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Recensioni: Le persiane verdi e La scomparsa di Josef Mengele

Recensioni: Le persiane verdi e La scomparsa di Josef Mengele - Libri, Gli scrittori della porta accanto

Libri Mini recensioni di Beatrice Rurini. Le persiane verdi, di Georges Simenon, Adelphi, e La scomparsa di Josef Mengele, di Olivier Guez, Neri Pozza.


Geniale ed efficace. Un vero capolavoro di ingegno letterario.

Un racconto profondo, Le persiane verdi di Georges Simenon, una radicale, intima ed acuta indagine sull'animo umano, anche se di morti ammazzati non ce ne sono. In questo caso Simenon prepara il lettore per buona parte del romanzo, mettendo in evidenza i tratti intimi e le bassezze di un attore (uno qualsiasi, senza prenderne ad esempio nessuno di quelli più in vista al momento della stesura), il cinismo, l'egoismo e la caparbietà sono quasi enfatizzati, una "primadonna" che ama essere servita e riverita, anche se la notorietà lo disturba. Poi l'evoluzione, negli ultimi capitoli. Simenon riesce a simulare ampiamente e con notevole verosimiglianza i pensieri di una persona in stato di semi-incoscienza.
Una esposizione narrativa un po' lenta all'inizio, per dare il tempo di entrare pienamente nei panni e nell'ottica del protagonista, per poi spiazzare sul finale e farci vedere il protagonista su un piano terzo, dall'esterno come perfetti spettatori che non possono comunque interagire.
Non semplice come costruzione, ma geniale ed efficace. Un vero capolavoro di ingegno letterario.

Le persiane verdi

di Georges Simenon
Adelphi
Narrativa
ISBN 978-8845932809
Ebook 9,99€
Cartaceo 16,15€

Sinossi
Emile Maugin, celeberrimo attore giunto, a sessant'anni, all'apice del successo e della fama, un giorno apprende di avere, al posto del ventricolo sinistro, «una specie di pera molle e avvizzita». Dopo un'infanzia sordida, ha lottato, perduto, vinto, amato, desiderato, conquistato e posseduto tutto - donne, fama, denaro -, e coltiva la propria leggenda abbandonandosi a ogni eccesso. Prepotente, scorbutico, cinico (ma segretamente generoso), regna da tiranno su un piccolo mondo di sudditi devoti e trepidanti, fra cui la giovanissima e amorevole moglie, ma vive nella costante paura della morte e nella nostalgia dell'unica cosa che non ha mai conosciuto: la pace dell'anima - quella cosa tiepida e dolce a cui il suo desiderio attribuisce la forma di una casa con le persiane verdi.


La vita nella fuga dell'angelo della morte, il medico che ha vivisezionato donne, uomini e bambini anche e per conto di case farmaceutiche.

La storia si apre con la fuga di Josef Mengele dalle zone tedesche fino ad arrivare ai contatti per l'arrivo in Argentina. Qui la concomitanza dell'ascesa di Perón rende il romanzo ancora più enfatico. Le coperture, i depistaggi e la connivenza dell'America Latina hanno poi concluso l'opera, nascondendo parecchi personaggi scomodi per la Germania che stava tentato di redimersi.
La ricostruzione di Olivier Guez è sorretta da una corposa bibliografia, segnalata a fine testo; la parte romanzata si limita all'interpretazione del sentire (se abbia mai davvero sentito) di Josef Mengele rispetto all'ingiustizia di essere un fuggiasco in una prigione più che dorata. Non semplice scrivere una biografia senza cadere nell'empatia verso il protagonista, ma scomoda per l'incapacità del soggetto di ammettere le crudeltà e soprattutto di un orrore perpetrato a migliaia di uomini; la narrazione incalzante rende bene lo stato ansiogeno in cui si viene a trovare il personaggio, pieno di fobie e schifato dalla sommaria pulizia degli altri.
Non banale e non facile la lettura poiché alcune parti riportano le descrizioni delle "collezioni" singolari di Josef Mengele (abominevole solo a pensarci).

La scomparsa di Josef Mengele

di Olivier Guez
Neri Pozza
Romanzo storico
ISBN 978-8854516045
Ebook 9,99€
Cartaceo 14,04€

Sinossi
Buenos Aires, giugno 1949. Nella gigantesca sala della dogana argentina una discreta fetta di Europa in esilio attende di passare il controllo. Tra loro, un uomo che tiene ben strette due valigie e squadra con cura la lunga fila di espatriati. Al doganiere l'uomo mostra un documento di viaggio della Croce Rossa internazionale e raggiunge il suo santuario argentino, dove lo attendono anni lontanissimi dalla sua vita passata. L'uomo era, infatti, un ingegnere della razza. In una città proibita dall'acre odore di carni e capelli bruciati, circolava un tempo agghindato come un dandy: stivali, guanti, uniforme impeccabili, berretto leggermente inclinato. Con un cenno del frustino sanciva la sorte delle sue vittime, a sinistra la morte immediata, le camere a gas, a destra la morte lenta, i lavori forzati o il suo laboratorio, dove disponeva di uno zoo di bambini cavie per indagare i segreti della gemellarità, produrre superuomini e difendere la razza ariana. Scrupoloso alchimista dell'uomo nuovo, si aspettava dopo la guerra di avere una formidabile carriera e la riconoscenza del Reich vittorioso, poiché era l'angelo della morte, il dottor Josef Mengele.



Beatrice-rurini

Beatrice Rurini
Sono appassionata di lettura e musica sin da piccola. Ho conseguito la maturità magistrale (senza insegnare), studiato pianoforte e violoncello. Lavoro come restauratrice d'arte. Sono sposata con prole e, soffrendo d'insonnia, mi appoggio alla lettura per evitare di stare con le mani in mano.


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