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Recensione: Il silenzio delle ragazze, di Pat Barker

Recensione: Il silenzio delle ragazze, di Pat Barker

Libri Recensione di Stefania Bergo. Il silenzio delle ragazze di Pat Barker (Einaudi). Un'Iliade al femminile, un romanzo tra storia e mitologia che dà voce alle donne ridotte in schiavitù durante la guerra di Troia.

Il silenzio delle ragazze di Pat Barker è un pugno allo stomaco. Crudo. Si raccontano fatti storici e mitologici, talmente interconnessi da non poter distinguere gli uni dagli altri. La guerra di Troia, i suoi guerrieri tanto decantati da Omero, acclamati come eroi dalla Storia. Assurti a modello di valore cui tendere. Raccontati, però, dalle donne che hanno rapito e ridotto in schiavitù. Un romanzo, quindi, che ne demolisce il ricordo e li fa vedere sotto una luce diversa. Non più valorosi combattenti ma macellai impenitenti. Stupratori.
Il grande Achille. Il luminoso, splendido Achille; Achille simile a un dio. Ma Achille, per noi,era solo un macellaio.
Pat Barker, Il silenzio delle ragazze
La guerra raccontata da un uomo è sempre inevitabile, onorevole, è un banco di prova per dimostrare il coraggio e il valore dei guerrieri. Valoroso è colui che uccide tanti nemici e difende la sua terra, vigliacco è colui che cerca la pace. Poco importa che il valore si conquisti sul corpo martoriato degli avversari di cui far scempio o delle donne da destinare a un'infernale vita da prigioniere senza dignità – «Una vita mutilata».
La guerra raccontata da una di queste donne, invece, è solo un mattatoio all'aria aperta. E le donne sono solo carne – «in quel momento mi sentivo una cosa senza nome».

La bella Briseide è una sacerdotessa troiana devota al dio Apollo, principessa di Lirnesso. Viene catturata insieme ad altre ragazze e destinata, per il suo rango e la sua bellezza, come trofeo ad Achille.

Scopava in fretta, uccideva in fretta, e nel mio caso non c'era differenza. Una parte di me morì quella notte.
Pat Barker, Il silenzio delle ragazze
Proprio a lui, che ha massacrato tutta la sua famiglia e depredato la sua casa. Ma questo è il destino di molte delle giovani donne fatte prigioniere, destinate ad essere trofei, schiave degli aguzzini dei loro mariti, dei loro padri, dei fratelli e dei figli più grandi.
Pensai: «Io invece faccio una cosa che innumerevoli donne prima di me sono state costrette a fare: apro le gambe all'uomo che ha ucciso mio marito e i miei fratelli».
Pat Barker, Il silenzio delle ragazze
Concubine violentate o misere donne di fatica, «femmine pubbliche», senza nemmeno una dimora, destinate a vagare tra l'immondizia degli accampamenti greci in cerca di cibo e riparo, usate all'occorrenza – «Vivevamo in un campo di stupro». Un destino infausto che nessuno ha mai raccontato. Perché narrato dalle ragazze, e la loro voce è sempre troppo fievole, anche quando gridano. Pat Barker raccoglie le loro testimonianze rintracciate tra le pieghe della Storia e dà loro risalto in questo romanzo, amalgamando talmente bene mito e realtà dei fatti da non distinguere l'uno dall'altra.

Il silenzio delle ragazze è una storia romanzata ma cruda, realistica. Non è difficile credere che la condizione delle donne prigioniere di guerra potesse essere quella descritta. 

Perché per le donne è ancora così, in troppi angoli del mondo: sulle donne si continua ad infierire violentandole, usurpando il loro ventre nel delirio di punire un popolo contaminandone la discendenza, perché «Gli uomini scolpiscono le facce delle donne, vi incidono messaggi destinati ad altri uomini».
A Briseide viene data la colpa della lite tra Agamennone e Achille, della morte di Patroclo, della peste nel campo militare. Anche questo credibile: troppo spesso alle donne vengono date colpe anche quando sono vittime.
Secondo una leggenda che non ha bisogno di spiegazioni, ogni volta che Elena tagliava un filo della sua tela un uomo moriva in battaglia. Era lei la causa di ogni morte.
Pat Barker, Il silenzio delle ragazze

E come vivono Briseide e le altre ragazze tutto questo? In silenzio – «Alle ragazze si addice il silenzio» –, cercando di sopravvivere. 

Alcune volte innamorandosi dei loro rapitori, sforzandosi di intravvedere in loro un po' d'umanità, di empatia, perché «qualsiasi schiavo farebbe di tutto, davvero di tutto, per smettere di essere una cosa e ridiventare una persona». Il che può apparire spregevole, all'inizio, ma in questa Iliade narrata da voce femminile i confini tra i ruoli tendono a sfumare nel tempo, facendosi sempre meno marcati. Quello che prima appare inaccettabile col tempo diventa l'unica via d'uscita, se si sceglie la vita. Si tratta di resilienza. Un'attitudine che porta Briseide e le altre ragazze schiave dei mirmidoni ad arrivare in fondo alle loro storie, a mettere un punto fermo contro ogni previsione. E a ricominciare. Questa volta, però, rompendo il silenzio.
Cosa penseranno di noi le genti delle epoche future, lontane oltre ogni immaginazione? C'è una cosa di cui son certa: non vorranno che gli si mostri la brutale realtà della conquista e dell'oppressione.
Pat Barker, Il silenzio delle ragazze

Il silenzio delle ragazze

di Pat Barker
Einaudi
Narrativa
ISBN 978-8806241025
Cartaceo 15,72€
Ebook 9,99€

Sinossi

Quando Lirnesso viene conquistata dai Greci, Briseide, sopravvissuta al massacro della sua famiglia, viene portata via dalla città come un trofeo e consegnata ad Achille. A diciannove anni diventa concubina, schiava, infermiera, assecondando qualunque necessità dell'eroe splendente. Ma non è sola. Insieme a lei innumerevoli donne vengono strappate dalle loro case e consegnate ai guerrieri nemici. Ed è così che confinate nell'accampamento - e nella tenda di Achille - Briseide e le sue compagne assistono alla guerra di Troia e raccontano ciò che vedono. Episodi entrati nel mito, ma anche quelli che non sono stati registrati dalle cronache ufficiali perché legati alla miserabile vita delle ragazze. Da Agamennone a Odisseo, da Achille a Patroclo, da Elena a Briseide, Pat Barker racconta la guerra più famosa di tutti i tempi dal punto di vista delle donne.

Stefania Bergo


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