Gli scrittori della porta accanto

Dottor Marx, di Carlo Maria Steiner

Dottor Marx, di Carlo Maria Steiner

Libri Recensione di Davide Dotto Dottor Marx. Storia di un umanista alle soglie del diluvio digitale, di Carlo Maria Steiner, Felix Krull, presentato al Premio Strega 2018. Parentesi provvidenzialmente aperte e chiuse su un pericoloso abisso, il peso della sconfitta esistenziale, un prototipo di umanità figlia dell' universo digitale.

… se, per magia, quei pittori, compositori e poeti fossero ritornati in vita, non poteva fare a meno di rabbrividire. Privi d'ogni sostegno morale da parte del pubblico e addirittura della materia prima cui ispirarsi per dar forma a qualcosa che si potesse chiamare Arte, avrebbero trascinato sconvolti e sfuggenti le loro esistenze in solitudine, mentre il mondo intorno sarebbe stato tutto in movimento e nessuno avrebbe preso nota di loro...
Il romanzo (presentato al Premio Strega 2018) ruota intorno al protagonista che gli dà titolo, il dottor Marx, un colosso di centoventi chili, dalla capigliatura scomposta e dalla lunghissima barba. Svolge l’attività di psicoterapeuta nello studio allestito in una casetta di legno che una volta fungeva da rimessa per gli attrezzi da giardinaggio nonché ricovero invernale di piante sensibili al gelo. Il suo compito è lenire i malesseri dei suoi pazienti, sciogliere lo scompiglio dell’anima riportando l’armonia. Il metodo è quello usuale, intervallato da imponderabili pause di riflessione.

Due i punti di vista. Oltre il dottor Marx c’è Minzel, la gatta che partecipa alle alterne vicende del suo attuale padrone. 

Ha imparato il linguaggio degli uomini, a condividerne e comprenderne il pensiero, persino a leggere, contribuendo ad accentuare il timbro irreale che avvolge la storia, quasi a voler smentire, col suo sguardo profondo, l’approccio scientifico da cui il protagonista è partito nel dar corpo alle sue considerazioni; un pretesto narrativo inserito per indirizzare il lettore e convincerlo che si è lontani da un saggio di psicanalisi. Ben diverse porte vengono spalancate durante la narrazione.
Il dottor Marx e Minzel esprimono due tipi di saggezza, l’una non sa a quale santo votarsi, la seconda è silenziosa e vigile, affine a quella della madre di lui. Da una parte, insomma, un pensiero moderno che si perde nelle proprie analisi, sezionando e dissezionando senza scovare nulla (quello dei padri, dei confessori, degli scienziati); dall’altra la prudenza antica che racchiude il suo nucleo di verità nella sintesi che semplifica cogliendo, spesso, nel segno:
si può non essere istruiti ed essere perfino poverissimi, ma avere cultura. Chi però ne è sprovvisto, è destinato a finire completamente alla mercé della follia del nostro tempo.
Che sia questo ad aprire gli occhi al dottor Marx? Essere dotato di una buona cultura, invero, può significare possedere una moneta fuori corso. Proprio grazie a essa capirà di non avere vie di scampo. Si scopre malato quanto i pazienti affidati alle sue cure. Anzi, lo è di più, imprigionato in una realtà dalla quale sembra impossibile uscire.

Il grado di consapevolezza ricevuta, quella dell’uomo di scienza, lo condanna senz’appello alcuno. Viene meno l’identità consueta ma non ne scorge un’altra, e comunque non solida a sufficienza da tenerla insieme, se non andando a caccia di illusioni

Il peso della sconfitta esistenziale è enorme. A difettare non è neppure una pretesa capacità di adattamento: cioè rispondere a un mondo che, trasformandosi troppo in fretta, trasborda continuamente dai suoi inconsistenti limiti, producendo disorientamento e malessere. I sintomi sono chiari: l’ansia, la mancanza di controllo, l’odio irrazionale verso qualunque ostacolo.
Emerge a poco a poco un sottobosco umano differente da quello tradizionale. Ha preso piede un prototipo di umanità sbeccata alla radice, figlia dell' universo digitale. I rapporti interpersonali, il Bene e il Male, l’estenuante ricerca di punti fermi non producono efficaci antidoti all'incalzante caos. Non tengono più i concetti generali, le spiegazioni razionali. Predomina su tutta la linea la dissonanza (non creatrice), la discordanza. Il dottor Marx tenta nuove strade per recuperare, almeno per sé, quanto altri hanno irrimediabilmente perduto.
Quando si sa quello che si vuole e ci si attiene alle regole del gioco, fila veramente tutto liscio.
Ma ciò non basta. Si tratta di parentesi provvidenzialmente aperte e chiuse su un pericoloso abisso, lo stesso - in fondo - nel quale è precipitato Friedrich Nietzsche.


Dottor Marx Storia di un umanista alle soglie del diluvio digitale

Dottor Marx
Storia di un umanista alle soglie del diluvio digitale

di Carlo Maria Steiner
Felix Krull
Narrativa
ISBN 978-3939901211
Cartaceo: 17,56

Sinossi
"Gottfried vide sorgere il sole. Il cielo era diafano e, nel rugiadoso silenzio dell'alba, i netti contorni degli alberi e delle case gli apparvero più familiari e cari che mai. Avrebbe voluto scendere giù per vedere quelle cose da vicino, per toccarle. Avrebbe voluto immergersi nel suo mondo... Nessuno glielo impediva. Gli mancava solo la forza. Senza la quale ogni movimento è impossibile. E quella forza, lo sentiva, non sarebbe più tornata. Un'opaca voce interiore cercava di convincerlo a ribellarsi e a difendere l'intimità della sua casa; un'altra voce, molto più credibile, gli diceva invece che era impotente, che il rispetto e il pudore non erano più virtù correnti e che tutti avevano il diritto di penetrare in quello che era il suo santuario. Affiorò in lui una tristezza infinita. Se ne stava ancora, irrigidito, davanti alla finestra della cucina. Fissava annientato la dissoluzione del suo unico rifugio. E tremava di freddo."

Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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