Gli scrittori della porta accanto

Alessandra Nitti presenta: Memorie, l'ultimo capitolo della trilogia sulla Serenissima

Alessandra Nitti presenta: Memorie, l'ultimo capitolo della trilogia sulla Serenissima

Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Alessandra Nitti presenta Memorie (Arpeggio libero), l'ultimo capitolo della trilogia sulla caduta della Serenissima Repubblica di Venezia.

Sinologa, viaggiatrice, appassionata lettrice, yogini e scrittrice. Al momento, nonostante la struggente nostalgia per la mia laguna veneziana, vivo a Canton, nel sud-est della Cina, insegno italiano a giovani cinesi. Tra una lezione e l’altra gestisco “Durga – Servizi editoriali”, ma soprattutto porto avanti i miei progetti letterari.
Con Arpeggio Libero ho pubblicato L’amuleto di giada, Faust. Cenere alla cenere, Esilio, sequel del primo romanzo, e l'ultimo capitolo della trilogia fantasy storica Memorie.

Memorie di Alessandra Nitti

Memorie

di Alessandra Nitti
Arpeggio Libero
Fantasy storico
ISBN 978-8833520377
Cartaceo 18,75€

Sinossi

2018: una donna scomparsa da tempo riappare in Campo San Tomà, a Venezia, con indosso abiti del Settecento, provocando sgomento in chi la credeva oramai morta. Lei stessa non ha memoria di dove abbia trascorso gli ultimi 8 anni, fino a quando una tomba nel cimitero sull’isola di San Michele le ricorda cosa le sia successo. Si ritroverà davanti a un bivio: ritornare al suo passato nonostante i pericoli o continuare la propria vita ora che, finalmente, è a casa?
1793: sulla Serenissima Repubblica incombe l’ombra di Napoleone. La “regina di quattordici secoli” è al suo epilogo: sullo sfondo del declino di Venezia prima dell’arrivo di francesi e austriaci, si snodano le trame di chi vuole salvarla e di chi, invece, inneggia al progresso e alla rivoluzione; di chi ha perso tutto e prova a ritrovare la speranza e lo scopo della propria esistenza e di chi, invece, la vive fin nel dolore e nella felicità più profondi.
Terzo e ultimo capitolo de L’amuleto di giada, Memorie narra della caduta di una gloriosa Repubblica e dell’esistenza di tutti noi, allora come oggi.


L'autrice racconta



Buongiorno Alessandra Nitti  e benvenuta nel blog Gli scrittori della porta accanto in veste di scrittrice e non solo come nostra collaboratrice per racconti di viaggio e recensioni. Parliamo di Memorie, la tua ultima fatica letteraria. Quanto tempo hai impiegato a scriverla?

Memorie fa parte di una trilogia. La primissima bozza del primo libro, totalmente diversa a quella poi pubblicata, risale al 2010. Quest’ultimo volume, ad essa collegata, è stato steso tra il 2017 e il 2018. Tuttavia le ricerche, storiche e di ambientazione, che hanno preceduto il romanzo sono durante circa un anno e mezzo. Direi di esser stata in gestazione di Memorie per poco meno di tre anni.

Dunque, due anni di «ricerche storiche e di ambientazione» per argomentare la meglio la trama di Memorie: Come hai svolto queste ricerche? Dove ti sei documentata? Come è nato questo titolo? Ci racconti qualcosa di più?

Certo! Memorie, come tutta la trilogia, parla della caduta della Serenissima Repubblica di Venezia, nonostante l’elemento fantastico del viaggio nel tempo (che richiede anch’esso delle ricerche, in letteratura se ne trovano esempi affascinantissimi).
La cosa che mi piace di più dello scrivere è il documentarsi. Ho passato non so quanti mesi a sfogliare enciclopedie storiche e a sottolineare i passaggi più importanti nei saggi di storia veneziana, mi sono divertita tantissimo a girare senza sosta per Venezia e a visitare i luoghi descritti nel romanzo al seguito di guide o meno. Calli, canali, chiese… è tutto nel romanzo. Ho girato più e più volte le sale del Palazzo Ducale, dalla sala dello Scarlatto a quella del Maggior Consiglio con le effigi di tutti i dogi e la tela più larga del mondo, il Paradiso di Tintoretto; ho esplorato le prigioni, i Piombi e i Pozzi, la sala della tortura e quelle della cancelleria, ho osservato l’isola di San Giorgio dall’interno del Ponte dei Sospiri, così chiamato perché era da lì che i galeotti vedevano Venezia per l’ultima volta. Ho visitato molti musei, tra cui Ca’ Rezzonico per analizzare i quadri del Diciottesimo secolo e osservare come erano gli interni veneziani, come si comportavano i cicisbei, cosa si faceva nel lunghissimo Carnevale. Con un’amica abbiamo vagato per palazzo Mocenigo, pieno di manichini coperti da abiti d’epoca per uomo, per donne e bambini e con una sala dedicata all’arte profumiera e ai trucchi che Giovanventura sciorina a Stae nel romanzo. Lo stesso Muschier è nato quel giorno, per idea della mia amica.
Per assaggiare, invece, il sapore della vita nel Diciottesimo secolo ho letto tanto: credo di aver passato molto più tempo a leggere che a scrivere, ed è una delle mansioni più belle di questo mestiere. Qualcuno avrà facilmente capito che ho letto le Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo, con un protagonista disperato per aver visto i suoi sogni di libertà e uguaglianza schiacciati dai francesi; Confessioni di un italiano di Ippolito Nievo mi ha fatto avere uno sguardo della terraferma feudale e della Venezia che vuole rinnovarsi: l’autore narra benissimo molte cose, e la descrizione delle riunioni della Quinta Colonna e di quelle del Maggior Consiglio nei giorni prima della caduta del governo mi hanno ispirata molto. Mi ha anche aiutato a capire perché le menti di veneziani si scindevano tra nullafacenti, filofrancesi, progressisti, filoaustriaci e a districarmi in quella complessità di ideali.
Il titolo è nato dalla disavventura che toccherà ad Athena, la protagonista, ma non vi dirò altro.

A che genere appartiene Memorie e a che target di pubblico ti rivolgi?

Non è uno storico puro, anche se l’ambientazione, accuratissima nei dettagli, nei pensieri e negli avvenimenti storici, è quella del Diciottesimo secolo; non è un romanzo di fantasia, perché oltre al fenomeno del viaggio nel tempo narro di persone reali o verosimili. Non ha un’etichetta, né vorrei dargliela io. Le etichette servono solo a farci sembrare il mondo più facile, incasellare tutto nelle nostre cassette mentali ci dà un senso di sicurezza, eppure la vita non è così, la vita non è un horror né un romance, non è realistica né di fantasia, non è né un giallo né un saggio, è un po’ tutto. E così lo sono le storie che ci raccontiamo.
Mi rivolgo quindi a chi non ama le cose o bianche o nere, a chi sa cogliere le sfumature dell’esistenza, ma soprattutto a chi è fermamente convinto che la magia esiste in quella che definiamo la “realtà”: essa è compagna di tutti i nostri giorni, basta saper vedere la poesia nella quotidianità. Con questa idea narro le mie storie.

«Leggere è espandere i propri confini, è vivere non secondo una linea retta ma allargandosi»
Alessandra Nitti

Veniamo ai personaggi: raccontaci qualcosa della protagonista e dei personaggi comprimari che ruotano attorno alla sua vicenda, svelaci qualche curiosità che li caratterizza.

La protagonista vera e propria è Athena, una giovane donna veneziana dei giorni nostri che ritrova un amuleto di giada che la farà viaggiare nel tempo. Nel primo romanzo tutto il filo conduttore ruota attorno a lei, che cerca di destreggiarsi nel Diciottesimo secolo e che contemporaneamente fa di tutto per poter tornare al presente. Nei libri seguenti la storia inizia ad espandersi includendo Jean, il marito di Athena, che ha una trama molto stretta a quella della protagonista, a Tommaso, il fratello minore di Jean che ne ha una a parte, a Giuditta e alla sua famiglia di streghe. Ci sono molti altri personaggi minori, amici e antagonisti: mi sono divertita a includere nella trilogia anche personaggi reali: i dogi Renier e Manin; Danton, Marat, Robespierre e i reali parigini durante la parentesi francese dei protagonisti; fanno capolino persino Ugo Foscolo e Napoleone.. Ho cercato di utilizzare frasi da loro pronunciate davvero e di ritrarli il più verosimilmente possibile. In “Memorie”, per esempio, riporto la sfuriata del Bonaparte alla delegazione veneziana al castello di Valeggio sul Mincio e i discorsi del Doge che donò Venezia ai francesi.
Per quanto riguarda i personaggi di fantasia, mi sono divertita tantissimo a presentarli in un certo modo e a farli cambiare con il passare degli anni, i loro anni, come capita anche a noi. Qualche esempio, la cinica e determinata Athena si rende conto che la vita, a un certo punto, bisogna lasciarla andare; l’orgoglioso Jean tutto d’un pezzo si spacca in due dal dolore fino a diventare un altro; lo spensierato e immaturo Tommaso si rivela essere un saggio che guarda tutto dall’alto. Mi piace immaginare che tutti siano diverse parti di me, anzi diversi miei “ii”, persino il sadico Salvati, lui incarna il mio “io” crudele, il poetastro sdolcinato Stae è la me che scrive e che si emoziona per una foglia che volteggia nell’aria, il fallimento di Leone Monti è il mio “io” che fa cose che crede grandi per rendersi infine conto che era un errore… sono me, sono te.

Veniamo ai luoghi del libro. Alessandra Nitti, la vicenda narrata in Memorie si svolge tutta a Venezia? Perché l'hai scelta come ambientazione per il tuo romanzo?

Venezia è a casa mia. Volevo omaggiarla dedicandole i miei sforzi per ringraziarla di tutto quello che mi dà. Memorie si divide tra la stuprata Venezia dei giorni nostri e quella del 1796, 1797; durante gli ultimi anni di quella che Ippolito Nievo definì “una regina di quattordici secoli”.
Molti libri su Venezia parlano del Ponte dei Sospiri e di Piazza San Marco, come se mille e quattrocento anni di Repubblica fossero raccolti lì: niente di più sbagliato. In Memorie e nei libri precedenti mi sono sforzata di raccontare tutta Venezia come la conosco: ci sono l’interno del Palazzo Ducale, i Piombi e i Pozzi, la bellissima basilica dei Frari con le opere del Canova, la zona di San Polo che un tempo era la zona “a luci rosse”, quartiere delle “carampane”, c’è Rialto, vero, ma è lì con il suo mercato e le sue bische, con i giocatori di bassetta e i bevitori di ombre, c’è via Garibaldi, c’è il Lido e l’oggi abbandonato Forte di Sant’Andrea, c’è la Riva degli Schiavoni, Palazzo Mocenigo, ci sono gli interni dei palazzi, la chiesa barocca di San Moisè… Se si volesse visitare Venezia seguendo le vicende di Memorie, tanti turisti non farebbero un mordi e fuggi fino a Piazza San Marco!

Un proverbio svedese cita così: «in un buon libro la cosa migliore è fra le righe». Tra le righe del romanzo è celato qualche messaggio particolare o il tuo obiettivo è esclusivamente quello di intrattenere piacevolmente il lettore?

Tra le righe di Memorie io ci ho letto molte cose, e mi auguro che ogni lettore potrà trovarci quello di cui necessita.

Ci lasci un piccolo assaggio tratto dal libro?

«Siamo stati presi in giro dai Francesi e dagli Austriaci. Abbiamo donato la nostra dignità per farci calpestare e deridere. E ora?» continuò Jean. Grugnì per lo sforzo di scaricare un’altra botte. Nonostante il primo freddo d’ottobre, sudava e si ripulì la fronte con la manica della camicia. «E ora vivremo da senza patria» rispose Tommaso.
«Fino alla fine?»
«Fino alla fine, fratello. Ma in fondo, la tua patria libera ce l’hai già.» Gli strizzò un occhio e spinse la botte lungo la passerella fin dentro al magazzino, nel quale si erano spostati Alexander e Alberto. Jean scosse il capo, confuso: era la prima volta che sentiva uscire dalla bocca di suo fratello qualcosa che non fosse un motteggio o uno scherzo. Sì, francesi, austriaci o veneziani, alla fine non importava chi fosse lassù, al potere. Jean sapeva benissimo che dopo tanto dolore, tante porcherie, tante nostalgie ed errori, la sua patria libera brillava dentro di sé, nella sua coscienza. Era lui stesso.
Alessandra Nitti, Memorie

Ci ricordi i titoli delle tue precedenti pubblicazioni?

L’amuleto di giada (2014) e Esilio (2017) sono i primi due romanzi della trilogia sulla caduta della Serenissima Repubblica di Venezia, Memorie ne è in un certo senso l’epilogo. Nel 2016, sempre con Arpeggio Libero Editore, ho pubblicato una storia breve Faust - Cenere alla cenere, finalista del Premio Giovane Holden nello stesso anno e che non c’entra nulla con L’amuleto, è una mia modesta rivisitazione del mito di Faust e del patto con il demonio. Nel mio romanzo breve Faust incarna la parte di uno scrittore e professore che ha donato l’intera esistenza alla sua professione, dimenticandosi di essere. Ma arriverà Mefistofele a fargli conoscere la vita nella sua interezza, dal piacere più alto al dolore più profondo.

Alessandra Nitti preferisce leggere alla vecchia maniera, sfogliando le pagine e annusando il profumo dei libri, oppure si è lasciata affascinare dalle innovative tecnologie e legge gli ebook?

Ho una libreria con più di 400 libri a casa di mia mamma, ma sono una nomade inguaribile. Cambio non città, non Paese, ma continente ogni volta che ho voglia di espandere i miei confini, fisici questa volta, quindi il mio fantastico Kindle è diventato il mio compagno di viaggio preferito, e mi consola quando sono sfiancata tra gli scatoloni o nelle lunghe ore di scalo tra un volo e l’altro.

Credi di avere raggiunto il tuo obiettivo e ti senti realizzata, oppure hai altri progetti per il futuro, nuovi lavori in corso o altre ambizioni ?

Se mi fermassi, non avrei nessun motivo di vivere. Se parliamo in ambito letterario, mi sto dedicando a due progetti principali: un sito con i miei racconti di viaggio, per chi ha voglia di conoscere la bellezza di questo bellissimo mondo che siamo fortunati ad abitare (alessandranitti.com); e un nuovo romanzo, molto particolare, sull’onda del realismo magico, di cui ora non dirò di più.

Alessandra Nitti, è stato un piacere passare del tempo in tua compagnia, ti faccio un grosso augurio per il tuo romanzo e in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti!


Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Madre di tre figli, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.
Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.


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