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Frozen II - Il segreto di Arendelle, il nuovo film di animazione della Disney: la recensione

Frozen II - Il segreto di Arendelle, il nuovo film di animazione della Disney: la recensione

Cinema Recensione di Stefania Bergo. Malgrado le candidature ai Golden Globes e ai Critics Choice Award, Frozen II - Il segreto di Arendelle stenta a decollare: troppi filoni e buchi narrativi, aggrovigliati e non del tutto sviluppati, in questo film d'animazione in cui i punti di forza sono senza dubbio la grafica e il messaggio di emancipazione e indipendenza femminile.

L'ho già visto due volte. Ebbene sì. La prima ci sono andata con la mia bimba, solo io e lei, la seconda con delle care amiche che non potevano perdere Frozen II - Il segreto di Arendelle. Emma ne era entusiasta, perché a lei, nove anni, è piaciuto più del primo. Io, invece, gli stavo dando una seconda possibilità perché, in realtà, a me non è piaciuto. No, non sto dicendo che sia un brutto film, ci mancherebbe, ma... Ma andiamo con ordine.
Frozen II - Il segreto di Arendelle è il nuovo film di animazione della Disney. È il sequel di quel colossale Frozen che abbiamo amato, uscito nel 2013, che ci ha accompagnato per anni con gadgettistica, costumi di carnevale, canzoni, come se non ci fosse un domani. Ricordo la mia bimba pestare il pavimento fingendo con fierezza di ghiacciarlo, guardare fino allo sfinimento la scena della creazione del castello, il momento in cui Elsa si scioglie i capelli e trasforma il suo vestito, diventando la celebre principessa del ghiaccio. E si sa, non è facile reggere il confronto con un grande primo capitolo, si rischia di strafare inseguendo l'ideale pirotecnico di un fuoco d'artificio.

Frozen II - Il segreto di Arendelle racconta ancora una volta la storia di Elsa, Anna e di Arendelle, la loro città nel fiordo norvegese, ma aggiungendo dettagli nel passato e nel presente della vicenda.

La narrazione si apre con le due sorelle ancora piccine, come nel primo capitolo, e con il racconto di un evento leggendario che sarà poi il fulcro attorno cui si svilupperà il resto del film. In un flashback nel recente passato, vediamo il nonno delle due bimbe, re Runeard, costruire una imponente diga come regalo alla popolazione dei Northuldri, abitanti della Foresta Incantata in armonia con la natura e i suoi spiriti – a metà tra una tribù di Lapponi e gli Indiani d'America, che ricordano anche negli abiti e nella fisionomia. Il papà di Elsa e Anna, il futuro re Agnarr, è piccolo e ricorda di aver assistito a una improvvisa guerriglia tra suo padre e le sue guardie e i Northuldri, durante la quale lui cade, sbatte la testa e sviene. E viene salvato da qualcuno di cui non scoprirà mai l'identità – prima incongruenza, come mia figlia stessa ha osservato. Questa battaglia fa infuriare gli spiriti della Foresta Incantata – acqua, aria, terra e fuoco – che la inglobano in una nebbia impenetrabile che non può essere oltrepassata – e anche questo darà origine a un inverosimile risvolto narrativo, che però non voglio spoilerare.

Frozen II - Il segreto di Arendelle - locandina
Frozen II - Il segreto di Arendelle, il nuovo film di animazione della Disney: la recensione

Frozen II - Il segreto di Arendelle

REGIA Chris Buck, Jennifer Lee
SCENEGGIATURA Jennifer Lee, Allison Schroeder
PRODUTTORE Peter Del Vecho
MUSICHE Robert Lopez, Kristen Anderson-Lopez
DISTRIBUZIONE Walt Disney Pictures
ANNO 2019
DOPPIATORI ITALIANI Serena Autieri, Serena Rossi, Paolo De Santis, Enrico Brignano, Massimo Bitossi, Joy Saltarelli, Stefano Benassi, Massimo Lopez

Passano gli anni – e le vicende narrate in Frozen I – e ritroviamo Elsa e Anna adulte, ormai felicemente coinquiline del castello di Arendelle, in cui abita anche Kristoff. Forse.

In effetti non è chiara la sua posizione. In questo secondo capitolo è goffo, rappresenta la quota comica del film, nel suo rocambolesco tentativo di chiedere Anna in moglie, sempre sfumato per improbabili incomprensioni dovute alle paturnie di lei. Un ingombro minimo, quasi superfluo, in questa trama ingarbugliata che, a mio avviso, mette troppa carne al fuoco.
Ma quando tutto scorre serenamente, tra serate a giocare ai mimi e feste organizzate in paese, Elsa comincia a sentire le voci. Una, in particolare, femminile e seducente. La avverte come un richiamo ipnotico, conscia di doverla seguire per scoprire il mistero dei suoi poteri. Una nuova necessità, a quanto pare, mai avvertita nel primo capitolo, quando semplicemente li aveva accettati e si era ritirata da eremita tra i ghiacci per seguire la sua vera essenza. Una forzatura, necessaria per intraprendere una nuova avventura, un nuovo viaggio verso Ahtohallan, un'isola nel mare del Nord che pare avere tutte le risposte.

Malgrado le due candidature a Golden Globes e quelle ai Critics Choice Award, Frozen II - Il segreto di Arendelle stenta a decollare. Troppi filoni narrativi, aggrovigliati e mai del tutto sviluppati, in questo film d'animazione in cui il punto di forza è senza dubbio la grafica computerizzata.

Se in Frozen I protagonista era la neve, in Frozen II protagonista è l'acqua. Eccezionale la resa dell'increspatura della superficie del mare placido o delle onde infuriate, talmente realistica che pare di sentire gli schizzi o di nuotarci dentro. Spettacolari le scene della valanga d'acqua che travolge il fiordo o di Elsa che cerca di domarne lo spirito. Altrettanto spettacolare è la sua evoluzione a Elsa 3.0, una nuova trasformazione che vi lascerà a bocca aperta – anche se non ha alcun senso narrativo.
Ma molte sono le incongruenze, i filoni narrativi appena abbozzati o lasciati sospesi, senza alcuna spiegazione. Alcuni concetti sono sottolineati dai dialoghi o dai testi delle canzoni, quasi forzatamente, perché la trama accelerata e confusa non è in grado di farli cogliere come messaggi emozionali. Altrettanto forzati, e forse superflui, sono alcuni dettagli aggiunti alla storia del primo capitolo, da cui si attinge secondo me troppo, anche per momenti a metà tra l'easter egg e la gag slapstick.
Molti i personaggi che hanno ruoli marginali, da cui ti aspetti sviluppi narrativi importanti, ma che sfumano in qualche battuta o banale canzoncina – si ventilava, ad esempio, di una coraggiosa relazione tra Elsa e una ragazza northuldra...
Pure le canzoni appaiono confuse – e forse sono pure troppe. Molti hanno parlato di nuovi tormentoni, io ammetto di non ricordarne nessuna – mentre con Frozen I sono uscita dal cinema canticchiandole quasi tutte, soprattutto l'indimenticabile All'alba sorgerò. Che sia da imputare anche alla non facile traduzione italiana?

Ma ai bambini piacerà molto. Il loro beniamino Olaf ha un ruolo di primo piano, comico e tenero, e scatenerà più di qualche risata in una trama che tutto sommato non ha pathos né una componente drammatica, scevra di un reale villain contro cui lottare e di un chiaro intento.

Davvero divertenti le scene del gioco dei mimi e del riassunto della prima puntata in pochi minuti di trasformismo, esilaranti anche le altre battute di Olaf, come sempre al limite del nonsense.
Riguardalo speravo mi avrebbe fatto apprezzare maggiormente il nuovo lungometraggio Disney, perché ammetto di essermi più volte smarrita, a una prima visione, nella selva di linee narrative di Jennifer Lee, che firma la sceneggiatura e la regia – questa insieme a Chris Buck – di  Frozen II - Il segreto di Arendelle. Invece, mi ha addirittura fatto cogliere alcune incongruenze e superficialità che la prima volta mi erano sfuggite.
Ma ci sono anche cose che mi sono piaciute, in questo film. Oltre alla grafica, ancora una volta ho apprezzato molto lo spazio dato alle protagoniste femminili, ormai quasi assolute: dalla Regina Iduna, che nella storia ha un ruolo salvifico di aggregazione, alla capa dei Northuldri, da Anna, che senza superpoteri dovrà prendere decisioni importanti per sé e il proprio popolo, a Elsa, che combatte contro i suoi stessi fantasmi, i suoi limiti, e celebra l'indipendenza femminile come un trionfo, congiungendo addirittura la dimensione umana a quella di una natura magica, con tanto di rappresentazione iconografica su un destriero trasparente che solca le acque.
C'è tanto in Frozen II - Il segreto di Arendelle, forse troppo o semplicemente non adeguatamente sviluppato. Ma abbastanza da meravigliare i bambini, farli ridere e sognare. E del resto, non è forse questo ciò che ti aspetti da un film d'animazione Disney?





Stefania Bergo



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