Cinema Di Davide Dotto. Sliding doors. Il film di Peter Howitt vent'anni dopo, un tema sempre attuale: il destino e i margini consentiti dal libero arbitrio.
La riva è più sicura, ma a me piace combattere con le onde.
Emily Dickinson
- Farò tutto quello che vuoi, davvero.Il film, che ha reso celebre Gwyneth Paltrow, da più di vent'anni non cessa di ammaliare: un po' a causa del tema (il destino e i margini consentiti dal libero arbitrio), un po' per le stesse sliding doors, entrate nell'immaginario collettivo e nel linguaggio di tutti i giorni. Chi lo vedesse oggi la prima volta non lo troverebbe affatto invecchiato.
- In questo caso allora alzati in piedi, vai a quella porta, oltrepassala e richiudila alle tue spalle!
Sliding doors, regia di Peter Howitt
Il regista Peter Howitt racconta una storia la cui linea narrativa si biforca in due universi paralleli, a seconda che Helen (Gwyneth Paltrow), la protagonista, riesca a salire oppure no su una data corsa della metropolitana. Si produce un effetto farfalla. In un caso Helen perde preziosissimi istanti nello scansare una bimba che, mettendosi a giocare sulla ringhiera delle scale, ne rallenta la discesa. Nell'altro la madre, stringendo la piccola a sé, consente alla ritardataria di salire sulla carrozza.
Da qui in avanti seguiamo le vicende delle rispettive dimensioni temporali.
Lei che sconsolata guarda il convoglio allontanarsi e lei che, al suo interno, indugia sulla banchina in cui rischiava di dover attendere quello successivo.Il nodo della questione è uno soltanto: sorprendere il fidanzato in flagrante tradimento. Non che le cose cambino granché nell'altro senso. Il compagno, colto da viva agitazione nell'averla fatta franca per il rotto della cuffia, non ha ripulito la scena del crimine: quel certo bicchiere da brandy finito – chissà come – sul cesto della biancheria insospettisce la ragazza, ma al momento rinuncia a tirare le somme.
Non sembrano rilevanti le scelte individuali: a prevalere è la regia di forze ingovernabili dietro l'inestricabile rete dell'accadere.
Nel film le strade non cessano mai di intersecarsi e congiungersi in un dialogo multidimensionale rivolto al riallineamento finale, quasi regnassero incontrastate le leggi della fisica quantistica che, come un elastico, impediscono agli universi di andare troppo alla deriva da binari tracciati sin dall'inizio.Ci si domanda, alla fine, se non convenga assecondare le proprie illusioni, sostituendo quelle infrante con altre non meno transitorie, e attendere con rassegnazione e fiducia l'evolversi della situazione.
Nessuna delle alternative in gioco, tuttavia, rappresenta una riva sicura. Soprattutto per Helen che, in ogni caso, sceglie di combattere con le onde.
Davide Dotto Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni. |
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