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Morto Stalin se ne fa un altro: la recensione

Morto Stalin se ne  fa un altro: la recensione - Cinema

Cinema | Di Beatrice Rurini. Morto Stalin se ne fa un altro, il secondo lungometraggio di Armando Iannucci. Nata da una graphic novel francese, una commedia sul regime sovietico dopo la morte di Stalin.

Non ho mai recensito un film, questa è una mia prima volta. Ho scelto questa pellicola sulla scia dei trailer proposti dalla casa cinematografia e ne sono rimasta affascinata, conquistata e positivamente impressionata.
Intanto la storia: sono i giorni che seguono il malore che ha colpito e ucciso Stalin, nella sua dacia, nella Russia delle delazioni e delle liste di proscrizione, dove solo una parola o un'azione bastava (ed avanzava) per venire brutalmente eliminati. In questo contesto i medici sono i primi a essere rinchiusi e alienati dagli ospedali e dagli studi medici. Tanto che, mentre Stalin è moribondo sul suo letto, il gruppo ristretto dei segretari di partito cerca invano qualcuno che possa prestare le cure adeguate.
Si forma così un buco burocratico attorno alla vicenda dove tutti dicono come si dovrebbe agire ma nessuno praticamente applica i parametri di partito, e le situazioni paradossali si creano diventando (create ad arte) tragicomiche.


Morto Stalin se ne fa un altro



Morto Stalin se ne fa un altro

REGIA Armando Iannucci
PRODUZIONE Yann Zenou, Laurent Zeitoun, Nicolas Duval Adassovsky, Kevin Loade
DISTRIBUZIONE I Wonder Pictures
SCENEGGIATURA Armando Iannucci, David Schneider, Ian Martin, Peter Fellows
FOTOGRAFIA Zac Nicholson
ANNO 2018

CAST
Steve Buscemi, Simon Russell Beale, Paddy Considine, Michael Palin, Jeffrey Tambor, Jason Isaacs, Rupert Friend, Olga Kurylenko, Andrea Riseborough, Paul Whitehouse, Paul Chahidi, Adrian McLoughlini





Nato da una graphic novel francese, viene abilmente interpretato da un gruppo di attori di ottima qualità, che riescono a mettere in evidenza le mancanze dei personaggi che interpretano.
La fotografia è ottima, le ambientazioni coerenti e non scappa qualche risata sui costumi utilizzati.
Il regista Armando Iannucci parte già col piede nella scarpa giusta, poiché in Inghilterra aveva già girato delle serie televisive di carattere comico, ironico e satirico sui retroscena prima del governo inglese e poi sul rapporto Inghilterra - Usa (The Thick Of It e Veep).
Il divertimento c'è, una buona dose di ragionamenti vengono attivati, la pellicola è da vedere, anche se lascia parecchio a desiderare la distribuzione.





Beatrice-rurini

Beatrice Rurini
Sono appassionata di lettura e musica sin da piccola. Ho conseguito la maturità magistrale (senza insegnare), studiato pianoforte e violoncello. Lavoro come restauratrice d'arte. Sono sposata con prole e, soffrendo d'insonnia, mi appoggio alla lettura per evitare di stare con le mani in mano.


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