Gli scrittori della porta accanto

Scrittori, intervista ad Arianna Biavati

Scrittori, intervista ad Arianna Biavati

Caffè letterario A cura di Silvia Pattarini. Intervista ad Arianna Biavati, autrice della raccolta di racconti L'inizio della storia (La Vela): «Non posso vivere senza leggere. Quando scrivo trovo chi sono».

Arianna Biavati, benvenuta nel web magazine culturale Gli scrittori della porta accanto – Non solo libri. Entriamo subito nel vivo di questa intervista. Per scrivere un libro è necessario avere una storia da raccontare: qual è stata quell’alchimia, quella scintilla interiore da cui nascono i tuoi racconti L'inizio della storia? Cosa ti affascina e ti ispira?

Ogni racconto è arrivato in modo diverso: alcuni mi si sono presentati spontaneamente e non ho potuto non scriverli, altri li ho scritti stimolata da concorsi letterari. Qualunque sia l’occasione iniziale, il modo in cui poi nascono e si sviluppano è però sempre lo stesso: c’è un elemento della realtà esterna che fa “corto circuito” con un qualcosa per me molto significativo della mia realtà interiore, della mia storia, di quello che provo. Arrivano delle immagini, che io seguo con un processo di sprofondamento dentro me stessa: guardo cosa succede, ascolto cosa i personaggi dicono.

Ci riveli qualche curiosità sulla trama dei racconti?

Dietro ogni racconto c’è una storia, che meriterebbe essa stessa un racconto. Insufficiente rendimento, ad esempio, è una narrazione distopica la cui idea di fondo risale al mio primo anno di insegnamento. Insegnavo in una seconda media; mi ero accorta i miei ragazzini avevano poca capacità di provare compassione: con la giustificazione che “tanto è uno scherzo”, facevano agli altri cose che non consideravano importanti, ma che invece provocavano sofferenza. Una mattina allora chiesi: «Se io vi pagassi per fare del male a qualcuno, voi lo fareste?» La prima risposta, immediata, non fu “sì” o “no”, ma “Quanto ci paga, prof?”. Subito dopo, forse preso da un piccolo scrupolo di coscienza, uno disse: «Dipende da quanto male gli dobbiamo fare. Se non è una cosa molto grave…» Da qui poi scaturì una discussione e io misi nel cassetto l’idea di una scuola distopica in cui si insegna a non avere compassione.
La vecchia e la Morte è una fiaba, scritta in poche ore, che mi ha dato la possibilità di elaborare uno stato di lutto seguito ad anni di morti di parenti e amici, ultima quella di mio padre, avvenuta alcune settimane prima. Mentre la scrivevo non mi rendevo bene conto di quello che ci stavo mettendo dentro, l’ho capito solo quando altre persone l’hanno letta e mi hanno raccontato cosa ha suscitato in loro.
Dal silenzio di Arianna Biavati

Dal silenzio

di Arianna Biavati
Youcanprint
Narrativa
ISBN 978-8827849347
Ebook 2,99€
Cartaceo 19,55€

Ci ricordi i titoli delle tue precedenti pubblicazioni?

Ho pubblicato un romanzo, Dal silenzio.

Ci racconti qualcosa di più su Dal silenzio?

Dal silenzio è quello che io definisco sempre un “non western”: l’ambientazione, appena tratteggiata, è western, ma in realtà è un romanzo di relazioni, di affetti, che permettono di sopravvivere al dolore e alla morte. È una storia di morte e di rinascita. È un romanzo di vite che si perdono, si intrecciano e si ritrovano. La grande tematica di fondo è la compassione, che i protagonisti incontrano in chi salva loro la vita e che da questi quindi apprendono.
Nel romanzo si trovano in nuce le principali tematiche che poi, negli anni seguenti, ho sviluppato nei racconti.
L'inizio della storia di Arianna Biavati

L'inizio della storia

di Arianna Biavati
La Vela
Racconti
ISBN 978-8899661359
Cartaceo 10,20€

Il tuo romanzo e i racconti si fanno portavoce di qualche messaggio particolare, o si propongono esclusivamente di intrattenere piacevolmente il lettore?

Purtroppo o per fortuna, io non riesco a scrivere nulla che sia di semplice intrattenimento. Non parlerei tanto di “messaggi” intenzionali, quanto di esigenze profonde che trovano forma nella scrittura. Ci sono dei fili tematici ricorrenti che si intrecciano nelle mie storie: il potere della narrazione, che salva la vita e costruisce la realtà, la compassione, il dolore e la guarigione, la morte, la vita e la rinascita, la capacità di guardare il mondo con occhi diversi, la molteplicità dei mondi dentro ogni persona.

Arianna Biavati preferisce scrivere con carta e penna o meglio la tastiera?

Ho bisogno di una prima fase di scrittura di getto con carta e penna, così come viene; non riuscirei mai a usare dei quaderni “belli”: scrivo sul verso di fogli da stampante già usati da una parte, la carta che si tiene da malacopia. Solo quando ho già scritto abbastanza, comincio a sentire l’esigenza di trascrivere sul computer, che è molto pratico perché permette di rielaborare, spostare, tagliare, incollare. A questo punto, straccio i fogli su cui ho scritto a mano e li butto via. Da quel momento, di solito continuo con la videoscrittura.

Ti è mai capitato di doverti confrontare col famigerato “blocco dello scrittore”? Come l’hai superato?

A parte i primi mesi di scrittura del romanzo, in cui ero in una specie di stato di grazia che non si è quasi mai più ripetuto, io ho perennemente il blocco dello scrittore. Di solito, il pensiero bloccante è “quello che vuoi scrivere è banale, è già stato scritto, non vale niente”. Trovo mille cose da fare, finché una scadenza molto prossima mi costringe a mettermi in “modalità sprofondamento”, a concedermi di chiudere gli occhi e lasciare che le immagini arrivino. Uso un po’ di scrittura espressiva, cioè scrivo liberamente tutto quello che mi viene in mente, anche se sembra non c’entrare nulla; anzi, parto proprio scrivendo della mia incapacità di scrivere, di quanto siano assolutamente banali e insulse le mie idee e via dicendo. Una frase che mi è molto utile, che fa parte della mia storia personale e spesso utilizzo è “meglio una cosa piccola e brutta ma reale, che una cosa bellissima e perfetta ma inesistente”.
Fatto questo, nel giro di non molto (da pochi minuti a qualche giorno), trovo la strada giusta, le immagini arrivano, si sviluppano e si collegano.

Arianna Biavati, ti ringrazio tantissimo per essere stata con noi e a nome degli Scrittori della porta accanto ti faccio i complimenti per il tuo libro e in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!


Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Madre di tre figli, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.
Il tempo di un caffè, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni.


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