Gli scrittori della porta accanto

Scrittori: intervista ad Andrea Carbotti

Scrittori, intervista ad Andrea Carbotti

Caffè letterario A cura di Silvia Pattarini. Intervista ad Andrea Carbotti, al suo esordio con L'ammissibile verità (Pufa editore), ispirato a una storia vera: un furto di olio imputato al suo bisnonno.


Buongiorno Andrea Carbotti, benvenuto e grazie per avere scelto il nostro web magazine culturale. Per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare: qual è stata quell’alchimia, quella scintilla interiore che ti ha spinto a scrivere L’ammissibile verità?

Il Manzoni ne I promessi sposi utilizzò l’espediente del “manoscritto ritrovato”, a dire il vero molto in voga nella letteratura di qualche secolo fa. Il bello è che io un manoscritto l’ho ritrovato davvero, in soffitta: è un insieme di atti giudiziari e verbali di polizia raccolti dai Carabinieri in occasione di un epocale furto di olio che vedeva imputato niente meno che il mio bisnonno, che fortunatamente ne uscì illeso.
Una roba assurda, che in contatto con le membra e la penna del figlio di uno sbirro e una prof. – il che spiega la mia passione per tutto ciò che è giallo –, si è trasformata ne L’ammissibile verità, il mio titolo di esordio.

L’ammissibile verità: ci riveli qualche curiosità sulla trama?

Come tutti i “gialli”, anche ne L’ammissibile verità qualcuno sarà chiamato a trovare il bandolo di una matassa: è il turno del vicecommissario Filippo Gerloni, comandato di servizio alla Polizia Giudiziaria di Belvedere, una località della Puglia nata nel mio romanzo ma che diventa di pietra e calce nel 90% del tacco d’Italia.
Accorso sulla scena del crimine insieme al fedele brigadiere Casadei, il vicecommissario alzerà il velo su varie piste fino a una svolta determinante delle indagini, che svelerà l'anima oscura di un insospettabile ladro.
Gerloni è un investigatore dinamico e indulgente che finirà anche per innamorarsi e che coltiva nel suo animo una promessa segreta fatta a sé stesso: scoprire l’assassino di suo padre, morto in circostanze misteriose molti anni prima.

Il tuo romanzo si fa portavoce di qualche messaggio particolare, o si propone esclusivamente di intrattenere piacevolmente il lettore?

Il mio romanzo vuole portare i lettori nell’atmosfera scomparsa di una provincia che non c’è più: quella più segreta e saporosa del Novecento italiano, quella più fitta e misteriosa delle Murge pugliesi, dove nulla è lasciato al caso e dove tutti hanno qualcosa da raccontare.
Nel libro c’è anche spazio per qualche pillola di storia, la mia più grande attrazione culturale, il carburante e la memoria di tutti popoli. Mi rendo conto che è importante conoscere e interessarsi delle gesta di chi è stato al mondo prima di noi, di chi prima del nostro arrivo ha calpestato le nostre strade e costruito le nostre città. Senza la storia – per dirla alla Malcolm X – saremmo ridotti al rango di animali inferiori.

Andrea Carbotti preferisce scrivere con carta e penna o meglio la tastiera?

Tastiera, senza dubbio. La storia è importante, ma adeguarsi alle scoperte e ai comfort del presente è un passo necessario. Ad ogni modo uso carta e penna per molto tempo, tra scuola e compiti a casa, è già troppo…

Ti sei mai trovato a doverti confrontare col famigerato “blocco dello scrittore”? Come l’hai superato?

Non è la prima volta che sento parlare del tristemente celebre “blocco dello scrittore”. Tuttavia non mi è mai capitato, ergo non ho avuto il modo di poterlo sfidare a duello. Sono generalmente abbastanza motivato e scrivo solo quando ho qualcosa da raccontare, spero di non incapparci mai.
Amo le storie di commissari e di polizia, e gli sbirri girano sempre armati. Dunque, “blocco dello scrittore” uomo avvisato mezzo salvato.

Andrea Carbotti ti ringrazio tantissimo per essere stato con noi e, a nome degli Scrittori della porta accanto, ti faccio i complimenti per il tuo libro, augurandoti che sia un vero successo! In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!



L'ammissibile verità di Andrea Carbotti

L'ammissibile verità

di Andrea Carbotti
Pufa editore
Giallo | Thriller
ISBN 978-8894318227
Cartaceo 13,00€

Sinossi

"L'ammissibile verità" rappresenta il romanzo di esordio dell'autore, che mette a nudo la conclusione degli anni '60 in un piccolo paese di provincia. Ci sono indagini pratiche, bizzarramente condotte dal vicecommissario Gerloni, indagini sentimentali, sviluppi familiari a cui la penna di Carbotti trova una precisa collocazione e identità. Inserisce in un unico contenitore molto elementi, gesti, simboli, distrazioni che tra loro trasformano il potere della scrittura in certezza degli eventi. Sfuma, scontorna, dà voce e toglie fiato, attraversa strade e uomini, stanca rinvigorisce per un unico sostanziale obbiettivo: raccontare. Ed è la sua natura raccontare, alimentato dal suo tempo trascorso tra questure e biblioteche. Un amo sempre alla ricerca del verme giusto per catturare il pesce più grosso, la storia di carne che valga la pena narrare. Carbotti, i suoi personaggi, le sue letture sono ora di tutti quanti. È giunto preciso come una pioggia autunnale, gettate gli ombrelli, siate narcisi, specchiatevi nelle pozzanghere, camminate immobili.

Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Madre di tre figli, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.
Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.


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Il webmagazine degli scrittori indipendenti.
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