Pagina 69 #150 La nausea, di Jean-Paul Sartre, Einaudi. Un romanzo trasgressivo e ricchissimo, che ci restituisce il disagio del mondo in agonia alla vigilia della seconda guerra mondiale.
L’agente di cambio s’è seduto di fronte ad un vecchio tutto sbarbato dall’aria infelice. Il vecchio sbarbato comincia subito un racconto animato. L’agente di cambio non l’ascolta: fa delle smorfie e si tira la barba. Non si ascoltano mai.
Riconosco i miei vicini, è una coppia di piccoli commercianti del quartiere. La domenica la loro domestica fa vacanza, e allora vengono qui e s’installano sempre alla stessa tavola. Il marito mangia una bella costoletta di vitello. La guarda da vicino e ogni tanto l’annusa. La donna mangiucchia. È una bionda ben piantata sui quarant’anni dalle guance rosse e lanuginose. Ha belle poppe dure sotto la camicetta di seta. Si scola come un uomo la sua bottiglia di bordeaux rosso ad ogni pasto.
Mi metterò a leggere Eugénie Grandet. Non che vi trovi gran piacere, ma bisogna pur fare qualcosa. Apro il libro a caso: madre e figlia parlano del nascente amore di Eugenia.
Eugenia le baciò la mano dicendo: “Come sei buona, cara mamma!”
Queste parole fecero raggiare di gioia il vecchio viso materno avvizzito da tanti dolori.
“Come lo trovi?” domandò Eugenia.
La signora Grandet per tutta risposta sorrise; poi, dopo un momento di silenzio, disse a voce bassa:
“Dunque già l’ameresti? Sarebbe un male.”
“Un male?” riprese Eugenia, “e perché? Avanti, mamma, prepariamogli la tavola per la colazione.”
Gettò da parte il lavoro, e la madre fece altrettanto, dicendole: “Sei pazza.”
Ma le piacque di giustificare la follia della figlia mettendosi dalla sua parte.
Eugenia chiamò Nanon.
“Ebbene, che cosa volete ancora, signorina?”
“Nanon, avrai pure della panna per mezzogiorno?”
“Ah! Per mezzogiorno sì,” rispose la vecchia domestica.
“Ebbene, dagli del caffè ben forte, ho sentito dire dal signor des Grassins che a Parigi si fa il caffè molto forte. Metticene molto.”
“E dove volete che lo prenda?”
“Compralo.”
“E se m’incontra il signore?”
“È nei suoi prati…”
Quarta di copertina
La nausea, di Jean-Paul Sartre
«Tutto è gratuito, questo giardino, questa città e io stesso. Quando capita di accorgersene, viene il voltastomaco e tutto comincia ad oscillare; ecco la Nausea».
Dopo aver viaggiato a lungo, Antoine Roquentin si stabilisce a Bouville, in uno squallido albergo vicino alla stazione, per scrivere una tesi di dottorato in storia. La sera, si siede al tavolo di un bistrot ad ascoltare un disco, sempre lo stesso: Some of These Days. La sua vita ormai non ha piú senso: il passato è abitato da Anny, mentre il presente è sempre piú sommerso da una sensazione dolce e orribile, insinuante, che ha nome Nausea. Un romanzo trasgressivo e ricchissimo, sempre attuale, che ci restituisce il disagio del mondo in agonia alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Il libro piú libero di Sartre, il piú disinteressato e il piú appassionato insieme.
Leggi le altre pagine 69:
Ti siamo davvero riconoscenti per il tempo che ci hai dedicato. Se sei stat* bene in nostra compagnia, che ne dici di iscriverti alla NEWSLETTER SETTIMANALE per restare sempre aggiornat* sui nostri argomenti? Oppure potresti offrirci UN CAFFÈ o sostenerci acquistando i GADGET ispirati ai nostri libri. Te ne saremmo davvero grati!
Oppure potresti lasciarci un commento per farci sapere che ne pensi di questo articolo, il tuo feedback è davvero importante per noi.
NB: Gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Tuttavia, verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi della immagine o della onorabilità di terzi, razzisti, sessisti, spam o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy e, in ogni caso, ritenuti inadatti a insindacabile giudizio degli autori stessi.
Posta un commento