I luoghi dei libri Di Alessandra Nitti. Orizzonte perduto di James Hilton (Sellerio). Un viaggio sull'altopiano tibetano, il tetto del mondo, alla scoperta del monastero di Shangri-la.
Se vi dicessero che in un luogo lontano da qui esiste un mondo nel quale il tempo può essere rallentato, cosa fareste? È questo quello che si chiede Conway, il giovane console dell’Impero Britannico, ne L’orizzonte Perduto (titolo originale Lost Horizon) di James Hilton.In questo breve romanzo del 1933, l’autore inglese narra le avventure di Conway e dei suoi tre compagni per caso, Miss Brinklow, una suora missionaria, Barnard, un ricercato americano, e il Capitano Mallinson, vice-console; una storia apocrifa in cui la voce narrante, personificata da Rutherford, ci riporta le memorie raccontate dal console prima della sua amnesia.
Orizzonte perdutodi James HiltonSellerio ISBN 978-8838911545 Cartaceo 10,20€ |
La vicenda inizia nel momento in cui i quattro protagonisti devono lasciare l’immaginaria città di Baskul in preda ai conflitti anti-imperialisti per riparare a Peshawar, nell’odierno Pakistan, a bordo di un aeroplano.
È solo quando il mezzo vola verso orizzonti sconosciuti che i passeggeri si accorgono che il pilota è un cinese mai visto prima. In seguito a un atterraggio rocambolesco e quasi impossibile, un gruppo di uomini armati impedisce ai quattro di scendere mentre altri svuotano barili di gasolio nel serbatoio dell’aereo, abbastanza perché il velivolo possa condurli verso est.Dopo infinite ore di smarrimento e confusione, atterranno di nuovo in una manovra d’emergenza; il pilota muore, lasciando i protagonisti al freddo nel mezzo di quello che scopriranno essere l’altopiano tibetano, ancora inesplorato, colmi di domande e oramai consapevoli di essere dati per dispersi. Poco dopo, un monaco con il suo accompagnamento salverà gli inglesi per condurli tra impervie strade desertiche in un monastero lontano dal mondo stesso: Shangri-la, al quale è impossibile accedere e dal quale è impossibile fuggire senza conoscerne la via.
Presto, Conway verrà a sapere di come in quel luogo il tempo si allunghi: l’aria rarefatta del tetto del mondo regala agli uomini una vita incredibilmente longeva, anche fino ai trecento anni di età, e di come loro quattro siano stati rapiti per andare a riempire le file degli uomini destinati a proteggere la sapienza e le arti dell’umanità, mentre fuori infuriano le guerre mondiali. L’eroe, allora, dovrà decidere se rimanere nel fantastico monastero o se cedere alle pressioni di Mallison e scappare con lui per tornare nella società degli uomini.
James Hilton idea questo romanzo tra le due grandi guerre con la speranza che esista davvero un luogo come il monastero di Shangri-la, ma non in Tibet, bensì in ognuno di noi.
Un posto intoccabile dalla violenza esterna nel quale fermare l’orologio e dedicarsi alla bellezza delle arti e dello studio nonostante la devastazione che avviene in un pianeta scosso dalle battaglie.Shangri-la, oggi, esiste davvero: il libro l’ho comprato lì. Con un’abile mossa di marketing, pochi anni fa il governo cinese ha deciso che la cittadina di Zhongdian 中甸 nel nord della provincia dello Yunnan 云南, a più di 3000 metri d’altitudine sull’altopiano tibetano, somigliasse davvero al luogo descritto da James Hilton.
Nella prefettura autonoma tibetana di Deqen, Shangri-la si raggiunge in quattro pericolose ore di bus e tornanti dalla città di Lijiang, anch’essa in Yunnan, o in aereo da Kunming, Pechino, Canton, e Chengdu (per le ultime tre esistono voli diretti da Roma e Milano).
A Shangri-la è possibile visitare uno dei più grandi monasteri tibetani del paese, Ganden Sumtseling Monastery o Songzanlin Si (松赞林寺) con il suo penetrante odore di candele di burro di yak e i dipinti del pantheon buddhista.
Ci si arriva facilmente con il bus n.3 dalla città vecchia, che è un agglomerato di case in legno in stile tibetano, con i tetti di legno e le finestre cerchiate di pittura bianca rossa e blu.Purtroppo, Shangri-la include una squallida città moderna di circa 200.000 abitanti, affollata e trafficata, così in contrasto con la natura circostante: da qui, infatti, con mezzi privati non è difficile raggiungere laghi, gole, monti e parchi nazionali: Potatso National Park o Pudacuo National Park (普达措国家公园), Haba Snow Mountain (哈巴雪山), Meili Snow Mountain (梅里雪山).
A tre ore di bus, sulla strada per Lijiang, consiglio di visitare la Gola del Salto della Tigre (Hutiaoxia 虎跳峡), attraversata da un impetuosissimo Fiume Giallo che dal canyon scorre verso l’interno della Cina, dove da millenni doma la vita all’Impero del Centro.
Per soli 100 rmb a notte (13 euro) ho alloggiato in una camera matrimoniale a Tavern 47, una vera casa tibetana in legno gestita da due donne Naxi (una delle tante etnie presenti nella provincia dello Yunnan) e dal marito coreano di una delle due, che la tengono linda come uno specchio e riescono anche a cucinare perfettamente piatti tibetani, coreani, cinesi e il deliziosissimo hamburger di yak.
Shangri-la è una meta insolita per il turista occidentale, abituato alle grandi metropoli della Cina: eppure lo Yunnan è la provincia più varia e ricca di bellezza naturali della nazione. Visitare tutta la regione richiede due o tre settimane, se si intende viaggiare dall’estremo sud tropicale al confine con la Birmania all’altopiano tibetano che comprende, appunto, Shangri-la. Il tempo, lì su, non si espande per davvero, ma una capatina sul tetto del mondo di sicuro rimarrà impressa nella memoria a lungo.
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Alessandra Nitti
Sinologa, viaggiatrice, appassionata lettrice, yogini e scrittrice. Trascorro le giornate nel mio mondo di poesia inventando trame di racconti, progettando viaggi intorno al mondo o in posizioni yoga a testa in giù. Laureata in lingue e letteratura straniere solo per il gusto di conoscere lingue difficili. Vivo a Canton, nel sud-est della Cina, per insegnare italiano a giovani cinesi. Tra una lezione e l’altra gestisco Durga – Servizi editoriali. L’amuleto di giada, Arpeggio Libero Editore. Faust – Cenere alla cenere, Arpeggio Libero Editore. Esilio, Arpeggio Libero Editore. |
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