eterni Secondi? Ci anticipi qualche indiscrezione sulla trama, quanto basta per incuriosire il lettore?
Non saprei e non ricordo, non sono certo “Le confessioni di Sant’Agostino”. Indiscrezione, no. Curiosità, forse. Nel primo racconto-romanzo breve è azzardata, tra le righe, la tesi che il 1978 sia stato l’inizio della fine di un genere, quello della canzone ideologica nonché impegnata, che in odor di anni ’80 era già ritornata all’ovile del pop rinnegato e contestato. Niente di male ma, come dice uno dei protagonisti, perché vendere “pistacchi per smeraldi”?

I luoghi del romanzo: dov’è ambientato?
I primi due racconti a Milano, il terzo a Sassuolo.

Qualcuno ha affermato che lo scrittore è un “ladro di vite”. Per creare i tuoi personaggi hai “rubato” la vita a persone di tua conoscenza, oltre a quella nota di Bertoli? Quanto c'è di autobiografico e quanto di romanzato?
Rubo soprattutto dalla mia, ma ho abbastanza fantasia da raccontarla come se fossero tante vite. C’è un po’ di me in tutti, anche nei personaggi antipodici.

Un proverbio svedese cita: “In un buon libro la cosa migliore è fra le righe”. Ci puoi lasciare un breve stralcio tratto da Eterni secondi, in cui ritieni ci possa essere qualcosa da scoprire tra le righe?

La frase che apre il primo racconto cita:
Resistere alla galera è un'impresa davvero difficile, ma sopravvivere alla libertà è praticamente impossibile.
Credo faccia riflettere a sufficienza.

Il tuo romanzo si fa portavoce di qualche messaggio particolare, o si propone esclusivamente di intrattenere il lettore?
C’è sempre un messaggio quando si scrive, anche quando si tratta di barzellette o del tanto deriso “Ballo del Qua Qua”. Ce ne sono tanti, forse troppi. Ma quello che mi preme è comunicare che l’idea di bellezza, non deve mai passare in secondo piano. Essere secondi o penultimi, non importa: quello che conta è rivestire di eternità gli attimi che, oltre a fuggire, ci danno anche pennelli e tele per aiutarci non morire mai.

In un tweet Bermat ha scritto: “I libri non verranno uccisi dagli ebook, ma da quelli che comprano solo titoli presenti nei primi 10 posti della classifica”. Che ne pensi al riguardo e com’è il tuo rapporto con gli ebook?
Buono. E’ un modo alternativo di sconfiggere l’ignoranza e l’indifferenza. Altrimenti saremmo ancora fermi agli Amanuensi, non credi?

Assolutamente sì. Ramon Eder afferma: “Quando un libro ci fa sorridere questo libro vale più di ciò che costa”. Sei d’accordo con questa affermazione? Ti è capitato di pensare la stessa cosa leggendo un libro particolarmente divertente? Tu che tipo di scrittura hai: seriosa oppure ironica?
Entrambe, almeno così dicono i miei lettori. A me piace leggere, appunto, le cose belle. Poesie struggenti, ma anche parodie umoristiche. Qualunque libro vale più di quello che costa.

Ci sveli qualche progetto per il futuro: nuovi lavori in corso, ambizioni o novità ?
Intanto mi occupo di promuovere e di divulgare il mio nuovo libro. Poi, chi, o sa. Non mi dispiacerebbe tornare in studio per realizzare un nuovo album, ma ho più idee che mezzi, quindi si vedrà.

Sei in buona compagnia, anche noi abbiamo più idee che mezzi. Grazie Luca per essere stato con noi e in bocca al lupo per il tuo lavoro, per il tuo libro e per le nuove creazioni che vorrai lasciare al tuo affezionato pubblico.
Grazie a te.

Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.


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