Gli scrittori della porta accanto

Caterina Bonvicini presenta: Fancy Red

Caterina Bonvicini presenta: Fancy Red - Intervista

Presentazione libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Fancy Red, il nuovo romanzo di Caterina Bonvicini, Mondadori, 2018, tra thriller hitchockiano e storia d'amore.



Mondadori
Giallo | Noir | Thriller
ISBN 978-8804702016
cartaceo 15,30€
ebook 9,99€

Lindos, Grecia. È una notte d'estate. Un uomo si sveglia in una lussuosa camera da letto che non riconosce. Sdraiata accanto a lui c'è una ragazza che sta piangendo. Distesa a terra, un'altra donna. È sua moglie Ludovica: morta. «Sei stata tu?» chiede alla ragazza. «No, sei stato tu» risponde lei. Lui è Filippo, fa il gemmologo per Sotheby's. L'incontro con Ludo risale a cinque anni prima: lei, giovane e ribelle, figlia di un finanziere milanese, vuole vendere tutti i gioielli della madre, appena ereditati. Tranne uno: un Fancy Vivid Red, il rarissimo diamante rosso che porta al naso, montato come un piercing. A Filippo i diamanti piace guardarli, non possederli, è la sua regola da sempre. Ma la infrange quando si innamora di Ludo e del suo Fancy Red. Lì comincia la sua fine. Nel giro di sei mesi lui e Ludo sono sposati. Si amano molto, di un amore geloso e passionale, fatto di tradimenti veri e presunti, in un gioco erotico che li porta ai quattro angoli del mondo, da Lisbona a Cuba, dalle Fiandre all'Argentina, alla ricerca dell'avventura perfetta. Di quella notte fatale in Grecia, Filippo non ricorda nulla. Sa solo che lui e la ragazza, nel panico, si sono sbarazzati del corpo, buttandolo in mare. Ludo, per tutti, è annegata durante una nuotata. Ma dieci mesi dopo il diamante ricompare e il caso viene riaperto. Il Fancy Red è tornato, come un fantasma destinato a perseguitare Filippo e a metterlo di fronte alle sue colpe. Può davvero essere stato lui a uccidere la donna che amava? E perché? Per gelosia? Quanto tempo ci vorrà prima che il padre di Ludo e la polizia lo scoprano? Chi è davvero la ragazza con cui lui e sua moglie hanno passato la notte? "Fancy Red" è un noir hitchcockiano, un thriller psicologico pervaso da una suspense costante, una storia d'amore il cui protagonista indiscusso è il desiderio, indomabile e capriccioso come Ludo e la sua pietra.


L'autore racconta



Caterina Bonvicini, classe 1974, è cresciuta a Bologna ma vive e lavora tra Roma e Milano.
Il suo romanzo più recente è Fancy Red (Mondadori, 2018). Ha pubblicato con Garzanti i romanzi Tutte le donne di ( 2016), Correva l’anno del nostro amore (2014), Il sorriso lento (2010, premio Bottari Lattes Grinzane) e L’equilibrio degli squali (2008, premio Rapallo e Grand Prix de l’héroïne Madame Figaro) ora in edizione tascabile negli Oscar Mondadori, tradotti in diversi paesi. Con Einaudi ha pubblicato Penelope per gioco (2000), Di corsa (2003) e la raccolta di racconti I figli degli altri (2006). Ha scritto anche due romanzi per ragazzi: Uno due tre liberi tutti! (Feltrinelli, 2006) e In bocca al bruco (Salani, 2011). Con Alberto Garlini ha pubblicato L’arte di raccontare (Nottetempo, 2015).
Dal 2012 al 2016 ha collaborato con Il Fatto Quotidiano. Dal 2016 collabora con L’Espresso e con Robinson - La Repubblica.

Oggi sono molto lieta di ospitare nella mia rubrica settimanale una grande autrice di best seller: Caterina Bonvicini. Benvenuta Caterina e grazie per avere scelto il nostro web magazine culturale. Per rompere il ghiaccio, visto che ci troviamo in un caffè letterario virtuale, permettimi di offrirti virtualmente un caffè, un tè, una tisana, una bibita fresca o…  cosa preferisci?

In onore di Ludò, la protagonista, dovrei bere un Martini, perché è il suo cocktail preferito, quasi un tormentone nel libro. Ma, se posso essere sincera, il Martini non mi piace. E poi non ci sono abituata. Quando ne ho bevuto uno per festeggiare l’uscita di Fancy Red, mi sono subito sbronzata. In aggiunta, Valeria Parrella mi ha sgridata moltissimo per come ho descritto la preparazione del cocktail. Si vede che non lo bevi, diceva, nel testo lo maltratti. E mi ha mandato una foto con la ricetta dell’Harris Bar. Le ho promesso che se faranno una seconda edizione, correggerà lei quelle righe. Il ghiaccio ci va o no? Ancora non l’ho capito. Ma noi l’abbiamo rotto, direi.

Ah ah ah, mai maltrattare un cocktail o potrebbe andarci di traverso! Ma come affermi anche tu, ormai il ghiaccio l'abbiamo rotto, quindi raccontami qualche curiosità su di te, i nostri affezionati lettori non vedono l’ora di conoscerti meglio. Leggendo la tua biografia ho notato che sei di Bologna, bellissima città che amo molto, capoluogo della mia regione, ricca di storia ma anche patria della buona cucina. La domanda sorge spontanea: da buona emiliana (come me), hai mai infilato qualche ricettina della tradizione tra le pagine dei tuoi libri?

Io adoro la cucina emiliana. Per alcuni anni sono stata vegetariana, ma crollavo sempre sul tortellino. Detto, questo non ho mai fatto la pasta in casa in vita mia. Mia cugina mi aveva promesso di insegnarmi a fare le tagliatelle di sua nonna, ci immaginavamo con il mattarello, coperte di farina. Poi è partita per New York e questo buon proposito non è mai stato realizzato. Più in generale, credo di non avere mai infilato una ricetta in nessun libro. 

Fancy Red è un noir, ed è la tua ultima fatica letteraria. Per restare in tema di cucina, a tuo parere quali “ ingredienti” deve possedere un buon noir per catturare il lettore?

Non ho mai pensato al noir in questi termini. Forse assomiglia a un risotto. Gli ingredienti possono essere i più diversi, basta trovare un’armonia fra loro. L’importante è mantecare.

Per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare: Caterina Bonvicini, raccontateci qual è stata quell’alchimia, quella scintilla interiore che ti ha spinto alla stesura di Fancy Red?

Ogni romanzo ha una genesi diversa, chi ne scrive molti lo sa. Ma, recentemente, mi sono accorta di un’altra cosa, più complessa, e cioè che ogni romanzo ha tante genesi diverse. Nemmeno l’autore riesce a ricostruirle tutte. Se cerco fra i miei motori, posso mettere insieme un’ossessione per Sarajevo che risale ai miei diciassette anni e l’incontro con una gemmologa capitato per caso due anni fa, un amore dell’adolescenza e il mio viaggio di nozze in Argentina. Tutto così. Fancy Red è nato ufficialmente dopo una delusione editoriale. Mi sono detta: Sapete che c’è? Domani è lunedì e io parto per Roma, da sola, mi chiudo in cucina per una settimana e comincio una vita nuova. Ciao.

E.M. Cioran affermava: “I libri andrebbero scritti unicamente per dire cose che non si oserebbe confidare a nessuno”. Ci anticipi qualche indiscrezione sulla trama di Fancy Red, quanto basta per incuriosire il lettore?

Vivo insieme a mio marito da otto anni, ma mi sono sposata solo due anni fa. Qualche giorno fa ridevamo molto, perché gli dicevo: "Il mio primo romanzo da sposata è la storia di un uomo convinto di avere ucciso sua moglie". Wow. Dovrebbe essere chiaro che non è autobiografico, altrimenti nessuno l’avrebbe scritto.
Ho sentito qualcosa di umido sulla mano e mi sono svegliato. Era una goccia. All’inizio ha traballato su una nocca, come una piccola sfera che si assesta sul piano dov’è caduta, poi si è sfaldata e ha cominciato a colare.
Ero in un albergo? A casa di qualcuno?
Dalla persiana filtrava una luce diagonale, attraversata da granelli di polvere. Improvvisamente mi sono ricordato che il pulviscolo funziona come la luna. Nella sua piccolezza rilancia i raggi come se fosse un pianeta. Per un attimo mi sono commosso davanti a questa sproporzione. Poi ho sentito un’altra goccia, sull’indice, stavolta.
Allora ho piegato il collo e con la testa capovolta ho guardato indietro. Poco sopra la mia mano c’era una guancia. E un occhio. Quel viso stava sul bordo del cuscino e il suo pianto non affondava nella stoffa, finiva direttamente sulla mia pelle. Non sapevo chi fosse la ragazza che piangeva.
Mi sono sollevato di scatto, facendo leva sulle braccia. Seduto sul letto, mi guardavo intorno.
«Ludò?»
Ma ho avuto una risposta solo dalla ragazza che piangeva. Ha cominciato a fare dei rumori strani, rochi, strozzati. Non erano parole.
Quando ho appoggiato i piedi per terra, dando le spalle alla ragazza che piangeva, mi sono accorto che in fondo al letto c’era qualcosa. O forse qualcuno. Sul pavimento c’era di tutto: cuscini a righe, una coperta di raso, un sandalo, un vestito blu elettrico, un vassoio con un paio di bicchieri rovesciati. Mi sono affacciato su quel groviglio di cose buttate.
Ludò aveva la mania di recuperare oggetti dalla spazzatura. Tu li salvi e loro salveranno te, diceva. E li puliva, li dipingeva, li aggiustava. Diventavano bellissimi. Sono le storie che gli altri non hanno voluto, diceva. Chissà perché mi era venuta in mente quella mania di mia moglie proprio in quel momento. Forse perché stavo scavando, come si scava in una discarica, per tirarla fuori da lì. Non so se ho urlato o se ho solo pensato di urlare.
Non avevo il coraggio né di guardarla né di toccarla. Mi sono voltato di scatto e allora sì, ne sono certo, ho tirato fuori la voce. Era una voce violenta, rabbiosa.
«Sei stata tu?»
La ragazza che piangeva aveva appena smesso di piangere. Adesso scuoteva forte la testa.
«No, sei stato tu.»

Dov’è ambientato Fancy Red? Ti sei dovuta documentare o effettuare ricerche sull’argomento diamanti?

Fancy Red è un romanzo globale, ambientato in tanti paesi. Da Milano a Sarajevo, da Buenos Aires a Cuba, e così via. Non sapevo niente di gemmologia prima di scriverlo, nemmeno il significato del titolo che avrei scelto, che è un termine tecnico. Ma tutto si impara.

Sonia Carboncini, stimatissima collega, ha affermato che “ lo scrittore è un ladro di vite”. Hai “rubato” la vita a qualche persona di tua conoscenza e l’hai inserita nel tuo romanzo, o i protagonisti/antagonisti di Fancy Red sono esclusivamente frutto di fantasia?

Non ho rubato la vita a delle persone, ma dettagli della loro vita. È diverso. Alcuni sono stati un regalo, infatti li ho ringraziati. Altri me li sono presi e basta. Ma parliamo di dettagli, sempre e solo dettagli.

Dove possiamo trovare informazioni sulle tue precedenti pubblicazioni?

Ho un sito, su cui volendo si trova tutto: i romanzi, la rassegna stampa, le traduzioni. Mi fa piacere invece citare L’equilibrio degli squali che ho pubblicato dieci anni fa e in agosto esce di nuovo, con una splendida copertina, negli Oscar Mondadori. Il regalo più bello che ti può fare un editore è preoccuparsi della durata dei tuoi libri. Tutti noi scriviamo per questo. Solo per questo, alla fine. 

Mi trovi pienamente d'accordo, ma la cosa difficile è incontrare l'editore giusto. Caterina Bonvicini si è lasciata sedurre dalle nuove tecnologie e legge gli e-book o ama sfogliare le pagine del romantico e sempre affascinante libro di carta?

Leggo in pdf per lavoro, perché spesso non ho alternative. Ma non mi piace. Preferisco la carta, quella che vola con il vento.

Hai ancora qualche sogno nel cassetto da realizzare e di colore è il tuo sogno?

Ho sempre desiderato due sole cose: fare la scrittrice e avere un matrimonio felice. Desideri realizzati. Ma nessuno pensa che i sogni hanno bisogno di un mantenimento, di una crescita interna, continua. È lì che sogno adesso: dentro i sogni di base, per tenerli vivi e complicati. I loro colori sono imprevedibili.


Caterina Bonvicini ti ringrazio tantissimo per essere stata con noi e, a nome de Gli scrittori della porta accanto ti faccio i complimenti per il tuo ultimo libro, Fancy Red, di cui scriveremo ancora, augurandoti che sia un vero successo! In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!

Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.
Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.


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