Gli scrittori della porta accanto

Il bene ostinato, di Paolo Rumiz: pagina 69

Il bene ostinato, di Paolo Rumiz: pagina 69

Pagina 69 #144 Il bene ostinato, di Paolo Rumiz, La Feltrinelli 2015. L'Italia migliore, quella che resiste e che pochi raccontano, i punti emergenti di un volontariato italiano di cui non si scrive ma che alberga negli stessi territori dell'egoismo antistranieri.

Sopra le nubi c'è come un trasloco. Rimbombi, brontolii, trascinamenti. Lontano, tendaggi di pioggia. Si è levato il vento, e intanto da oriente arriva la notte col galoppo silenzioso di una iena.
Una collina bassa, solitaria. Ai suoi piedi il tavolato centrafricano si fa rosso cupo - ora parte il campo da tennis di Dio -, ma se pioverà diverrà peluria verde smeraldo e poi grigioazzurra con la rugiada. Qui tutti aspettano la pioggia. La vita stessa è attesa della pioggia.
Sotto, a cinquecento metri, c'è un villaggio di capanne rotonde protetto da un cerchio - o forse una corona - di spine. Lo sorvoliamo con lo sguardo: dentro, uomini e animali che si rinserrano; fuori, ritardatari che si affrettano da ogni direzione con legna, otri d'acqua e mucche gibbose dalle ampie corna. Arriva il buio, il tempo dei morti, del malocchio e degli agguati, e presto il varco d'ingresso sarà chiuso con altre spine. I primi fuochi sono già accesi. Fili di fumo azzurro, odore di polenta, grida di mamme e di bambini.
Giovanni indica i coni di piccoli vulcani estinti che punteggiano l'altopiano come termitai, foruncoli di un mare archeozoico. Belvedere naturali come questo, dove ascoltiamo le voci della sera seduti su prismi esagonali di basalto, faccia al tramonto, tra acacie e frangipani. "Ecco," dice, "sono queste le cose che in Africa ti ripagano della lontananza da casa."
Karamoja, Nordest dell'Uganda, trecento miglia sopra l'equatore. Non è un posto da turisti. Nemmeno gli ugandesi ci vanno volentieri. È una terra selvaggia di pastori-maratoneti. Capaci di percorrere settanta chilometri in una notte. Gente povera e fiera, che non abbassa mai gli occhi: mandriani e predoni leggendari, venuti secoli fa dall'altopiano etiope.



Quarta di copertina
Il bene ostinato, di Paolo Rumiz

I "Medici con l'Africa" del Cuamm (Collegio universitario aspiranti e medici missionari) si spendono dal 1950 per il diritto fondamentale alla salute e l'accesso ai servizi sanitari. Il Cuamm oggi è presente in sette paesi: Angola, Etiopia, Kenya, Mozambico, Sudan, Tanzania e Uganda. L'incontro tra il Cuamm e Paolo Rumiz è la scintilla da cui nasce questo libro. C'è uno scrittore-viaggiatore che si innamora del progetto, parte per l'Africa e osserva un'altra Italia in azione. Si sofferma sulle donne e sugli uomini - non solo medici - che con le famiglie decidono di vivere e lavorare nei villaggi e nelle città dove opera il Cuamm. Quali sono le loro storie? Come è cambiata la loro vita? Qual è la radice del loro impegno? È l'occasione per indagare e raccontare un mondo poco conosciuto, composto da singolari emigranti, professionisti che si sradicano dall'Italia con le proprie famiglie per trapiantarsi in contesti disagiati, spesso pericolosi, sempre impegnativi. Sono storie particolari, a volte uniche, che connettono il Nord e il Sud del mondo. E forse aprono una strada al futuro.


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