Libri Recensione di Davide Dotto. Storia della mia ansia, di Daria Bignardi, Mondadori, 2018. Lo strenuo tentativo di controllare e avere la regia su tutto, un peso da cui affrancarsi.
Le nostre paure sono draghi a guardia dei nostri più profondi tesori.
L'unico modo per non soffrire è non affezionarsi troppo a nessuno.Il titolo del sesto romanzo di Daria Bignardi, Storia della mia ansia, che come gli altri ha molto di biografico, non tragga in inganno. L’ansia di Lea Vincre, scrittrice di successo, moglie e madre, fa da anticamera a una pronunciata sensibilità definendone il temperamento. Tutt'uno con l'indole, non condiziona per forza negativamente ciascun aspetto dell'esistenza.
Lea e Shlomo vivono una comune paura davanti alla quale reagiscono in maniera differente. Questo il campo minato dal quale scaturiscono i litigi di coppia. L’ansia è una risposta preventiva, un atteggiamento problematico alla realtà e alle minacce latenti.
Strenuo tentativo di controllare e avere la regia su tutto, può essere un peso da cui affrancarsi, consentendo a qualcos'altro di prendere il sopravvento: un viaggio, una nuova amicizia, il lavoro (scrivere storie e vederle rappresentate sul palcoscenico). Almeno fino all'improvvisa e debilitante malattia che da quella deriva, rivoluzionando priorità e preoccupazioni:
Lunedì nausea, martedì mal di denti, mercoledì mal di testa. Domani cosa mi aspetta? In compenso mi sembra di non soffrire più d’ansia. C’è da sopravvivere, e non posso crogiolarmi nei vecchi tormenti.Shlomo manifesta un carattere distaccato e lineare, un approccio in apparenza rilassato alle cose. Tuttavia i sentimenti lo annoiano, evita di parlare del suo paese devastato (Israele). Privo paradossalmente di difese, sembra incapace di affrontare problemi reali laddove si manifestassero, richiedendo una pronta soluzione, il dolore lo respinge, «non ha idea di come gestirlo», «le normali discussioni familiari lo esasperano».
Tra alterchi, situazioni difficili e reciproche fragilità, c’è un leitmotiv che lega indissolubilmente i protagonisti. In fondo, incontrandosi e scontrandosi, pur con armi diverse, combattono la stessa personale battaglia.
Storia della mia ansia
di Daria BignardiMondadori
ISBN 978-8804673156
Cartaceo 16,15€
Ebook 9,99€
Sinossi
Un pomeriggio di tre anni fa, mentre stavo sul divano a leggere, un'idea mi ha trapassata come un raggio dall'astronave dei marziani. Vorrei raccontare così l'ispirazione di questo romanzo, ma penso fosse un'idea che avevo da tutta la vita. "Sappiamo già tutto di noi, fin da bambini, anche se facciamo finta di niente" dice Lea, la protagonista della storia. Ho immaginato una donna che capisce di non doversi più vergognare del suo lato buio, l'ansia. Lea odia l'ansia perché sua madre ne era devastata, ma crescendo si rende conto di non poter sfuggire allo stesso destino: è preda di pensieri ossessivi su tutto quello che non va nella sua vita, che, a dire il vero, funzionerebbe abbastanza. Ha tre figli, un lavoro stimolante e Shlomo, il marito israeliano di cui è innamorata. Ma la loro relazione è conflittuale, infelice. "Shlomo sostiene che innamorarci sia stata una disgrazia. Credo di soffrire più di lui per quest'amore disgraziato, ma Shlomo non parla delle sue sofferenze. Shlomo non parla di sentimenti, sesso, salute. La sua freddezza mi fa male in un punto preciso del corpo." Perché certe persone si innamorano proprio di chi le fa soffrire? E fino a che punto il corpo può sopportare l'infelicità in amore? Nella vita di Lea improvvisamente irrompono una malattia e nuovi incontri, che lei accoglie con curiosità, quasi con allegria: nessuno è più di buon umore di un ansioso, di un depresso o di uno scrittore, quando gli succede qualcosa di grosso.
Davide Dotto Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie. Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni. |
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