Gli scrittori della porta accanto

Lo stereo rosso, un racconto di Claudia Gerini

Lo stereo rosso, un racconto di Claudia Gerini

Inediti d'autore Racconto di Claudia Gerini. Due amiche adolescenti, una sera d'estate, un Ciao bianco, uno stereo rosso.

Il piano era decisamente perfetto. Io e Debora saremmo andate a vivere insieme, appena ci fosse stato possibile, certo. Il che voleva dire che avremmo almeno dovuto aspettare altri tre anni, tanti quanti ne mancavano ai 18. Questo, da una parte, poteva rivelarsi una fortuna perché ci dava modo di organizzare la cosa per bene.
Ci eravamo conosciute pochi anni prima, alle medie. Ricordo ancora il primo giorno di scuola del terzo anno. Entrai in classe poco ansiosa di rivedere i professori ma molto ansiosa di ritrovare i miei compagni. Ad un banco, appiccicato alla cattedra, c’era questa ragazzina mai vista prima, con i capelli ricci e un piumino verde pisello, che sedeva con le braccia poggiate sulle gambe, schiena dritta e sguardo basso. Quel giorno non sapevo che quella ragazzina riccioluta sarebbe diventata la mia migliore amica.
Con le scuole superiori prendemmo strade diverse ma questo non impediva di vederci e passare del tempo insieme. Studiavamo, guardavamo film in videocassetta e ci riempivamo di schifezze. E sognavamo, sognavamo tanto. Come saremmo state da grandi? Cosa avremmo fatto? C’era una sola certezza: saremmo state insieme.
Escogitammo il piano, che ai nostri occhi rasentava la perfezione, una sera d’estate, sedute sul mio motorino bianco.
«Secondo me, per prima cosa, dobbiamo fare una lista di tutto quello che ci serve» dissi tutta seria con in mano foglio e penna.
«Certo! Così siamo sicure di non dimenticare proprio nulla» rispose Debora.
Ci guardammo serie, cercando di pensare quale fosse la prima cosa da scrivere sulla lista…

1. Stereo rosso

Lo stereo rosso era il mio mitico mangianastri, con doppia porta e doppia cassa, che mi avevano regalato per la Cresima. Era il mio compagno fidato, con la radio sempre posizionata su Radio Deejay e dove avevo fatto pure un segno con l’Uniposca bianco per essere sicura di ritrovare sempre la frequenza giusta. Se ci penso oggi non posso trattenere un sorriso. Il primo pensiero uno stereo invece di quattro mura! Perché alla fine di dove saremmo andate a stare non ci importava proprio nulla. L’importante era avere con sé lo stereo per ascoltare la musica.
2. Musicassette varie (diretta conseguenza del punto 1).
3. Ciao bianco, che serviva per tutti i nostri spostamenti e che non mi aveva mai lasciata a piedi nemmeno una volta.
4. Zaino e vestiti.
Qui la nostra lista si interrompeva. In fondo di cosa avevamo bisogno ancora? Avremmo avuto la nostra musica, vestiti da indossare e uno zaino pieno di sogni. Tutto quello che serviva.

A vivere insieme non ci siamo mai andate. Ma ci è rimasta la nostra amicizia, solida come le quattro mura a cui non avevamo pensato quella sera d’estate, sedute su un Ciao bianco, ad immaginarci grandi.
Ad immaginarci felici.
Insieme.


Claudia Gerini
Claudia Gerini nasce a Pontedera negli anni ’70. Completa il liceo linguistico e collabora saltuariamente con un’importante testata giornalistica. Poi abbandona gli studi e le passioni per un impiego fisso. Da più di 15 anni infatti lavora nel reparto gastronomia di un supermercato. Adora la sua famiglia ed è ciò a cui si è ispirata per scrivere il suo primo romanzo, uscito in prima edizione per Lettere Animate.Il sogno di Giulia, Gli Scrittori della Porta Accanto Edizioni (seconda edizione).


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