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Recensione: L'avvocato di Madama Butterfly, di Giorgio Fabio Colombo

Recensione: L'avvocato di Madama Butterfly, di Giorgio Fabio Colombo

Libri Recensione di Davide Dotto. L'avvocato di Madama Butterfly di Giorgio Fabio Colombo (O Barra O). Esame delle implicazioni giuridiche del matrimonio tra l'americano Pinkerton e la giapponese Chōchō-san (Madama Butterfly).

Nei paesi anglosassoni è in voga un campo interdisciplinare di studi che mette in contatto la creatività letteraria con il mondo giuridico: la Law and Literature. Gli approcci sono molteplici. Per esempio nella Law as Literature l’universo del diritto si avvale degli strumenti culturali più vari – anche letterari – per l’analisi di casi concreti, al di là di un formalismo legale fine a stesso. Grazie alla Law in Literature, invece, la dimensione letteraria si affaccia, raccontandolo a suo modo, all’universo legale. Integrando i rispettivi punti di vista, ciascuna disciplina ne risulta indubbiamente arricchita.

Le questioni legali al centro della Madama Butterfly di Puccini sono passate al vaglio da Giorgio Fabio Colombo, professore associato di diritto comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza di Nagoya. 

Esse si intrecciano in primo luogo con la struttura narrativa del libretto d’opera,  quindi con la storia e la cultura nipponica.
In merito alla struttura del libretto, il Giappone, misterioso e distante, proietta lo spettatore verso le suggestioni dell’Oriente. Non è necessaria un’approfondita ricostruzione.
Il testo [...] può essere inserito nel filone delle rappresentazioni stereotipate e orientaliste del Giappone e della donna giapponese in particolare.
Fino a che punto, perciò, costoro erano consapevoli delle implicazioni legali delle nozze  concluse tra Chōchō-san (Madama Butterfly) e il marito, l'americano Pinkerton? In che modo queste si ripercuotono sull'epilogo tragico?

Neanche tanto sullo sfondo, emerge un problema di diritto internazionale privato che, in presenza di situazioni giuridiche che abbiano un collegamento con stati diversi, individua l’ordinamento applicabile.

Potrebbe essere la legislazione giapponese (giapponese è la ragazza, giapponese è il luogo in cui viene celebrato il matrimonio) o americana (cittadinanza di Pinkerton).
Complicano il quadro i Trattati ineguali, che ponevano il paese del Sol Levante in una condizione subalterna dalla quale esce verso la fine del XIX secolo. In tale frangente vale, nei rapporti tra privati, il principio dell’extraterritorialità, ossia «il principio in base al quale allo straniero in Giappone si applicava il proprio diritto nazionale e non quello giapponese – e la giurisdizione consolare – ovvero il diritto dello straniero di essere sottratto alla competenza dei tribunali giapponesi e di essere giudicato dalle proprie autorità nazionali».
Riepilogando per sommi capi: per quanto concerne la validità del matrimonio, trova (e ha trovato) applicazione la legge del luogo in cui esso è celebrato (lex loci actus). Per la legge giapponese, il rito nuziale è perfettamente valido. Secondo la rispettiva legge nazionale (lex patriae) eseguite le dovute formalità, ciascuno (sia la quindicenne Chōchō-san, sia il suo promesso sposo) ha la capacità di contrarre matrimonio.

L’intreccio della Madama Butterfly è fin troppo noto: Pinkerton ha inteso (con apposita riserva mentale) sposarsi all’uso giapponese, ovvero per 999 anni, salvo prosciogliersi ogni mese

L’uomo sembra davvero convinto di potersi sciogliere unilateralmente dal vincolo, tanto più che nessuno dei personaggi (Chōchō-san compresa), a cose fatte, ha granché da ridire. Lo stesso  principe Yamadori pare averne tratto beneficio:
Butterfly Tante mogli ormai toglieste, vi doveste abituar.
Yamadori L’ho sposate tutte quante e il divorzio mi francò.
Eppure, né il diritto giapponese, né tanto meno quello americano consentivano (ora come allora) al marito di svincolarsi ad nutum. Specialmente considerando la situazione in cui si viene a trovare Madama Butterfly: ripudiata dai parenti, incitati dallo zio Bonzo («Ci hai rinnegato... e noi ti rinneghiamo») avendo ricusato la religione degli avi, dovrà rinunciare anche al figlio nato nel frattempo, reclamato dal padre ricomparso dopo tre anni. La qual cosa indurrà al suicidio la povera Chōchō-san.
L’epoca in cui è avvenuta la celebrazione del matrimonio (non sono la stessa cosa gli anni Ottanta del secolo XIX o i primi del Novecento), dà modo all’autore di chiarire l’evoluzione che ha interessato il Giappone. Madama Butterfly non era, in ogni caso, priva di qualsiasi difesa o possibilità di far valere le proprie ragioni. Anzi: in mancanza di un suo esplicito consenso, il matrimonio non poteva essere sciolto, costringendo il marito a ricorrere in tribunale. Di certo si sarebbero rivelate assai problematiche le pretese genitoriali nei confronti del bambino.

Un simile approfondimento normativo getta luce su taluni aspetti della storia di Madama Butterfly, ma pure qualche ombra sulla struttura narrativa stessa, incrinandone la coerenza e, almeno in parte, l'epilogo tragico.

Non credo sia ammissibile un simile rigore, dato che si travalicherebbe il significato dell'opera: che è il dramma, forte e terribile, di una ragazza che vede crollare la granitica fiducia nel ritorno dell'amato marito. È alle prese con una solitudine senza scampo: abbandonata dalla propria famiglia (anzi ripudiata), ha acquisito la cittadinanza americana a questo punto estranea, ma avendo perduto quella originaria, paradossalmente è straniera in patria e senza possibili vie d'uscita.


L'avvocato di Madama Butterfly

di Giorgio Fabio Colombo
O barra O
Saggio
ISBN 978-8869680274
Cartaceo 5,95€
Ebook 2,99€

Sinossi
La famosa opera lirica di Giacomo Puccini, Madama Butterfly, viene qui presentata sotto una prospettiva finora inesplorata. Al di là delle suggestioni esotiche, la trama è incentrata su una serie di aspetti legali che si prestano a una lettura di tipo giuridico.In base a quale diritto va analizzato il matrimonio fra Pinkerton e Butterfly? Quello giapponese o quello americano? Poteva Pinkerton divorziare unilateralmente solo abbandonando la sua sposa e rientrando negli Stati Uniti? E che ne è, giuridicamente parlando, del loro figlio? È cittadino americano o suddito giapponese?Il testo non solo risponde alle questioni di diritto internazionale e comparato, ma sollecita con molteplici spunti la curiosità del melomane e dell’appassionato di storia e civiltà giapponese.




Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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