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Recensione: Cos'hai da guardare, di Bobo Rondelli

Recensione: Cos'hai da guardare, di Bobo Rondelli

Libri Recensione di Davide Dotto. Cos'hai da guardare di Bobo Rondelli (Mondadori). Una biografia musicale che ripercorre le strade maestre dell'infanzia. Tra le righe lo sguardo ironico di chi è alla ricerca del modo più congeniale di stare al mondo.

Salvarla con un'illusione
Salvarla con una canzone
Salvarsela scrivendo t'amo
Scrivendo t'odio soltanto a matita
Però salvarsela la vita
Roberto Vecchioni, Allonsanfan
Cos’hai da guardare? queste le ultime parole di un padre rivolte al figlio, «rimaste addosso come un marchio», un momento dopo il quale cambia un’intera esistenza, o semplicemente diventa quella che doveva essere dal principio. Fino ad allora Roberto vive il proprio destino dissociato e inconsapevolmente blasfemo (per aver cantato in una chiesa una certa canzone dei Rolling Stones senza conoscerne il significato). Destino, però, vuol dire anche avere avuto la fortuna di nascere, essendo il nonno sopravvissuto alla Prima Guerra Mondiale e suo padre sfuggito, nella Seconda, alla fucilazione.

Ecco, quindi, la ragione di questa autobiografia: Cos'hai da guardare di Bobo Rondelli.

Sono qui a ripercorrere le strade maestre dell’infanzia, dove sembra che il tempo non sia mai passato, dove sono sempre io a vivere nello stesso posto.
Bobo Rondelli, Cos’hai da guardare
È il resoconto non tanto di un risveglio, ma di una progressiva consapevolezza che apre almeno due vie. Roberto (Bobo) può precipitare e pregiudicare tutto; oppure innalzarsi (maturare, evolversi), magari grazie a una spinta, una rivalsa, un modo di salvarsela, la vita, avendo cura, però, di non scendere a eccessivi compromessi.
Ed era sempre la musica che mi salvava, che mi faceva sognare, che mi faceva imparare le canzoni.
Bobo Rondelli, Cos’hai da guardare
Si fanno largo la musica, i primi accordi, qualcosa in grado di infondere nuova anima alle cose vissute e conosciute, partendo da una grammatica di massima e dalla tradizione.

Trovare la giusta dimensione è difficile, specialmente se si è votati a riconoscere il percorso sul quale ci si è incamminati da tempo. 

La musica (e i testi che si scrivono) narrano  questa maturazione. Il punto di partenza è l’angoscia dell’esistere, con il filtro «dell’ironia, del pernacchio, dello stordimento»; volendo, le stesse vie d’uscita di chiunque si rifugi nell'arte (sia egli un romanziere, un musicista, un attore, un regista).
Perché funzioni si deve essere eversivi, muniti di quella follia salvifica che serve ai poeti affinché la dispensino sulla pubblica piazza. Un antidoto, insomma, contro la malattia più vera, quella “dell’ego spietato” che alimenta un pensiero debole e irrazionalmente ostile contro il mondo esterno.
Se Woody Allen è gratificato nel girare con la macchina da presa, Roberto ringrazia la musica, nel suo caso «quei tre, quattro accordi che chiamano rock'n roll, alle volte più semplici, altre più complicati, da chansonnier influenzato dal jazz.»
Ciò ne fa la biografia musicale di chi non ha voluto prendersi mai troppo sul serio, a esprimere le emozioni provate, capite e trattenute, riuscendo a dire tutto, persino le cose come stanno.
Tra le righe aleggia lo sguardo ironico di chi non racconta facezie ma è alla ricerca del proprio congeniale stare al mondo.
La dignità è la cosa più ricca che possediamo e che ci fa meritare il rispetto dagli altri. Guai a lasciarla calpestare da qualcuno, bisogna difendere la nostra e quella di tutti, chissenefrega di come va a finire, di chi poi ti dice mi spiace, hai perso un altro treno, sempre a distruggere tutto proprio quando eri vicino al traguardo.
Bobo Rondelli, Cos’hai da guardare

Cos'hai da guardare

di Bobo Rondelli
Mondadori
Biografia
ISBN 978-8804709343
Cartaceo 15,30€
Ebook 9,99€

Sinossi 

Lui, Roberto Rondelli, è uno degli ultimi "maledetti" della canzone e della poesia italiana, un artista che porta con sé la beffarda, dolente, orgogliosa eredità umana e politica della sua Livorno, fondata, come racconta lui stesso, "da ladri, prostitute, prigionieri politici".
Rondelli ha scritto e continua a scrivere canzoni che sanno di amori difficili, di rabbia e malinconia, e soprattutto continua a fare del palco, da vero performer, la sua vera patria, mescolando il graffio della comicità e della provocazione al ripiegamento della ballata.
In Cos'hai da guardare Rondelli fa i conti con chi l'ha messo al mondo, con la città che lo ha visto crescere, con le donne - beatitudine e dannazione -, con la solitudine, con l'alcol e la droga, con la musica - sfida e bellezza. Attraverso uno sbilenco andare e venire di immagini e un benefico disordine degli affetti tornano la dolce figura della madre, lo sguardo interrogativo del padre, i fantasmi dell'apprendistato sessuale, le prime grandi avventure musicali (i Beatles, Lou Reed, Iggy Pop ma anche Guccini, e naturalmente il faccia a faccia con l'altro grande livornese, Piero Ciampi), il premere del mondo a cavallo del millennio, il dolce sgomento di avere figli a cui passare il testimone. Lo vediamo farsi portare in galera per "atti osceni", patire la morte dell'amico bassista Alessandro, suonare per ragazzini leucemici, ricominciare sempre da una donna, vivere la nicchia preziosa della propria arte come la vera salvezza. Bobo Rondelli, ovvero una storia esemplare, una storia con tante aperture e nessun finale possibile: solo la nettezza di quella domanda senza punto interrogativo, "Cos'hai da guardare".
Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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