Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Figlia del Gange, di Asha Mirò

Recensione: Figlia del Gange, di Asha Mirò

Libri Recensione di Ornella Nalon. Figlia del Gange di Asha Mirò, Sperling & Kupfer, 2010. Una toccante testimonianza in prima persona sul delicato tema dell'adozione, il racconto di un viaggio di ritorno in India. 

Il più grande desiderio di Asha è di essere adottata per far parte di una famiglia. Lei non ne ha mai avuta una, o per lo meno, non ne ha alcun ricordo. E come potrebbe averne se l'orfanotrofio l'ha accolta quando aveva solo pochi mesi? Per fortuna ha incontrato Madre Adelina nel suo cammino e per tutto il tempo è stata quanto più vicina ad una madre può essere. Ed è grazie a lei che il suo sogno si può avverare.
Asha ha sei anni quando viene adottata da una famiglia di Barcellona. Josep Mirò ed Electa Vega, con l'altra figlia adottiva Fatima l'aspettano a braccia aperte e lei, con la sua piccola valigia e il cuore gonfio di felicità è pronta a prendere l'aereo che la porterà verso un paese sconosciuto, una famiglia che non conosce ma che, finalmente, sarà la suaLascia Bombay, l'orfanotrofio, i suoi compagni e persino Madre Adelina senza nemmeno un pizzico di nostalgia, senza neanche una lacrima, sorretta dalla certezza che sta per iniziare una nuova vita.
Ci vorranno vent'anni prima che Asha rimetta piede sul suolo indiano. Vent'anni trascorsi serenamente, con dei bravi genitori che l'hanno coperta di attenzioni e di amore, ma che, tuttavia, non potevano compensare la sua esigenza di conoscere le sue origini, la curiosità di sapere da chi fosse stata concepita e per quale motivo fosse stata abbandonata.
L'occasione sarà data da un depliant in cui è descritto un progetto di Setem (Servizio Terzo Mondo) che prevede un campo di lavoro a Bombay e un altro a Nasik, la città in cui è nata Asha Mirò; quasi un segno del destino al quale si sente in dovere di rispondere.
Finalmente, in India troverà molte delle risposte che ha da sempre cercato e tornerà a Madrid con un acquisito orgoglio per le sue origini e il suo aspetto indiano unito alla sua cultura spagnola, consapevole che solo questa straordinaria miscela ha contribuito a fare di lei la donna che ora è.

Figlia del Gange di Asha Mirò è un libro di poche pagine, ma piene di sentimento. È una storia vera che per certi versi mi ricorda il film del 2016, Lion, la strada verso casa, diretto da Garth Davis. 



In entrambi i casi, i protagonisti sono indiani che vengono adottati da famiglie di altri paesi e, nonostante si possano ritenere fortunati per essere cresciuti nel benessere e nell'affetto, si sentono incompleti e sono tormentati da mille domande, dubbi e sensi di colpa. Entrambi sentono l'esigenza di tornare alla terra d'origine per verificare quanto questa abbia influito sul loro essere e vogliono conoscere la loro storia. Un passo decisivo per ricongiungersi alla famiglia adottiva e, in primis, a se stessi, con maggiore equilibrio e serenità.
Lo stile è semplice, oserei dire acerbo, e la narrazione è rivolta all'essenziale; nessuna lungaggine, pochissime e brevi le descrizioni dei luoghi, ridotte al minimo anche le definizioni dei personaggi, ampio spazio, invece, alla caratterizzazione psicologica ed emozionale di Asha, quindi Asha Mirò stessa che scrive in prima persona.
Una nota particolare consiste nell'intercalare alla narrazione qualche pagina del diario scritto da Electa Vega, la madre adottiva, mentre aspettava l'arrivo della sua bambina. Diario che continuerà a tenere anche in seguito, come testimonianza del suo grande amore. Amore che, a quanto pare, non è sufficiente a colmare il vuoto d'affetto che si crea nel cuore di un bambino che ha subìto il trauma di un abbandono.
Asha Mirò, collabora con programmi di servizio a chi chiede consigli in materia di adozioni e partecipa a progetti di aiuti per il terzo mondo.


Figlia del Gange

di Hasha Mirò
Sperling & Kupfer
Autobiografia
ISBN 978-8860616241
Cartaceo 12,50

Sinossi
Originaria di un villaggio poco lontano da Bombay, Asha viene presto abbandonata dai suoi e ospitata in un convento di suore. Per sei interminabili anni non smette di cercare i genitori... Finché non avviene un piccolo miracolo: è accolta da una famiglia di Barcellona che le dà tutto quanto ha sempre sognato, specialmente tenerezza e affetto. Ma il desiderio profondo di conoscere il proprio Paese e ricostruire i frammenti del passato spingono la giovane, vent'anni dopo, a un lungo viaggio, reale e simbolico, in India, dove finalmente potrà accettare la propria identità di "figlia del Gange". Una toccante testimonianza in prima persona sul delicato tema dell'adozione.

Ornella Nalon

Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra, 0111 Edizioni.
Una luce sul futuro, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto.


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