Gli scrittori della porta accanto

Recensione: La metà del cielo, di Angelo Ferracuti

Recensione: La metà del cielo, di Angelo Ferracuti

Libri Recensione di Ornella Nalon. La metà del cielo di Angelo Ferracuti (Mondadori). Il diario di una malattia, una grave perdita che annienta ma che, allo stesso tempo, ricostruisce.

Dopo oltre dieci anni dalla morte della moglieAngelo Ferracuti sente la necessità di parlare di lei, della loro storia d'amore, della malattia, del senso di vuoto, della solitudine e poi della sua nuova vita attraverso questo libro che vuole essere «in parte una consolazione e in parte una dannazione» come lui stesso dice.
Dunque, in base a una mia personale interpretazione, ritengo volesse cercare di dare un senso alla sua tragica esperienza e, allo stesso tempo, girare il coltello nella piaga, giusto per punirsi di essere il sopravvissuto della coppia. Tant'è che non pone filtri nel descriversi, Angelo Ferracuti. Non ha alcuna pietà nel raccontare i tratti ostici del suo carattere, mentre, invece, parla solo in maniera positiva della moglie, forse idealizzandola un po', come a volerla erigere in quell'altare dell'idolatria solitamente riservato ai cari defunti.

La metà del cielo, duecento pagine di ricordi sciolti, esposti così, come possono venire in mente, privi di una struttura che garantisce un flusso ordinato alla narrativa, per cui, costanti sono anche i salti temporali, anche se, netta, emerge una separazione tra il prima e il dopo.

Nel prima, c'è una sommaria descrizione dell'incontro e della fase dell'innamoramento. Più dettagliata, quella del matrimonio.
All'inizio, un amore totale e totalizzante, che supera agilmente il problema del lavoro precario e delle ristrettezze economiche, poi quando invece arriva un po' più di agiatezza, i primi dissidi.
La nascita di due figlie, con il conseguente fardello di nuovi impegni e doveri, li unisce ma pure li divide, come spesso succede. Arrivano le recriminazioni, i rinfacci e anche le liti furibonde che inducono la coppia a condurre quasi una vita separata.
L'autore confessa anche di avere ceduto al fascino di una relazione clandestina con una giovane donna; di avere apprezzato quella storia fresca, coinvolgente e appagante e di averla vissuta senza un'ombra di rimorso. Ma così, come d'improvviso ne parla, di colpo non riferisce più nulla. Non è dato di sapere quanto è durata e com'è finita. Forse a significare che era solo una breve, irrilevante parentesi in un contesto ben più importante.

E poi arriva la diagnosi, piomba come una sentenza impietosa che concede pochi sconti di pena. Imprevedibile come un fulmine a ciel sereno, lascia allibiti e annientati.

Non si è mai pronti a considerare la morte, ma a poco più di quarant'anni si è del tutto impreparati. Seguiranno due anni di estenuanti accertamenti, consulti, sporadiche flebili speranze, sofferenze, terapie a volte peggiori dei sintomi, strenue resistenze ma poi, la resa a un male che non perdona.
Questo è lo spartiacque che fa giungere il dopo.
Un dopo caratterizzato da un iniziale sbigottimento e da un successivo dolore la cui portata mette a repentaglio la capacità di resistenza dell'autore. La presenza delle due figlie non sempre diventa un incentivo a reagire, non sempre basta a riempirgli le giornate che si trascinano vuote e immotivate.


Elaborare il lutto diventa troppo arduo. 

Allora, chiede soccorso all'alcool che subito lo seduce con il suo effetto sedativo ma poi, a lungo andare, gli rivela la sua effimera proprietà palliativa. Comprende che la forza dovrà trovarla dentro di sé, proprio lui, che si è sempre creduto un perdente, un fallito predestinato.
Proprio lui, convinto che l'unica azione della sua vita in cui non ha fallito, è quella di avere sempre seguito e sostenuto la consorte nel periodo della malattia, di averla accompagnata con amore verso la sua dipartita.
E forse, è quest'ultima considerazione che rappresenta una fonte di riscatto grazie al quale l'autore, se propriamente non riesce ad assolversi del tutto, quanto meno vi attinge una qualche forma di indulgenza verso se stesso.
Un'esperienza forte, sconvolgente, quella vissuta da Angelo Ferracuti. Una di quelle che raschia l'anima quasi sino ad annientarla ma che, tuttavia, come ogni avvenimento da cui per un solo soffio non si esce distrutti, alla fine finisce con il rafforzare, o quanto meno, a forgiare il carattere.
E se da un lato non troverà mai veramente pace per avere perso una persona importante, da un altro è riuscito a raggiungere una maggiore armonia interiore.


La metà del cielo

di Angelo Ferracuti
Mondadori
Non-fiction | Autobiografico
ISBN 8804716908
Cartaceo 15,30€
Ebook 9,90€

Sinossi

Dentro la piccola comunità di un borgo dell'Italia centrale, dentro l'incombente senso di vuoto che segue la stagione felice dell'amore e dell'impegno politico, dentro le piccole cose della vita famigliare entra la grandezza devastante della morte. Patrizia, la moglie di Angelo, muore a soli 42 anni. Lui, ossessionato dai fallimenti, economici e morali, si muove incerto nel nuovo presente. Son passati dieci anni ma la memoria torna alla malattia, a come si è manifestata, a come ha dettato il suo protocollo. La narrazione mescola, per piani sfalsati, l'esperienza del dolore e quella della ricostruzione, l'apparire di una nuova figura femminile e l'asfissia provinciale, le fughe, i ritorni e la smemorante esperienza alcolica.


Ornella Nalon - Gli scrittori della porta accanto

Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo, 0111 Edizioni
Non tutto è come sembra, 0111 Edizioni.
Una luce sul futuro, PubMe Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione).
Sulle ali della fantasia, Gli scrittori della porta accanto Edizioni (seconda edizione).


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