Gli scrittori della porta accanto

Scrittori, intervista a Silvia Baleri: «Scrivere è come respirare»

Scrittori, intervista a Silvia Baleri: «Scrivere è come respirare»

Caffè letterario A cura di Silvia Pattarini. Intervista a Silvia Baleri: «Scrivo perché non posso farne a meno, è come respirare». Il suo nuovo libro, Giovani vite arrabbiate (Lettere Animate), è una favola crudele e drammatica.

Silvia Baleri, benvenuta e grazie per avere scelto il nostro web magazine culturale. Per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare: qual è stata quell’alchimia, quella scintilla interiore che ti ha spinto a scrivere Giovani vite arrabbiate?

Giovani vite arrabbiate è nato un po’ per caso. Passeggiavo in un bosco e avevo tanta voglia di scrivere una bella storia, un romanzo diverso dal solito, che fosse in grado di suscitare forti emozioni. Immaginai quattro ragazzi, fratelli, molto diversi tra di loro, non solo fisicamente, ma anche psicologicamente. Per ognuno avevo già pronto un percorso travagliato di crescita. Desideravo inscenare tutte quelle sfaccettature della personalità che ci rendono meravigliosamente e terribilmente umani. Volevo che chi leggesse il romanzo si riconoscesse in uno dei quattro fratelli.

Ci ricordi i titoli delle tue precedenti pubblicazioni?

Nel 2016 per la 0111 Edizioni ho pubblicato Frosina. Cronache del Bosco di Pruni, il mio primo romanzo fantasy.

Giovani vite arrabbiate: ci riveli qualche curiosità sulla trama?

Le iniziali dei nomi dei quattro fratelli sono le prime quattro lettere dell’alfabeto. È una scelta voluta per evidenziare l’ordine di nascita dei fratelli. Ogni fratello rappresenta un mondo a sé.
Alexander, il fratello maggiore, è l’immagine per eccellenza della figura maschile sempre forte e autoritaria, finisce per comparire sempre di meno con l’andare della storia.
Il romanzo si focalizza molto sul secondogenito Benjamin, una sorta di eroe imperfetto, il mondo marcio e corrotto fatto persona, che cerca disperatamente di sollevarsi da terra, alla ricerca di uno spiraglio di luce.
Christopher è il terzo fratello e di certo non il meno interessante. In un mondo borghese e a volte un po’ troppo religioso, Christopher vive la sua omosessualità con una sofferenza quasi palpabile.
Dominick, l’ultimo dei fratelli, è quello che più di tutti spiazza il lettore. Lui ci viene presentato sin dall’inizio come “l’assassino” della madre, morta nel darlo alla luce. Lo scopriamo più avanti, alla disperata ricerca di quella stessa madre che lui si sente in colpa di aver ucciso.
Per quanto i protagonisti siano tutti di sesso maschile, la vera protagonista in assoluto della storia è la donna, intesa come madre. Mai citata apertamente, ma sempre presente. Attorno ai ragazzi ruotano diverse figure femminili che vogliono essere l’immagine per eccellenza dell’amore. I ragazzi, che in qualche modo rappresentano l’universo maschile, si rendono conto nel profondo che una vita senza amore non ha senso. E anche se non sempre le donne con cui hanno a che fare riescono a renderli felici, c’è sempre una continua disperata ricerca dell’amore materno perduto.

Il tuo romanzo si fa portavoce di qualche messaggio particolare, o si propone esclusivamente di intrattenere piacevolmente il lettore?

Non c’è un’idea in particolare che mi ha guidato. Giovani vite arrabbiate è una sorta di favola crudele e drammatica, non un fatto di cronaca. Tuttavia fa riflettere. L’insofferenza tipica del teenager medio viene inscenata dai quattro ragazzi in linea con il loro carattere. È una storia di disagi psicologici adolescenziali, in cui tutto può essere magia e tragedia al tempo stesso, dove amore e morte si confrontano, cercando di mostrarsi l’uno più forte dell’altro. E nonostante ciò, il romanzo in questione non è il solito libro sull’adolescenza, l’adolescenza non è mai messa a tema, non si tratta di giudicare la società o mettere sotto accusa un certo modello di famiglia. È un romanzo sulla vita stessa che col suo eccesso è sempre troppa vita e questo troppo affascina e spaventa.

«Scrivo perché non posso farne a meno, è come respirare»
Silvia Baleri

Silvia Baleri preferisce scrivere con carta e penna o meglio la tastiera?

Entrambi i metodi, anche se con la tastiera la scrittura è più immediata, senza filtri, scorrevole. Con la penna è affascinante, ma è un continuo cancellare e rileggere. Con la penna mi limito alle bozze e agli appunti.

Ti è mai capitato di doverti confrontare col famigerato “blocco dello scrittore”? Come l’hai superato?

Diverse volte ho sperimentato il maledetto blocco dello scrittore, ma sono sempre riuscita a superarlo. Il trucco è staccare, senza troppi giri di parole. Smettere di scrivere e fare qualcos’altro. Ostinarsi non serve a niente. Anche con Giovani vite arrabbiate ho avuto il blocco dello scrittore, già al secondo capitolo. Non riuscivo a entrare completamente nella storia, perché per scrivere bene una storia devi esserci dentro, sentire le emozioni dei personaggi come se fossero tue, e io al secondo capitolo, non avevo ancora familiarizzato con i miei quattro protagonisti, li sentivo insipidi, come la trama. Così staccai. Già al secondo capitolo lasciai stare e iniziai a leggere. In quel periodo lessi un sacco di libri e un libro di Stephen King in particolare mi liberò definitivamente dal blocco dello scrittore che stavo vivendo in quel periodo. Ripresi Giovani vite arrabbiate e cominciai il terzo capitolo, con le idee finalmente chiare, i personaggi e la trama che iniziavano ad avere un senso. Terminai il libro in pochi mesi.

Silvia Baleri ti ringrazio tantissimo per essere stata con noi e, a nome degli Scrittori della porta accanto, ti faccio i complimenti per il tuo libro, augurandoti che sia un vero successo! In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!



Giovani vite arrabbiate

di Silvia Baleri
Lettere animate
Narrativa
ISBN 978-8871124902
Cartaceo 7,64€
ebook 2,79 €

Sinossi

Il commovente racconto delle giovani vite arrabbiate di quattro fratelli totalmente abbandonati a sé stessi in un mondo adulto e pericoloso. Il duro Alexander, lo sfortunato Benjamin, il saggio Christopher e il piccolo Dominick sono gli adolescenti allo sbando, protagonisti di questa favola tenera e crudele. La storia ripercorre i momenti più significativi e drammatici della loro vita, a partire dall’infanzia. Crescendo, i ragazzi sono sempre più affascinanti, misteriosi, un po’ trasandati e tanto bisognosi d’amore, ognuno a modo suo. Straziati dai troppi dolori che la vita ha procurato loro, vanno incontro a un destino che sembra già scritto, rivelando alla fine uno spiraglio di cambiamento, di maturazione, in un susseguirsi di tragici colpi di scena.


Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Madre di tre figli, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.
Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.


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Il webmagazine degli scrittori indipendenti.
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