Gli scrittori della porta accanto

Gualtiero Ferrari presenta: Zetafobia

Gualtiero Ferrari presenta: Zetafobia - Intervista

Presentazione libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. In tutti gli store on line Zetafobia di Gualtiero Ferrari, Delos Digital 2018, un futuro distopico, una zombie novel alle porte di Torino.


Zetafobia

di Gualtiero Ferrari
Horror | Zombie Novel
ISBN 9788825405637
ebook 3,99€
cartaceo 23,16€

Sinossi
Domenico, un chimico con tendenze paranoiche, abita alle porte di Torino insieme alla moglie Lucrezia e al figlio Sebastiano.
Il protagonista si trova a fronteggiare una pandemia d’influenza aviaria, il cui virus evolve tramutando gli infetti deceduti in zombie. I Governi mondiali, impreparati a una crisi di questo genere, reagiscono troppo tardi, permettendo al morbo di dilagare e condannando la società civile al collasso.
Isolati dal resto del mondo, nella casa ora trasformata in una fortezza autosufficiente, la famiglia riesce a ricreare un angolo di normalità, al riparo dai mostri cannibali che infestano la metropoli e i sobborghi.
La speranza arriva sotto forma di un reparto corazzato dell’Esercito che tenta la riconquista del capoluogo piemontese. Una serie di circostanze impreviste daranno il via ad una corsa contro il tempo, al termine della quale Domenico dovrà decidere se resistere sino alla morte, o giocarsi il tutto per tutto con un espediente disperato e definitivo.


L'autore racconta



Bentornato Gualtiero Ferrari, raccontaci brevemente di te: quando hai iniziato a scrivere e cosa?

Buongiorno, ho quasi cinquant’anni, sono nato e cresciuto a Torino, dove attualmente lavoro in un’azienda di meccanica di precisione. Sono sposato con una donna meravigliosa, che mi sopporta, e abbiamo uno splendido ragazzo di 14 anni che ci fa dannare.
Da ragazzo, oltre a leggere fumetti, giocavo a giochi di ruolo come Dungeons and Dragons e simili, in quel momento ho iniziato a scrivere le avventure che poi giocavo con gli amici.
Solo qualche anno fa, però, sono passato a scrivere vera e propria narrativa. Limitarmi a leggere non era più sufficiente, volevo essere parte della storia. Così ho iniziato con qualche appunto, poi alcuni racconti, di cui solo uno pubblicato in un’antologia, e infine sono approdato ai romanzi.


Quanti libri hai scritto, quali sono?

Zetafobia è il mio romanzo d’esordio. Al momento sono finalista in un torneo letterario Nazionale con un altro libro di genere distopico, ma la competizione è dura e la concorrenza accanita. Vedremo se riuscirò a piazzarmi e pubblicare anche questo.

In bocca al lupo! Come è nata l’idea di questo romanzo, Zetafobia? È nata prima la trama o prima il titolo?

In origine il titolo era diverso ma non mi piaceva affatto. Perciò possiamo dire che la trama è nata prima del titolo definitivo.

A monte del romanzo ci sta un lavoro di ricerca e documentazione o non si è reso necessario?

Molta, moltissima ricerca. L’ambientazione mi è famigliare, sono di Torino e le zone in cui si svolge la storia sono quelle che frequento d’abitudine, ma il resto ha richiesto ricerche per far funzionare gli incastri ed evitare scivoloni.

E.M. Cioran affermava: “I libri andrebbero scritti unicamente per dire cose che non si oserebbe confidare a nessuno”. Ci anticipi qualche indiscrezione sulla trama, quanto basta per incuriosire il lettore?

La trama ad una prima analisi può sembrare lineare, ma ci sono diversi spunti che aggiungono qualcosa al romanzo. Il protagonista, un chimico con tendenze psicotiche, teme il collasso economico-finanziario globale e si prepara al peggio accumulando scorte di viveri e non solo. Questa è la sua fortuna. Quando il mondo viene colpito da una pandemia zombie è già attrezzato per la sopravvivenza. O così credeva. Solo a questo punto iniziano i veri problemi.

Gualtiero Ferrari , nei tuoi personaggi, anche in quelli secondari, c’è qualche esperienza autobiografica, o hai preso spunto da persone di tua conoscenza, oppure sono esclusivamente frutto di fantasia?

Di autobiografico c’è poco.
Per il figlio del protagonista mi sono ispirato al carattere schivo e talvolta scontroso di mio figlio. Non voglio dire che lo abbia trasportato nel libro ma gli spigoli che lo rendono unico ci sono tutti. Per gli altri personaggi, protagonista compreso, ho osservato amici, colleghi e parenti per poi estrarne ed esaltare qualche caratteristica peculiare che li rende unici.

I luoghi del romanzo: Zetafobia è ambientato a Torino. Hai scelto questa location per necessità, per moda o per altri motivi?

I luoghi in cui si svolge la vicenda, la porzione di Torino e della prima cintura cittadina in cui ho creato l’ambientazione, sono i quartieri e i borghi che frequento abitualmente e che conosco bene. Mi è venuto naturale, oltre che comodo. Descrivere ciò che conosci è più semplice che immaginare una scena in un luogo ignoto. Inoltre spesso ho fatto sopralluoghi, giusto per rendermi conto se quanto avevo scritto poteva reggere il confronto con la realtà.

Un tweet di Bermat cita così: “I libri non verranno uccisi dagli ebook, ma da quelli che comprano solo titoli presenti nei primi 10 posti della classifica”. Che ne pensi al riguardo e com’è il tuo rapporto con gli ebook?

Il mio rapporto con gli ebook è buono. Trovo lo strumento comodo e funzionale anche se manca di poesia. Non credo però che i lettori si limitino ai titoli in classifica. Certo, il lettore occasionale spesso compra quello che trova sulla scaffale, ma chi legge per passione sceglie. Ed in quella scelta c’è tutta la differenza del mondo.

Gualtiero Ferrari, ci lasci qualche stralcio d’autore, uno spaccato accattivante tratto dal tuo romanzo Zetafobia?

Breve ma intenso:
Il senso di colpa mi serra lo stomaco, e respirare diventa doloroso.
Solo ora mi rendo conto di non aver mai smesso di piangere da quando ho iniziato.
Mi odio con tutta la rabbia di cui sono capace, mentre la parte razionale di me s’illude che quanto accaduto non sia colpa mia. Non del tutto, almeno.

Il tuo romanzo si fa portavoce di qualche messaggio particolare, o si propone esclusivamente di intrattenere il lettore?

È un horror. Anzi un sottogenere dell’horror. Non è mai stata mia intenzione voler trasmettere un messaggio universale o una verità profonda. Volevo regalare al lettore un momento di svago, la sensazione di vivere una vita diversa a fianco del protagonista, condividendone paure e gioie.

Ramon Eder afferma: “Quando un libro ci fa sorridere questo libro vale più di ciò che costa”. Sei d’accordo con questa affermazione o ti è capitato di pensare la stessa cosa leggendo un libro particolarmente divertente?

Sono d’accordo con Eder, anche se mi spingerei oltre al semplice sorriso. Un libro che ci fa provare un’emozione vale più di ciò che costa.


Grazie Gualtiero Ferrari per essere stato con noi, in bocca al lupo per questo romanzo, Zetafobia, e per i tuoi progetti futuri.

Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.
Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.


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