Gli scrittori della porta accanto

L'amico ritrovato, di Fred Uhlman: pagina 69

L'amico ritrovato, di Fred Uhlman: pagina 69

Pagina 69 #148 L'amico ritrovato, di Fred Uhlman, Feltrinelli. «Uno dei testi più densi e più puri sugli anni del nazismo in Germania. Tra i romanzi più belli che si possano raccomandare ai lettori, dai dodici anni in su.»

Quella notte dormii malissimo. Sognai che venivo aggredito da due leoni e da una leonessa e forse urlai perché, svegliatomi di soprassalto, vidi i miei genitori chini sul mio letto. Mio padre mi misurò la febbre, ma non dovette trovare niente di anormale perché la mattina seguente andai a scuola come il solito, nonostante mi sentissi debole come al termine di una lunga malattia.
Konradin non era ancora arrivato. Mi diressi al mio banco dove rimasi seduto, fingendo di correggere un compito, e non alzai gli occhi nemmeno quando entrò. Anche lui andò dritto al suo posto e si mise a sistemare libri e matite, senza guardarmi. Ma appena suonò la campana che annunciava la fine della lezione, mi si avvicinò e, appoggiandomi le mani sulle spalle - un gesto che non aveva mai fatto - , mi rivolse qualche domanda, evitando tuttavia la più ovvia, e cioè se mi fosse piaciuto il Fidelio. Risposi il più naturalmente possibile.
Al termine della giornata scolastica Konradin mi aspettò e ce ne tornammo a casa assieme come se nulla fosse successo. Per una buona mezz'ora continuai a far finta di niente, pur sapendo che non gli sfuggiva ciò che si agitava in me, altrimenti non avrebbe esitato ad affrontare l'argomento che più ci stava a cuore, e precisamente l'episodio della sera precedente. Poi, mentre il cancello di ferro si apriva, preannunciando la nostra separazione, mi voltai verso di lui e gli dissi: "Konradin, perché mi hai evitato, ieri?"
Forse si aspettava la domanda, ma essa dovette ugualmente turbarlo perché prima arrossì poi impallidì. Chissà, probabilmente aveva sperato che non gliela ponessi e che, dopo qualche giorno di broncio, avrei dimenticato l'accaduto. Una cosa era chiara, non era preparato alla mia franchezza, tanto che prese a farfugliare qualcosa del tipo che "non mi aveva affatto evitato", che "soffrivo di allucinazioni", che ero "ipersensibile" e che "non aveva potuto lasciare i suoi genitori". Ma io mi rifiutai di accettare le sue giustificazioni.
"Senti un po', Konradin, " gli dissi "Sai perfettamente che ho ragione. Credi che non mi sia accorto che le uniche volte in cui mi hai invitato a casa tua i tuoi genitori non c'erano? Sei davvero convinto che siano tutte allucinazioni? Ho bisogno di sapere come stanno le cose. Non voglio perdere la tua amicizia, lo sai... Ero solo prima del tuo arrivo e tornerei ad esserlo se tu mi respingessi, ma non posso sopportare l'idea che ti vergogni di me al punto da non volermi presentare ai tuoi genitori. Cerca di capirmi. Non mi interessa frequentarli abitualmente, mi basta solo conoscerli, rimanere con loro cinque minuti. Basterebbe questo a far sì che non mi sentissi indesiderato a casa tua. E poi, preferisco la solitudine alle umiliazioni. Valgo quanto tutti gli Hohenfels del mondo. Nessuno ha il diritto di umiliarmi, te l'assicuro, re, principe o conte che sia."



Quarta di copertina
L'amico ritrovato, di Fred Uhlman

Germania, 1933. Due sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. Uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta e magica. Riuscirà a non essere spezzata dalla Storia?
Racconto di straordinaria finezza e suggestione, L’amico ritrovato è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in tutto il mondo con unanime, travolgente successo di pubblico e critica.
“Un’opera letteraria rara”, lo ha definito George Steiner sul “New Yorker”.
“Un capolavoro”, ha scritto Arthur Koestler nell’introduzione all’edizione inglese del 1976.
“Un libro che assilla la memoria... una gemma”, “Un racconto magistrale”, hanno fatto eco “The Sunday Express” e “The Financial Times” di Londra.
E infine “Le Monde” di Parigi: “Uno dei testi più densi e più puri sugli anni del nazismo in Germania... Tra i romanzi più belli che si possano raccomandare ai lettori, dai dodici anni in su. Senza esitazione”.


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