Gli scrittori della porta accanto

Falcone e Borsellino nel celebre scatto di Tony Gentile

Falcone e Borsellino nel celebre scatto di Tony Gentile

FotografiA Di Emanuele Zanardini. Una fotografia, mille storie. Falcone e Borsellino, due eroi "normali", uomini, amici veri. Due martiri per la giustizia immortalati una sera qualunque nello scatto di Tony Gentile.

A ogni anniversario, le immagini di quel tappeto di macerie sull'autostrada a Capaci, il fumo e la polvere delle macerie in via D'Amelio, oltre a coprire i troppi misteri italiani ancora irrisolti, rischiano di vestire di sacralità e venerazione due “martiri per la giustizia”, che erano per prima cosa uomini. E come tutti gli uomini capaci di atti semplici, di amicizia vera.

Tony Gentile, fotografo, presenziava a una serata con altri colleghi, ma solo il suo scatto mostrò la complicità e l'amicizia tra i due magistrati.

Lavoravo come fotoreporter dal 1989. Nel 1992 collaboravo già con l’agenzia Reuters dalla Sicilia e con la cronaca locale del Giornale di Sicilia. Una sera, il 27 marzo di quell’anno, mi sono trovato a coprire un convegno legato alla candidatura del magistrato Giuseppe Ayala. Falcone e Borsellino erano seduti a quel tavolo. Non so cosa si siano detti, ma a un certo punto tra di loro si è creato questo momento di battuta e hanno sorriso. Io credo che stessero scherzando su una delle persone sedute al tavolo con loro. Ma è una mia idea. Così è venuta fuori quella foto.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel celebre scatto del 27 marzo 1992 | (c) Ph Tony Gentile

Di loro si racconta che, quando erano ancora adolescenti, giocavano a pallone nei quartieri popolari di Palermo e che fra i loro compagni di gioco c'erano anche alcuni ragazzi che in futuro sarebbero diventati uomini di Cosa Nostra.
Aurora Romeo, www.ic4modena.gov.it

Mentre Borsellino propendeva verso i partiti di destra diventando un membro del Fronte Universitario d’Azione Nazionale (FUAN), Falcone si orientò politicamente verso il comunismo. Le loro diverse inclinazioni politiche non ostacolarono però la loro amicizia. 

Quello scatto, purtroppo, ha acquisito il significato che oggi gli diamo per quello che è successo dopo, a causa delle stragi. Se non fossero stati uccisi Falcone e Borsellino, sarebbe stata una foto come un’altra. C’è stato un editore in città che decise di metterla sui manifesti contro la mafia che venivano affissi a Palermo in quei giorni. Qualcuno pensava che io fossi l’unico fotografo presente quella sera al palazzo Trinacria. In realtà c’erano altri colleghi che scattarono foto simili. Ma quella complicità, quei sorrisi ce li ha solo quella foto.

Eravamo a pochi giorni dal tritolo che avrebbe eliminato Giovanni Falcone.

Insieme all'amico Paolo Borsellino era stato protagonista della stagione più luminosa nella lotta alla mafia. Al fianco di altri poliziotti e magistrati, che li avrebbero preceduti nel novero dei “martiri per la giustizia”, tolsero il velo al fenomeno criminale allora avvolto nel mistero. I successi delle loro indagini, consentirono di sferrare duri colpi alla struttura mafiosa. Fino al maxiprocesso, che decretò la condanna di molti esponenti della “piovra”.


Questo attirò su di loro anche infamie e ritorsioni. Cattiverie che miravano a sminuire il loro valore e quello delle loro inchieste. Fino a veri e propri depistaggi (la scomparsa dell'agenda rossa di Borsellino). Finché non si trovò altro modo per fermarli, se non ucciderli. Anche in questo destino, furono amici e solidali fino in fondo.


Quel tappeto di macerie sull'autostrada a Capaci, il fumo e la polvere delle macerie in via D'Amelio, non devono coprire nemmeno il ricordo delle altre vittime, fedeli custodi dei due magistrati, morti insieme a loro. 

Il boato delle bombe non deve coprire il grido di dolore della vedova dell'agente Rocco Schifani.
Io, Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, lo Stato... Chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso.

Dopo tanti anni, la rabbia è intatta.
Nessuno voleva morire quel giorno. Nessuno voleva fare l’eroe, il martire, il decorato dalla Patria. Loro sono stati soltanto dei poveri sfigati, che sono finiti lì, al momento sbagliato, al posto sbagliato.
Laura Anello, "L'altra storia" Sperling&Kupfer 2012

Leggi anche Tamara Marcelli | Strage di Capaci: 12 libri per saperne di più

Mi ricordo però del discorso di Paolo Borsellino alla biblioteca comunale di Palermo dopo la morte di Falcone nella strage di Capaci. Ho scattato tante foto, ma a un certo punto le sue parole mi hanno talmente emozionato che mi sono seduto a terra all’angolo della scrivania a osservarlo da vicino. Avrei voluto scrivergli un mio pensiero su un bigliettino per fargli arrivare la mia vicinanza. Ma non lo feci, non so perché. Dopo il 19 luglio andai a raccontare questa cosa a Rita Borsellino e le portai in regalo quella foto che ritraeva il fratello sorridente insieme a Giovanni Falcone.
Lidia Baratta, intervista a Tony Gentile www.linkiesta.it

Tony Gentile lavora ancora per Reuters, ma rimane legato a quell'immagine e ai suoi molti significati. 

La Sicilia di Tony Gentile | (c) Ph Tony Gentile

Non è comune vedere una fotografia trasformarsi in icona e poi se capita con una tua fotografia diventa tutto più interessante. La fotografia di Falcone e Borsellino è diventata un’icona e un simbolo di legalità, e porta con sé una serie di valori positivi, come l’amicizia, la complicità, la serenità; ma è anche simbolo della rinascita di un popolo e del suo riscatto contro una mentalità mafiosa che ci opprime da troppo tempo.
Max Firreri, www.diocesimazara.eu

In memoria di:
Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Agostino Catalano.
Emanuele-Zanardini
Emanuele Zanardini
Ho scavallato l'età della scuola senza infamia e senza lode... E ancora sto “immaginando” cosa farò “da grande”.
Ho toccato il suolo dei cinque continenti, ho visto il mondo, senza avere la pretesa di averlo capito. Eppure in ogni luogo ho trovato una storia. E ho deciso di raccontarle!
Mi sento un uomo in viaggio (d'amore), Selfpublished.
La guerra è finita, andate in pace, bookabook.


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