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Recensione: Se una notte d'inverno un viaggiatore, di Italo Calvino

Recensione: Se una notte d'inverno un viaggiatore, di Italo Calvino

Libri Recensione di Davide Dotto. Quarant'anni fa usciva Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino (Einaudi). Un libro che parla di libri: la lettura come unico atto di vita possibile in un mondo votato al disfacimento e al nulla.

Sto tirando fuori troppe storie alla volta perché quello che voglio è che intorno al racconto si senta una saturazione d'altre storie che potrei raccontare e forse racconterò o chissà non abbia già raccontato in altra occasione, uno spazio pieno di storie che forse non è altro che il tempo della mia vita, in cui ci si può muovere in tutte le direzioni come nello spazio trovando sempre storie che per raccontarle bisognerebbe prima raccontarne delle altre, cosicché partendo da un qualsiasi momento o luogo s'incontra la stessa densità di materiale da raccontare.
[...]
Il libro che cerco [...] è quello che dà il senso del mondo dopo la fine del mondo, il senso che il mondo è la fine di tutto ciò che c’è al mondo, che la sola cosa che ci sia al mondo è la fine del mondo.
Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore

Quarant’anni fa usciva Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino, romanzo dedicato alla lettura.

Attività  che dà «accesso alla sostanza incorporea» del testo, e richiede sensibilità, attenzione e dedizione, un ambiente appropriato e qualche comfort.
Simile a un audiolibro, una voce media tra lettore e testo, introduce ciò che vi è scritto. Il narratore esce da una pagina per entrare in un’altra, coinvolgendo il lettore (lector in fabula) nei meandri del medesimo racconto.
Calvino è famoso per l' instancabile mutare di prospettiva. A confondere le acque (o a completare il quadro) contribuisce l'uso della seconda persona singolare:
È tempo che questo libro in seconda persona si rivolga non più soltanto a un generico tu maschile, forse fratello e sosia d'un io ipocrita, ma direttamente a te che sei entrata fin dal Secondo Capitolo come Terza Persona necessaria perché il romanzo sia un romanzo, perché tra quella Seconda Persona maschile e la Terza femminile qualcosa avvenga, prenda forma, s'affermi o si guasti seguendo le fasi delle vicende umane.
Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore

Il punto di vista, complesso e mobile, cambia con Silas Flanery, personaggio-autore dell’idea di fondo del libro. Se una notte d'inverno un viaggiatore diventa un capitolo tra incipit e apocrifi votati all'incompiutezza. 

Questa la domanda che Flanery si pone: «Da quanti anni non posso concedermi una lettura disinteressata? Da quanti anni non riesco ad abbandonarmi a un libro scritto da altri senza nessun rapporto con quello che devo scrivere io?»
È la domanda di Italo Calvino che da sempre si muove tra due dimensioni, all’interno di un’inesauribile evasione dalla realtà e un continuo, irrimediabile ritorno  a essa.
Per questo motivo avviene l'incontro tra Lettore e Lettrice (Ludmilla), fuori e dentro il romanzo da cui si è partiti. Con costoro si confrontano due modi diversi di leggere, ai quali corrispondono modi differenti di scrivere e di analizzare (recensire) un testo.

Vi è il lettore puro con un rapporto ingenuo e privilegiato con il libro: non toglie né aggiunge nulla. Vi sono, poi, coloro che «usano i libri per produrre altri libri».

Qualcuno ha affermato, non a torto, che Calvino sia, per la letteratura, un operatore cartesiano ortogonale. La relazione tra realtà e fantastico è la stessa che corre tra una dimensione orizzontale (la x) e una verticale (la y):
È in questo incontro-scontro che si situano le ascisse e le ordinate di alcuni procedimenti immaginativi calviniani
Silvio Perrella, Calvino (Laterza)

Di cosa parla, esattamente, Se una notte d’inverno un viaggiatore?

Al protagonista capita una copia di Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino, la cui lettura si interrompe per un fatto increscioso. Uno stesso foglio in sedicesimo è inserito più volte, compromettendo la continuità della narrazione. Poco male se gli riuscisse di recuperare una copia non difettosa. Tuttavia – come avrà modo di accorgersi – scoperchia un caos di dimensioni colossali: centinaia e centinaia di opere per miliardi e miliardi di pagine mischiate, fuori posto, contraffatte da improbabili traduzioni. Un vero e proprio virus di portata esponenziale. In fondo qualcosa di analogo l’ha raccontato Pasi Ilmari Jääskeläinen in La società letteraria Sella di Lepre.


Da qui una corsa a ritrovare il filo narrativo perduto. Si cerca la conclusione di una storia aprendone subito un'altra senza chiuderne nessuna. Remano contro:
  1. l’errata impaginazione o fogli stampati da una parte sola
  2. un’unica copia in biblioteca contesa e strappata a metà
  3. il sequestro alla dogana, all'aeroporto di arrivo dopo un viaggio, di un libro scomodo.

Avviene in ciò un’indubbia contaminazione tra la vita reale e la dimensione romanzesca.

Avviene in ciò un’indubbia contaminazione tra la vita reale «fatta di cose non portate a termine», di «modi inconcludenti di vivere che producono sensi di colpa», e la dimensione romanzesca, dotata di significato.
È nella vita che trama e intreccio il più delle volte lasciano a desiderare: nei libri, perlomeno in quelli buoni, tutto ha un coronamento, un senso.
Alice Basso, Scrivere è un mestiere pericoloso (Garzanti)
Sembrerebbe che il procedere in diagonale di Calvino tra realtà e immaginazione non possa che condurre a un'inevitabile contaminazione. Non quella di una realtà trasfigurata dall'immaginazione, ma di una immaginazione influenzata dalla realtà incompiuta, sosia perfetta di un mondo assurdo di stampo esistenzialista; un nulla che fa a pezzi e dissolve ciò che trova a tiro, fino a echeggiare una famosa storia di Michael Ende. Insomma: a suo dire proprio le storie compiute sono tacciate di contraffazione.

Se una notte d’inverno un viaggiatore, quarant’anni dopo essere stato scritto, contiene un monito attualissimo: «il mondo si va disfacendo e tenta di attrarmi nella sua dissoluzione».

Scrivere è un mestiere pericoloso, non rappresenta un’opportuna via d’uscita ma, anzi, provoca alla lunga contaminazione e caos. Eppure, se si vuole prendere a modello la vita reale, la scrittura è un'attività incompiuta, e ben venga se è costituita «tutta di apocrifi, di false attribuzioni, di imitazioni».
La lettura, invece, appare (sembra scritto oggi) «l’unico atto di vita possibile in un mondo in cui non resta che sabbia arida su strati di bitume oleoso e rischio di morte per ragioni di Stato e spartizioni di fonti d'energia»...



Se una notte d'inverno un viaggiatore

di Italo Calvino
Einaudi
Narrativa
ISBN 978-8804668381
Cartaceo 10,50€
Ebook 7,99€

Sinossi

«Se una notte d’inverno un viaggiatore è un romanzo sul piacere di leggere romanzi; protagonista è il Lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l’inizio di dieci romanzi d’autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro. Più che d’identificarmi con l’autore di ognuno dei dieci romanzi, ho cercato d’identificarmi col lettore: rappresentare il piacere della lettura d’un dato genere, più che il testo vero e proprio. Ma soprattutto ho cercato di dare evidenza al fatto che ogni libro nasce in presenza d’altri libri, in rapporto e confronto ad altri libri.»
Italo Calvino
Davide-Dotto

Davide Dotto
Sono nato a Terralba (OR) vivo nella provincia di Treviso e lavoro come impiegato presso un ente locale. Ho collaborato con Scrittevolmente, sono tra i redattori di Art-Litteram.com e curo il blog Ilnodoallapenna.com. Ho pubblicato una decina di racconti usciti in diverse antologie.
Il ponte delle Vivene, Ciesse Edizioni.


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