Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Piccola città. Una storia comune di eroina, di Vanessa Roghi

Recensione: Piccola città. Una storia comune di eroina, di Vanessa Roghi

Libri Recensione di Beatrice Rurini. Piccola città. Una storia comune di eroina di Vanessa Roghi (Laterza). Un saggio di storia, un memoir per parlare di tossicodipendenza, partendo dal punto di vista più difficile e doloroso: quello personale.

Quando ero bambina, su un muro in casa di mio padre c’era un disegno. Raffigurava degli struzzi di profilo, al tramonto. Le loro sagome emergevano da una scritta che io imparavo a memoria pur non comprendendola: «La piccola città non aveva mai scherzato con i suoi abitanti, così come non scherzerà mai. E le ore racchiudevano il magico contenuto della noia, della incapacità».
La piccola città era Grosseto e gli struzzi i suoi abitanti.
Così pensavo allora. O forse no. Forse gli struzzi erano mio padre e i suoi amici che avevano scritto e disegnato su quel muro. L’incapacità era la loro. E la sabbia era l’eroina.
Usando come filo logico la propria biografia, Vanessa Roghi ci racconta a tutto tondo quelle che erano le storie degli anni '70 del Novecento quando, dopo i movimenti del Sessantotto, la voglia e la necessità di liberarsi dai legami e dagli schemi familiari dilaga nel mondo.
Oltre alla musica pop e allo stato di capelloni, iniziano a dilagare anche le sostanze psicotrope e allucinogene di cui ancora non si conoscevano i potenziali distruttivi. Vanessa Roghi raccoglie testimonianze (per quel poco che è stato scritto) e ne combina un saggio che è anche un manuale d'uso e di ricordo.
Chi sapeva poi che le droghe, in particolare l'eroina e l'LSD, avessero la prerogativa di dare assuefazione fino al punto di non pensare ad altro, neppure di mangiare? I pochi testi di medicina non parlavano più di tanto della sintomatologia post assunzione, non spiegavano quali fossero gli effetti indesiderati. Si sapeva solo per sentito dire. Fioriscono così i gruppi abbastanza eterogenei di assuntori costanti, si hanno i primi casi di Aids, i primi morti per overdose. Si hanno le prime discriminazioni di famiglie di assuntori.
Vanessa Roghi si trova in mezzo a questa valanga di fatti sconvolgenti, suo malgrado. A questo punto anche gli assuntori più incalliti, prima di arrivare alla morte, cercano un modo per sfuggire a questa tenaglia, a questo mondo visionario che comunque non regala la pace interiore che ci si attende.
Piccola città. Una storia comune di eroina è un testo abbastanza impegnativo sul piano della tematica, ma molto sciolto, diretto e giornalistico come linguaggio.
Così, riassumendo, negli anni Settanta, per me bambina, le Cose che Esistono sono il Femminismo, la Politica, il Mondo e la Città. «Linus», in bagno, da leggere. Mentre ancora non ci sono i cartoni animati giapponesi e soprattutto ancora non c’è l’Eroina che cambierà di lì a poco il Mondo, il Femminismo e la Politica. Ma soprattutto la Città…

Piccola città
Una storia comune di eroina

di Vanessa Roghi
Laterza
Saggio storico | Memoir | Biografia
ISBN 978-8858133347
ebook 10,99€
cartaceo 16,15€

Sinossi:
«Guardate questa bambina. Questa bambina sono io. Ho un buffo cappello di lana colorato, lo so perché c'è un'altra foto a colori che me lo dice. Sto con M. Deve essere il 1977. Sono felice. La città per me è ancora una soltanto. Nessun muro la divide in due. Per ora. Dopo non sarà mai più così.»
Decine di migliaia di tossicodipendenti, una 'generazione scomparsa' su cui si è steso un velo di oblio. Un libro di storia, un memoir che squarcia un muro di silenzio e lo fa partendo dal punto di vista più difficile e doloroso: quello personale.

Beatrice-rurini

Beatrice Rurini
Sono appassionata di lettura e musica sin da piccola. Ho conseguito la maturità magistrale (senza insegnare), studiato pianoforte e violoncello. Lavoro come restauratrice d'arte. Sono sposata con prole e, soffrendo d'insonnia, mi appoggio alla lettura per evitare di stare con le mani in mano.


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