Gli scrittori della porta accanto

Il fosso, di Herman Koch

Il fosso, di Herman Koch - Recensione

Libri Recensione di Ornella Nalon. Il fosso di Herman Koch, Neri Pozza, 2017. Un uomo di potere, la sua ossessione. Perché alla fine, sotto a ogni abito si nasconde una persona.

È un uomo di potere Robert Walter. È il sindaco della moderna e democratica Amsterdam, ha spesso la sua foto in prima pagina dei giornali ed è persino stato a tavola con i regnanti.
È un uomo tutto d'un pezzo, rigoroso, severo, autoritario ma anche cordiale e simpatico, all'occorrenza. Sa destreggiarsi egregiamente nelle occasioni ufficiali, sembrando sempre interessato agli argomenti importanti e divertito in quelli più ameni e sa mantenere viva la conversazione, spesso dicendo le cose che gli altri vogliono sentir dire o tacendo quelle meno popolari, in fondo, lui è un campione di diplomazia. Robert conosce bene se stesso e si piace.
Gli piace anche la sua vita; un po' stressante, certo, ma piena e soddisfacente, anche grazie alla sua amata moglie Sylvia e alla sua adorata figlia Diana.
Arrivato alla soglia dei sessant'anni non potrebbe chiedere di più, ma a volte basta un niente perché si crei una breccia nel castello di certezze che ci si è edificati durante un'intera vita. Certe volte basta un semplice sospetto per mettere in discussione tutto, soprattutto se stessi.

È durante un ricevimento che vede sua moglie parlare con l'assessore Maarten van Hoogstraten e poi ridere divertita rovesciando la testa all'indietro. 

Ecco, è questo semplice gesto a fargli credere che Sylvia possa avere una storia clandestina. Anche se la poca avvenenza dell'assessore, la sua mancanza di classe e le sue origine campagnole lo rendono assai poco credibile come suo antagonista in amore.
Eppure quel dubbio gli passa per la testa in ogni momento della giornata, gli fa scrutare gli atteggiamenti e le espressioni della sua consorte per vedere se coglie qualcosa di strano, lo distoglie dalla concentrazione necessaria per adempiere al suo dovere di sindaco, e lo mette in difetto anche nel suo ruolo di figlio e di amico. Sia i genitori molto anziani che il suo caro amico Bernhard avrebbero bisogno di lui, ma si devono accontentare della sua presenza distratta che ben poco sa aiutare.

Uno dei temi principali di Il fosso di Herman Koch è il potere con i suoi subdoli meccanismi di ascesa e di discesa. 

È assolutamente inebriante quando lo si raggiunge, a volte anche con relativa facilità, ma non è per niente semplice mantenerlo: sono infatti necessari dedizione, determinazione, concentrazione e anche un pizzico di fortuna.
Altro argomento ampiamente trattato è la presenza di pregiudizi anche in società modello di democrazia quale può essere Amsterdam. Pregiudizi che, a volte, vengono spesso nascosti sotto un velo di falsa tolleranza, ma che, alla resa dei conti, emergono in superficie nella loro reale, prorompente natura, molto spesso distruttiva.
La questione dell'eutanasia emerge un paio di volte: gli anziani genitori di Robert decidono di ricorrere al suicidio prima che i problemi legati alla vecchiaia diventino un peso per loro stessi e per il figlio, e la stessa decisione viene presa dall'amico Bernhard dopo avere saputo di essere un malato terminale. Un argomento decisamente importante, ma che a mio avviso è stato trattato con eccessiva leggerezza, forse dovuto al fatto che in Olanda, essendo l'eutanasia legale da parecchi anni, viene accolta con una certa disinvoltura.

Oppure rientra un po' nello stile di Herman Koch lanciare il sasso e nascondere la mano. 

Ossia, disseminare di indizi l'intero romanzo, rendere spasmodica l'attesa di un seguito e poi disilludere.
Per esempio, all'inizio di un capitolo di Il fosso, Robert dice di volere parlare della sua pistola, perché poi il lettore non si stupisca che ne abbia una quando ne riparlerà, e in questo caso ci si aspetta che succeda qualcosa con questa pistola, ma non succederà proprio nulla e non ne farà più menzione.
E delle sue ossessioni sul presunto tradimento della moglie? Di certo ci si aspetta di sapere se siano fondate o meno, ma si è destinati a rimanere nella propria ignoranza. E perché il fratello di sua moglie ferisce l'assessore Maarten van Hoogstraten, per quale motivo sua moglie lo lascia senza una spiegazione e dopo qualche mese ritorna, che senso hanno tutti gli stralunati discorsi sull'infinitezza dell'universo del suo amico Bernhard?
Qualche ipotetica risposta la si può dare, certo, ma rimane una sgradevole sensazione di inconcludenza che ti fa sentire come se avessi perso del tempo a seguire tutte queste inutili vicende e come se fossi stato un po' preso in giro, volutamente.
Questo è il primo libro scritto da Herman Koch che leggo, dunque non posso sapere se tutto ciò faccia parte del suo stile, ma se lo fosse, non farebbe al caso mio. Pur riconoscendo la sua abilità nel tessere una trama accattivante anche con pochi elementi, di saper parlare del suo paese relazionandolo alla temporaneità e di saper scrivere bene, gli rimprovero di avere poco riguardo per le esigenze di chiarezza e di completezza del lettore.


Il fosso

di Herman Koch
Neri Pozza
Narrativa
ebook 9,99€
Cartaceo 14,45

Sinossi
Robert Walter è il sindaco di Amsterdam, la capitale della democratica Olanda. Ha la moglie straniera, ma lui si guarda bene dal dire da quale paese proviene. La gente si nutre di pregiudizi, si sa. Anche in Olanda, dove ognuno può pensarla come vuole, ma dove non è raro sentire dire che quelli, gli stranieri, ce lhanno nel sangue il furto, la coltellata facile, la tendenza a maltrattare le donne. Del resto, anche lui, Robert, non è mica privo di pregiudizi. Semplicemente, dato il ruolo che ricopre, finge bene. Quando si ritrova in compagnia di persone appartenenti alle varie etnie della città, è capace persino di canticchiare su musiche bizzarre o di mettersi in bocca con le mani un improbabile pezzo di carne. Però, davanti a uno straniero, nulla può togliergli la naturale diffidenza del contadino che vede un estraneo entrare nel suo campo. Da qualche tempo, tuttavia, la sua arte di dissimulare sta andando a farsi benedire. Tutto è cominciato il 16 gennaio, durante la festa per il nuovo anno in cui accorre in comune la crema della città: il capo della polizia, il procuratore capo, gli assessori, il presidente dellAjax. Robert stava chiacchierando appunto con questultimo quando, vicino alla porta che dalla sala centrale del municipio conduce ai bagni, ha scorto sua moglie, una birra in mano, fare cin cin con lassessore Maarten van Hoogstraten. Nulla di male, se poi lei non avesse riso rovesciando indietro la testa, mentre lassessore le teneva una mano sul gomito e le sussurrava qualcosa allorecchio. Da quel giorno il sospetto del tradimento della moglie straniera si è impadronito talmente della mente e del cuore di Robert che tutti i suoi pregiudizi si sono scatenati e gli si sono rivoltati contro. Romanzo in cui si narra della discesa sfrenata verso la disfatta di un politico del nostro tempo, Il fosso, accolto al suo apparire in Olanda da uno strepitoso successo, è il nuovo, mirabile frutto della penna brillante e spietata di Herman Koch. Lipocrisia che si cela a volte dietro lidea di tolleranza, la vanità del successo, la fugacità del potere e la violenza dei pregiudizi situano quest'opera nel cuore stesso del nostro tempo, in cui si svela tutta la fragilità della democrazia.

Ornella Nalon

Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, 0111 Edizioni.
Una luce sul futuro, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto.


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