Gli scrittori della porta accanto

Intervista a Chiara Pesenti, mamma, scrittrice, blogger

Intervista a Chiara Pesenti, mamma, scrittrice, blogger - Blogger, scrittrice

People A cura di Mirella Morelli. Chiara Pesenti, lavoratrice, mamma di quattro figli, blogger e scrittrice. Un classico esempio di donna multitasking che ama raccontare storie di vita ordinaria e straordinaria di altre donne.

Chiara Pesenti nata in quel di Busto Arsizio nel (lontano ma non troppo) 1970; fin da piccola manifesta intenzioni affabulatorie, deliziando parenti e amici con principesse in ambasce, draghi e principi azzurri. È dunque a furor di popolo, inclusi il canarino Cleo e con la muta approvazione di Pino e Peppo, i due Carassius auratus (volgarmente pesci rossi) dono di Zio Nini, che si iscrive al Liceo classico prima e alla Facoltà di Lettere moderne poi. 
Mentre di notte si dedica ai suoi futuri bestseller, di giorno lavora prima come insegnante di sostegno nelle scuole medie e poi come segretaria in uno studio legale (in quest’ultimo, col segreto proposito di far razzia di materiale per le sue storie). Ci vorranno un matrimonio, quattro figli, due cani e tre tartarughe e mezza per distoglierla da tal criminoso intento. 


Dal 2012 narra "Le dame, i cavalier, l’arme, gli amori" in chiave moderna di "Il mondo di Cheddonna", fighissima eroina contemporanea amante del taccododici e dei quattrosaltisuifornelli, nel blog Il mondo di Cheddonna.
Questo è il suo secondo romanzo, ma al terzo ci sta già lavorando, e il quarto, beh, il quarto…è un’altra storia!
Sono queste le delicate e ammirate parole che usa l'editore XY.IT del suo secondo libro,  a presentazione dell'Autrice.

Corro a fare un salto sulla home del blog di Chiara Pesenti.

Questo blog, nato nel gennaio del 2012 su Blogger e approdato su WordPress nel 2015, raccoglie racconti che ho cominciato a scrivere nel 2009. Da allora sono trascorsi, quindi, otto anni, durante i quali le vicende della protagonista, Cheddonna, e della sua famiglia, hanno continuato a svolgersi “in tempo reale”, come accade in quella specie di soap-opera che è la vita, e, anche ora, continuano nel tempo. Così Cheddonna, che agli esordi era una quasi quarantenne con un figlio di nove anni, IlPrincipe, ora è una “splendida quarantasettenne”, alle prese con i problemi dell’adolescenza. Sposata con Miomarito, Cheddonna ha una sorella, Cheddolce, due genitori che non vede mai, il dottor Dante e la signora Berenice, e una nonna speciale, NonnaNenna. 
Inizio a incuriosirmi per davvero! Pertanto, mi accingo a navigare. E scopro che si naviga bene e facilmente, in questo blog la cui Home è piena di “bottoncini”, di collegamenti e rimandi ai vari soggetti, sicché si arriva presto a leggere i racconti sui “personaggi” o “archetipi” che ci interessano, o anche agli argomenti che più crediamo intrigarci, per esempio... per esempio, il primo: “Paesaggi interiori”. Ma che bel nome! Mi riporta alla mente un libro del filosofo teologo Vito Mancuso, “La vita autentica” la cui dedica alla moglie recitava così: “...ingegnere edile, pittrice di spazi interiori, mia moglie”. Ricordo che quella dedica mi colpì particolarmente e, in nome della poesia che vi trovai, decido di partire all'esplorazione del blog e degli spazi interiori di Chiara Pesenti da quel bottoncino: e Paesaggi interiori sia! Così bighellonando nel blog, le domande sorgono alfine spontanee.


Il mondo di Cheddonna

Il mondo di Cheddonna

di Chiara Pesenti
Narrativa | Chick-lit
ISBN 978-8899355081
Arpeggio Libero
cartaceo 13,60€

Chiara Pesenti, vorrei partire da questa piccola mia associazione di idee per parlare della Vita, e farti tre domande su di essa. Qual è per te la vita autentica? 

Che bella domanda! Potrei dire che, per me, la vita autentica è tutto ciò che accade quando ci concediamo di essere noi stessi, senza paura di venire giudicati. Al centro, senza dubbio, ci sono le relazioni: famiglia, amici, animali; intorno tutto ciò che aiuta a conoscersi e a conoscere sempre di più la realtà: i libri, innanzitutto, ma anche i film, il teatro, la musica corale e i viaggi.

Con quale aggettivo definiresti la vita di Cheddonna? 

La vita di Cheddonna è una continua gimkana tra i diversi ruoli che ha scelto di ricoprire: moglie, mamma, amica, presidentessa di una Onlus e di un Gruppo di auto-aiuto per madri apprensive come lei, pessima cuoca e scrittrice di successo di libri…di cucina. Una vita piena, la sua, a tratti sovraffollata, come quella della maggior parte delle donne che conosco e che, come lei, e come me, sono tante persone in una.

Cosa vorresti che, in futuro, non mancasse né a te, né a Cheddonna, meno che mai a ogni donna? 

La libertà di non essere d’accordo e di poterlo esprimere, anche attraverso la satira; il rispetto, che non è altro che il riconoscimento da parte degli altri di questa libertà; l’amicizia; la saggezza, quella di NonnaNenna (che è la persona che io vorrei diventare, invecchiando) ; l’umiltà e ultimo, ma imprescindibile, l’amore. 

Proseguo la mia esplorazione del blog, e scelgo (of course!) il bottoncino Pensieri. Al suo interno mi colpisce il titolo La (quasi) avvelenata a modo mio perché, in tutta onestà, di Guccini ho amato poche canzoni, ma chi non ha una Avvelenata da cantare? Le domande che, dopo aver letto, mi sgorgano dal cuore sarebbero tante ma ne pongo solo una: quanto conta - sia a livello personale che professionale - la solidarietà, e quanto danno può arrecare la competitività (leggi pure malevolenza) nel mondo della scrittura? 

Ho cominciato a pubblicare nel 2015, e in questi tre anni ho avuto molte occasioni di interagire e rapportarmi con altri autori e autrici, alcuni alle prime armi come me, altri già molto conosciuti. Ho incontrato, in entrambe queste categorie di scrittori, persone correttissime e spesso prodighe di consigli e suggerimenti utili, altre molto meno. In generale ho constatato, soprattutto sui social, una scarsa propensione a “fare rete”. Sembra un paradosso, trattandosi di Internet, ma è così, soprattutto tra “colleghi”. Io, quando leggo qualcosa che mi piace, ne parlo con piacere, e mi viene naturale farlo conoscere agli altri, perché non riesco a tenerlo solo per me, come mi accade per tutte le cose belle. La maggior parte degli scrittori, però, non lo fa, come se il successo di un altro potesse in qualche modo oscurare il proprio. Ecco, forse questa è la cosa che mi piace di meno del mondo della scrittura. Il danno che può arrecare un atteggiamento di questo tipo a un esordiente è senz’altro considerevole, perché spesso è proprio il passa-parola di chi ha letto il libro che lo fa scoprire a un pubblico più vasto. 

Terzo bottoncino, cosa scelgo? C'è solo l'imbarazzo - ormai il blog mi ha preso! Ma io, oltre che immedesimarmi in Chedonna, voglio arrivare a saperne ancora di più della donna che è in Chiara Pesenti. E poiché il bottoncino scelto è Instanttale, dove leggo gustosissimi racconti sul festival di Sanremo, la domanda sorge spontanea: ma tu, Chiara, se non avessi avuto il dono della Scrittura come forma d'arte per esprimerti, quale altra avresti voluto?

Senza dubbio quello del disegno e della creatività manuale. Ho sempre affettuosamente invidiato coloro che riescono a rappresentare su un foglio o una tela tutto ciò che possono immaginare, o a costruirlo con le loro mani. Da piccola leggevo, scrivevo e disegnavo sempre, ma la mia capacità di rappresentare la realtà su carta si è fermata alle mie competenze di allora, perciò col tempo ho smesso di disegnare. Nei lavori manuali sono una mezza frana, perciò mi limito ad ammirare chi possiede questo dono e a desiderare di averlo anch’io. Con la scrittura e la lettura, invece, l’idillio non si è mai interrotto. Scrivere è la forma che ho scelto di dare alla mia creatività. 

Le farfalle sotto l'arco di Tito

di Chiara Pesenti
Narrativa
ISBN 978-8897160243
XY.IT
cartaceo 15,30€

E gliene siamo grate, a Chiara Pesenti, di aver scelto proprio questa forma alla sua creatività, perché le viene incredibilmente bene! 

Chiudo il libro, leggendo l'ultima ricetta, e sorrido. Non vi dirò che l'ho letto d'un fiato, anzi. La scorrevolezza de Le farfalle sotto l'arco di Tito fa pari con la sua briosità, ma alla fine di ogni giorno-episodio Chiara Pesenti pone un pensiero, una riflessione, una considerazione. E questo ci fa soffermare, chiudere per un po' il libro, e ragionar su noi stesse e sul nostro quotidiano. Ecco, direi che Cheddonna stimola all'autoriflessione, come quando ci poniamo davanti allo specchio e proviamo a scrutarci: talvolta siamo benevoli con una ruga, un altro giorno crudeli con quel capello grigio. Ma ci osserviamo, e ci riconosciamo: nel bene e nel male. 
E sì, allora siamo grate a Chiara Pesenti per i sorrisi empatici che ha saputo strapparci ad ogni episodio, per quegli sguardi di sghembo al tacco 12 che osiamo portare fino a sera, per quei nostri piatti mordi e fuggi dell'ultimo momento, per il tutto in velocità ma tutto alla perfezione, per figli mariti madri sorelle vicini di casa e chi più ne ha più ne metta a chiederci di essere sempre all'altezza, per quel sogno nel cassetto che prima o poi realizzeremo, per... 
Grate a noi stesse, e a questa sfida continua.
Mirella Morelli - Gli scrittori della porta accanto

Mirella Morelli
Mirella Morelli è nata a Venafro, nel Molise, ma da anni vive a Fabriano, nelle Marche. Laureata in Scienze Politiche, è impiegata amministrativa in un’azienda sanitaria, è sposata e madre di due figli. Alcuni suoi racconti e poesie sono inclusi in antologie (Grande come la terra, 2015; Veglia, 2016), ma Il volo del soffione rappresenta il suo esordio letterario individuale. Fa parte dello staff di Cultura al femminile, sito letterario per il quale recensisce libri di poesia e non solo; da qualche anno è giurata per la Sezione Poesia del Premio Nazionale di Narrativa e Poesia “Città di Fabriano”.


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