Gli scrittori della porta accanto

Noi e il Sessantotto, a cura di Tiziana Viganò

Noi e il Sessantotto, a cura di Tiziana Viganò - Recensione

Libri Recensione di Angelo Gavagnin. Noi e il Sessantotto, a cura di Tiziana Viganò, Pietro Macchione Editore, 2018. I ricordi, le emozioni, le speranze di un piccolo gruppo di amici scrittori, uno sguardo sul passato per capire meglio il presente.

L’antologia curata da Tiziana Viganò Noi e il Sessantotto, è uscita il 17 maggio presso l’editore Macchione per il cinquantesimo anniversario.
Con lo sguardo e le parole di dodici scrittori che raccontano le loro storie di ragazzi e ragazze nel pieno della rivoluzione culturale e di tre giovani autori che guardano al passato con le esperienze di oggi. Nel libro troverete anche il contributo del sempre vostro Angelo Gavagnin con il brano “Ci sentivamo più grandi della nostra età”. Da non perdere per comprendere meglio quegli anni bellissimi e terribili.
È arrivato maggio e non si parla d'altro, sembra che ci siano passati tutti, grandi e piccini, ognuno aveva nel Sessantotto almeno diciotto anni, magie di un anno davvero speciale! Tutti raccontano aneddoti e, se andiamo davvero a sbirciare i dati, alcuni hanno subito cariche della polizia direttamente in carrozzina mentre succhiavano il biberon, che simpatici…
La cosa è però comprensibile, perché il Sessantotto ci ha davvero coinvolti: la realtà è che tutti sentiamo la grandezza di un anno così determinante e tutti avremmo voluto essere presenti. E così abbiamo deciso di esserci stati, veramente o per finta.

Prima del Sessantotto i ragazzini andavano a scuola vestiti come dei piccoli adulti: pantaloni stirati, cravatta, camicia bianca, scarpe lucidate. Le ragazzine erano piccole mamme, separate dai maschietti, e guai a dire una brutta parola.

Il Sessantotto non è stato solo operai e studenti sulle barricate, ma anche discussioni in casa tra figli che reclamavano più libertà, che contestavano il genitore-padrone, padri esterrefatti che combattevano il potere fuori, nella società e si accorgevano di essere loro stessi contestati in casa, a tavola all'ora di cena, dai figli che li rimproveravano di essere comunisti nel loro posto di lavoro e poi reazionari nel privato, con moglie e figli.
La politica sì! L'economia sì!
Ma oltre a questo c'era una gran voglia di libertà individuali, crescevano i capelli dei ragazzi e si accorciavano le gonne delle ragazze, proprio quelle che adesso sono nonne, così é la vita. Le sessantottine, guardando le loro nipotine, sanno che tutte le giuste libertà di cui godono sono anche frutto delle loro antiche lotte.
Da quell'anno magico partì l'epoca dei diritti, passando attraverso grandi tentativi di repressione, le Stragi di Stato che avrebbero rallentato, ma non sarebbero riuscite a fermare il Progresso, quello vero: che voleva dire lavorare meno ore guadagnando qualche soldo in più, andare in pensione a un'età che avrebbe lasciato ancora un po' di spazio alla vita.
Tutti semi che sarebbero maturati qualche anno dopo, infatti gli anni Ottanta furono il punto più alto della politica che guardava al mondo del lavoro: in Italia c'erano i sindacati più forti e il partito comunista più grande d'Europa.

Sono stati fatti degli errori? Sì!

Qualche eccesso di lassismo. Un esempio: a scuola la sufficienza politica per tutti, ma poi chi aveva un po’ di coscienza studiava lo stesso, la maggioranza invece no. Siamo abituati a premio o castigo, paradiso o inferno, non è nemmeno colpa nostra, ce l’hanno inculcato da piccoli.
Secondo una certa visione politica, dal Sessantotto deriva anche un’esagerata applicazione del perdonismo che esiste anche adesso, con un conseguente eccesso di microcriminalità quasi sempre sicura di non ricevere condanne ma solo tentativi di riabilitazione, a volte ripetuti inutilmente.
Tra cose giuste ed errori, la scossa fu totale e investì la politica, il lavoro, ma anche la musica, i libri, il teatro, la cultura, portò nuova libertà dei costumi: ricordo con passione le bandiere rosse delle manifestazioni… e con altrettanta passione le prime minigonne in discoteca.

Cinquant'anni sono passati, il lavoro è più precario adesso di allora, la nuova visione di Progresso è legata molto all'avere più che all'essere, oltre tutto a un avere effimero.

Comperiamo telefoni che servono a tutto tranne che a telefonare, i vestiti li compriamo già strappati perché non servono a vestirsi ma a mostrarsi…e molto altro. Per avere tutto questo ben di Dio, la pretesa è che si lavori fino alle soglie della tomba, e questo non lo chiamerò mai Progresso, non ho ancora deciso quale, ma dovrò pensare a un’altra parola.
In questo libro, Noi e il Sessantotto al quale ho dato anch’io un piccolo ma sentito contributo, Tiziana Viganò ha pensato di raccogliere i ricordi, le emozioni, le speranze di un piccolo gruppo di amici scrittori che avevano voglia di rivivere quel periodo così lontano e così intenso. Non è solo uno sguardo sul passato: la speranza che abbiamo tutti è di capire meglio il presente.
Se saremo attenti e un po’ fortunati potrebbe anche regalarci le parole che ci mancano per definire il momento attuale. Perché, strano a dirsi, ma dopo cinquant’anni stiamo rischiando di rimanere senza parole.


Noi e il Sessantotto

Noi e il Sessantotto

di Raul Della Cecca, Carla Magnani, Giancarlo Bosini, Tiziana Vigano, Angelo Gavagnin, Mirella Guerri, M. Gemma Girolami, Carlo Alfieri, Paola Crovi Costa, Claudio B. Foresti, Mariella Di Camillo, Marika A. Carolla, Massimiliano Barone, Barbara Nittoli, Franca Balsamo
a cura di Tiziana Viganò
Pietro Macchione Editore
ISBN 978-88-6570-488-2
Cartaceo 15,00€

Sinossi
Tante sono le opinioni sul Sessantotto, anche molto diverse: c’è chi l’ha amato, chi l’ha vissuto intensamente, chi l’ha solo osservato, chi si è defilato, chi è rimasto deluso, chi l’ha approvato e chi no, chi si è arrabbiato e chi ne ha avuto un sacro terrore, chi l’ha combattuto strenuamente… Nessuno è rimasto indifferente. E non lo è ancora oggi.
«... nel rapporto con le altre generazioni e nel rivivere, ripensare collettivamente vissuti comuni, si crea una storia. In questo senso molto prossima alla creazione di un mito.» (Franca Balsamo)
La Storia si crea quando si comincia a raccontare una storia: così tante voci si sono unite in questo libro per delineare uno spartito corale sul Sessantotto, con gli anni del preludio e quelli del finale. Scrittori e scrittrici che hanno vissuto quel periodo e giovani che lo guardano con gli occhi di chi vive oggi: storie quotidiane, a volte rumorose, a volte riservate, di una rivoluzione culturale basata sugli ideali e sulla passione di viverli.


Angelo Gavagnin


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