Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Con una rosa in mano, di Antonio Ferrara

Recensione: Con una rosa in mano, di Antonio Ferrara

Libri Recensione di Stefania Bergo. Con una rosa in mano di Antonio Ferrara (Feltrinelli). La storia dell'eroe inconsapevole di piazza Tienanmen in un romanzo breve per giovani lettori. Uno dei NO più potenti della storia.

Era il 4 giugno 1989 quando un ragazzo, tuttora sconosciuto, si oppose ai carro armati cinesi inviati dal Partito Comunista per sgomberare piazza Tienanmen dai manifestanti, quasi tutti studenti.
Quel giorno, i morti furono centinaia, l'oppressione vinse, e vince anche oggi, grazie all'oscurantismo che la Cina sta facendo, vietando la memoria di quel giorno. Ma noi non possiamo dimenticare. La foto di un ragazzo con due borse di plastica che, da solo, si oppone all'avanzata dei cingolati semplicemente restando fermo è intatta come allora. Una prova di coraggio e di ribellione civile. Perché, anche se la protesta finì nel sangue, pose un riflettore sulla repressione del governo cinese in tema di diritti umani e libertà di espressione: censura e manipolazione dell'informazione sono all'ordine del giorno in Cina, che oggi sfrutta anche gli algoritmi dei social media per ricercare parole chiave tra i post degli utenti.

Con una rosa in mano di Antonio Ferrara è un romanzo breve per giovani lettori che racconta la storia di quelle proteste studentesche in piazza Tienanmen. 

In particolare narra di Wang, figlio di contadini, che dalla campagna si trasferisce a Pechino per studiare matematica. Un ragazzino di sedici anni come tanti, abituato a non pensare, a non avere desideri, a imparare lezioni a memoria senza farsi domande. Diventerà un simbolo di ribellione, un eroe inconsapevole senza averlo mai voluto, forse senza nemmeno realizzarlo.
Antonio Ferrara ci regala quasi un romanzo di formazione, perché nel corso della narrazione Wang cresce, si evolve la sua coscienza sociale. Viene coinvolto dai suoi compagni di corso nelle proteste contro il governo comunista e l'oppressione, ma inizialmente non comprende il loro ardore. Di sicuro non ne vorrebbe far parte, lui, dicevamo, non ha sogni, sta bene così, non avverte la gabbia che gli sta intorno, preferisce non sapere di diritti calpestati.
Xu disse che sua madre, in ospedale, ne vedeva tante, ogni giorno. Vedeva le donne che per forza dovevano abortire perché avevano già un figlio, e più di uno non ne potevi avere. [...] Io stavo zitto e pensavo: Questi sono matti, veramente matti, io non ho nessuna voglia di finire in prigione, proprio no. [...] mi girai dall'altra parte e feci finta di dormire.
Antonio Ferrara, Con una rosa in mano

Ma poi Wang si innamora di una ragazza, Sue, che, al contrario, non ha alcuna intenzione di farsi imbavagliare dal sistema.

[...] mi pareva strano che una ragazza parlasse come un capo.
Antonio Ferrara, Con una rosa in mano
E così si aggrega a un gruppo di studenti che per settimane bivacca in piazza Tienanmen — «gli studenti erano là perché volevano cambiare le cose storte della Cina [...] e volevano farlo senza le armi» –, maturando lentamente un sentimento sociale cosciente:
«Voglio cambiare, voglio capire quello che succede intorno a me mentre succede, non dopo.»
[...] «Non so se ce la faremo, Wang» attaccava Lu, «ma almeno avremo dimostrato che si può alzare la testa»
Antonio Ferrara, Con una rosa in mano
I ragazzi del suo gruppo vengono tutti uccisi. Anche Sue. Non prima di aver urlato, insieme a tutta la piazza, un «NO da far tremare i vetri delle finestre di tutte le case di Pechino». Anche lui grida il suo NO, anche se si sente un vigliacco, anche se ha paura. Diviene eroe inconsapevole, senza nemmeno volerlo essere. Affronta i carro armati con in mano una borsa di pere rubate dai frutteti nelle campagne. Lo fa non per coraggio, ma per resa: una volta rimasto solo, non ha più nulla da perdere.
E mentre fronteggia il nemico con il suo NO, incrocia i suoi occhi, gli occhi di chi sta dall'altra parte e deve eseguire degli ordini. E se il vero coraggio fosse la disobbedienza a quegli ordini?


Su questo si interroga Antonio Ferrara, questa la sua interpretazione dei fatti di piazza Tienanmen di trent'anni fa racchiusa in Con una rosa in mano.

A mio avviso efficace e mirata a scuotere le coscienze dei tanti che ritengono di non poter fare nulla in quanto singoli individui senza particolari velleità da eroe – «un giovane cosa può fare? Mica può cambiare il mondo». Ed è curioso che mia figlia proprio ieri mi abbia chiesto che senso avrebbe "disobbedire", ribellarsi a ciò che non condividiamo, se abbiamo una sola voce, chi ci ascolterà?
La verità è che il mondo ha bisogno di eroi inconsapevoli che diano il buon esempio, che raggruppino le voci in un unico coro di NO. E non necessariamente debbono stare sulla stessa sponda del fiume, basta che abbiano lo stesso rispetto per i diritti umani e la certezza di volerli difendere.
Tutti pensano che il coraggioso sia stato io, ma quel giorno ero impazzito, ecco, ero pazzo. Ma lui sapeva bene quello che faceva e, anche se alla radio gli avevano ordinato di passarmi sopra col suo carro [...], lui decise in un momento che non lo avrebbe fatto, che non poteva farlo.
Antonio Ferrara, Con una rosa in mano


Con una rosa in mano

di Antonio Ferrara
Feltrinelli
Romanzo breve | Young Adult
Cartaceo 8,50€
Ebook 6,99€

Sinossi

Wang trascorre la sua infanzia nella campagna cinese. Si studia, si zappa la terra, si va al fiume a lavarsi, si beve il tè alla luce del tramonto. Quando il padre muore, Wang ha sedici anni e si trasferisce a Pechino per studiare matematica. Si impegna, viene istruito secondo i canoni della Rivoluzione culturale e ne scopre le atrocità. Mentre tra i giovani serpeggia aria di cambiamento e protesta, Wang si innamora di Sue, ma sia in amore sia sul piano politico è debole, timoroso, conservatore. "Un vigliacco", lo accusano i suoi compagni di stanza. In facoltà le assemblee diventano sempre più frequenti, la protesta inizia a suonare come un tamburo in piazza Tienanmen. Wang, trascinato da Sue, partecipa alle manifestazioni, ma come molti altri coetanei non è pienamente consapevole delle ragioni per cui sta prendendo parte alla rivolta. Lui è quello che va negli orti pubblici a rubare le pere per tutti gli altri. Poi il governo reagisce, in piazza arriva l'esercito, cominciano gli incendi.


Stefania Bergo
Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro.
Con la mia valigia gialla, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione).
Mwende. Ricordi di due anni in Africa, Gli scrittori della porta accanto Edizioni.
La stanza numero cinque, Gli scrittori della porta accanto Edizioni.


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