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Recensione: Lo zaino è pronto, io no, di Marco Lovisolo

Recensione: Lo zaino è pronto, io no, di Marco Lovisolo

Libri Recensione di Elena Genero Santoro. Lo zaino è pronto, io no di Marco Lovisolo (Youcanprint). Africa, Messico, India, Perù, Patagonia, Vietnam, Laos e Cambogia: sei viaggi, personaggi strampalati, incontri originali, situazioni bizzarre e piccoli disastri.

Lo zaino è pronto, io no di Marco Lovisolo non è un romanzo, o forse un po’ sì. È la narrazione di sei viaggi importanti di cui l’autore, di Torino come me, è stato protagonista.
Africa, Messico, India, Perù, Patagonia, Vietnam, Laos e Cambogia: queste le mete che Marco Lovisolo ha raggiunto, sempre da solo, in modo anche avventuroso, talvolta trovando temporanei compagni di viaggio.
La struttura di ogni capitolo è la stessa: vi è la cronaca, spesso in chiave ironica, di tutte piccole disavventure e le ingenuità del viaggiatore solitario, che si mischia con interi paragrafi di excursus storici nei quali l’autore spiega con rigore le origini del luogo che sta visitando.
Alla fine del capitolo, per ogni destinazione, vengono suggerite le dieci cose da fare e quelle da non fare.
Così il lettore si immerge nel viaggio insieme all'autore, apprende qualcosa di come le persone vivano dall’altra parte del mondo, cioè in un modo molto diverso dal nostro.

Voglio porgere i miei complimenti all'autore Marco Lovisolo, anzi, al viaggiatore.

Per aver affrontato ogni genere di scomodità, aver dormito in tenda vicino a un ghiacciaio e in un ostello con tre energumeni, di aver condiviso spazi ristretti e odori intensi con sconosciuti durante spostamenti di mezze giornate su mezzi improbabili.
Io che pure a vent’anni andavo in campeggio in tenda e prima ancora, con il coro con cui facevo tournée estive, dormivo e mangiavo a casa di sconosciuti, o, peggio, su sacchi a pelo in camerate lerce con altre cinquanta persone, superati i quarant’anni, voglio, esigo e pretendo solo alloggi confortevoli e, in mancanza della mia famiglia, camere rigorosamente singole. Sono diventata schizzinosa. Quindi leggere di latrine improvvisate in mezzo al nulla mi ha pervasa di un’angoscia non indifferente.

Vi è poi un’omogeneità nel romanzo Lo zaino è pronto, io no che non riguarda solo la struttura, ma proprio ciò che Marco Lovisolo scopre strada facendo.

Innanzitutto, che si parli dei Maya, degli Aztechi, degli Inca, o dei popoli africani, gli europei non ci fanno mai una bella figura. Stessa cosa dicasi degli americani in Asia. Ogni volta che gli spagnoli o gli inglesi, e non solo loro, sono approdati da qualche parte, lo hanno fatto per depredare quei luoghi delle loro ricchezze. Non sono stati accorti nemmeno al punto di studiare e replicare i punti di forza presenti nelle altre culture, anzi, spesso, con la scusa della religione si sono sentiti legittimati a compiere mattanze, annullare le altrui civiltà, sfoggiando un complesso di superiorità piramidale.
Il secondo messaggio è che si può essere felici anche senza soldi e senza nulla. I sorrisi che il nostro protagonista ha incrociato, in luoghi in cui la gente ha appena di che vestirsi e di che mangiare, sono ciò che più fa riflettere sulla nostra civiltà per così dire evoluta. Ed è ciò che spingerà il vero viaggiatore a partire ancora.


Lo zaino è pronto, io no

di Marco Lovisolo
Youcanprint
Narrativa di viaggio | Memoir
ISBN 978-8892636880
Ebook 4,99€
Cartaceo 14,45€

Sinossi
Personaggi strampalati, incontri originali, situazioni bizzarre e piccoli disastri prendono vita nel corso di questo piacevole diario che ci accompagna in giro per il mondo, dall'Africa Orientale all'America Centrale, dall'India al Perù, dal Sud-est asiatico alla Patagonia. L'autore interpreta il viaggio come esperienza esistenziale e ricostruisce, con ironia e disincanto, gli aneddoti che hanno segnato indelebilmente i suoi straordinari vagabondaggi. Marco vive intensamente l'esperienza del viaggio in solitaria, abbandona le rigide convenzioni che regolano la sua esistenza quotidiana e segue un percorso di crescita interiore che lo porta ad affermare: "Ho capito che il viaggio è un'autentica forma d'arte perché rappresenta la vita nelle sue mutevoli sfumature, permette di conferire una nuova dimensione alle cose, ti inebria con il senso di libertà che sa regalarti. I viaggiatori, in realtà, sono artisti".
Elena Genero Santoro

Elena Genero Santoro
Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni.
Perché ne sono innamorata, Montag.
L’occasione di una vita, Lettere Animate.
Un errore di gioventù, 0111 Edizioni.
Gli Angeli del Bar di Fronte, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni (seconda edizione).
Il tesoro dentro, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni (seconda edizione).
Immagina di aver sognato, PubGold.
Diventa realtà, PubGold.


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