Di Angelo Gavagnin. L'ipotesi evoluzionista di Darwin: dal brodo primordiale all'Homo Sapiens... all'Homo Techno. Basta non scadere nell'Homo Ridicolous.
Da dove inizia la vita e dove inizia l’umanità, in particolare, non ci è dato sapere.
Le due ipotesi più gettonate sono quella religiosa, creazionista, e quella Darwiniana, evoluzionista. La prima suppone che Dio abbia creato l’uomo già formato, più o meno così com’è ora; la seconda afferma che la vita inizia dentro un brodo primordiale e pian piano col passare dei millenni arriva l’uomo: all’inizio era una specie di scimmia ignorante e violenta (alcuni uomini sono rimasti così anche attualmente), si muoveva su quattro zampe poi piano piano si è alzato, si è tagliato buona parte dei peli superflui, anche se non ha ancora imparato che non si picchia la propria donna, tantomeno l’ammazzi.
Insomma la famosa immagine dell’evoluzione che tutti conosciamo: le sei figure che terminano con l’Homo Sapiens.
Con il passare del tempo arrivarono le prime grandi scoperte: il fuoco, il ferro, la ruota, ad ogni scoperta è corrisposto un salto evolutivo importante anche se all’inizio molto lento, Ci volevano secoli per far conoscere una scoperta alle varie popolazioni del pianeta ma ogni volta l’evoluzione dell’uomo diventava sempre più veloce fino ad arrivare ai giorni nostri. Pensate all’impatto della televisione, immagini e notizie in tutto il pianeta, politica, guerre, innovazioni, successi dell’umanità, tutto spiattellato in video da Bruno Vespa.
Impatto fortissimo e velocissimo sull’evoluzione umana.
Saltiamo tutto il resto, che tutti sappiamo, e arriviamo al computer: scriviamo una lettera che parte e arriva in pochi minuti con l’uso dei primi modem e del fax. Triplo salto mortale in avanti: la rete, tutto il mondo connesso “H24” come si dice ora, notizie ad ogni secondo, scrivo una lettera e quando metto il punto finale è già arrivata a destinazione dall’altra parte del mondo con un click.
Tutto questo ci ha cambiati? Certo che sì!
Siamo ancora gli umani di una volta? Certo che no!
Sappiamo molte cose, forse possiamo dire che sappiamo tutto perché basta andare in rete e abbiamo a disposizione tutte le conoscenze che ci servono e anche di più: tutto su ogni argomento.
Anzi non serve più nemmeno andare a casa per informarci non serve aprire nessun libro e nemmeno accendere il PC, abbiamo tutto in tasca sul nostro smartphone che diventerà presto un paio di occhiali che non toglieremo più perché ci fanno comodo, ci dicono dov’è la buca che dobbiamo evitare quando camminiamo e ci dicono l’indirizzo dove stiamo andando e a che velocità, quanti passi stiamo facendo e tutto, tutto, tutto!
Ma poi perché muovere le gambe visto che adesso ci si può spostare con divertimento salendo su un bel hoverboard skate pieno di lucette colorate e che ci porta in giro per tutta la città.
Ecco cari amici, abbiamo visualizzato la settima figura del disegnetto darwiniano, dopo l’Homo Sapiens sta arrivando a tutta velocità l’Homo Techno che nascerà con google incorporato nella retina e hoverboard skate al posto dei piedi.
Quest’uomo nuovo è già presente, guardatevi intorno siamo tutti perennemente collegati e attenti più alle notizie dall’Uganda che a ciò che abbiamo nel piatto mentre mangiamo.
Per ora le macchine sono staccate da noi ma ci stanno penetrando, manca molto poco e l’evoluzione sarà compiuta.
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L’Homo Techno, questa è l’evoluzione della specie, io non la vedrò ma arriverà velocissima.
Intendiamoci non sto parlando di un robot ma dell’Homo Techno: una simbiosi tra umano e macchina con enormi possibilità sia fisiche che intellettuali.
Le macchine hanno ancora un piccolo limite perché dobbiamo caricarle di energia e se vogliamo possiamo staccare la spina e le blocchiamo, ma per la nostra comodità ci stiamo convincendo che è meglio metterle tutte in condizione di autosufficienza, farle ricaricare automaticamente con il sole, con la luce, il passo successivo sarà che le caricheremo noi con la nostra energia vitale, camminando, respirando, a questo punto non avranno più bisogno di noi perché saranno noi.
Dimenticavo un altro particolare di cui ogni nuovo umano sarà dotato: una specie di cordone ombelicale di circa un metro e mezzo che finisce con un cane. E più guardo quest'uomo Techno correre veloce con le ruote ai piedi, concentrato su google e col cane incorporato, più mi viene tanta voglia di cambiargli il nome e lo prendo in prestito da Harry Potter: lo chiamerò Homo Ridicolous.
Angelo Gavagnin |
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