Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Al centro del mondo, di Alessio Torino

Recensione: Al centro del mondo, di Alessio Torino

Libri Recensione di Davide Dotto. Al centro del mondo di Alessio Torino (Mondadori). Un corredo di forze centripete e centrifughe che attirano ed espellono, come se il mondo moderno bussasse chiedendo di entrare in un universo incontaminato.

«Ha fatto duecento metri e poi è atterrato. Quando l’ho ripreso, respirava forte come un cagnolino. Non ce la fa più a volare davvero. Anche se per me è solo paura.»
Alessio Torino, Il centro del mondo
In Damiano vive l'eco di un evento tragico del passato. Il padre Pietro, «attaccato con la corda al ramo» di una quercia secolare, si è suicidato. Nel ragazzo alberga una follia che si fatica a tenere a bada, fra ricorrenti crisi, deliri passeggeri. Non è sicuramente un caso che il suo nome richiami la forza che divide e restituisce il caos a ogni forma d'ordine. Troppo facile intendere che il "demonio" abiti il più delle volte chi lo vede ovunque, con la consistenza di pensieri ossessivi, o di incubi di ignota origine.
Non lo abbandona mai: da bambino, da ragazzo quando si incammina verso l'età adulta. Il suo centro sono il sanguigno zio Vince e nonna Adele, strutture portanti che mantengono, per quanto possibile, un precario equilibrio dato dall'ambiguità insanabile di chi tira il carro in direzioni contrarie. Nonna Adele è la vera pietra angolare: con la propria presenza resiliente difende e conserva, lenisce le ferite del tempo.

Centro del mondo è soprattutto Villa la Croce, un luogo da preservare o di cui liberarsi al più presto, dove si intreccia il vissuto di chi vi abita con quello di altri che – sporadicamente – fanno la loro comparsa.

Alla morte di nonna Adele (il cui ricordo a poco a poco sbiadisce) nuovi eventi ed altri personaggi si fanno strada, con qualcosa di meno da tramandare e trarre in salvo.
Fanno da cornice le minacce e le promesse di tempi nuovi. Ecco zio Vince con un cellulare in mano, o in testa il berretto di Trump, vincitore delle elezioni americane.
I demoni che si sono scatenati nel corso degli anni prendono il sopravvento. È una follia di fondo votata al caos e alla dissoluzione. A volte si mimetizza muovendosi all'interno di un ordine qualunque, sopravvivendoci dentro; legge  gli eventi, gli animi, un intero paese.

Si tratta di un corredo di forze centripete e centrifughe, che attirano ed espellono. 

Tra esse, l'incubo di sempre: che Villa la Croce sia venduta e cada in mano ad estranei, unito allo strenuo e disperante tentativo di tenere insieme cose che insieme non stanno.
È come se il mondo moderno bussasse chiedendo di entrare in un universo incontaminato. O un universo incontaminato domandasse di adeguarsi  a qualcos'altro. Solo che questo luogo, tutt'altro che immacolato in realtà, si difende tramutandosi in un girone infernale. Chi già vi si trova non può fuggire; e chi vi entrasse – per qualsiasi motivo – non può che raccoglierne, suo malgrado, la maledizione.


Al centro del mondo

di Alessio Torino
Mondadori
Narrativa
ISBN 978-880472466
Cartaceo 17,57€
Ebook 9,99€

Sinossi 

Damiano Bacciardi vive con Nonna Adele, il nonno chiuso in un antico silenzio e Zio Vince, detto il Gorilla, a Villa la Croce, che nel borgo poco distante è stata ribattezzata "Villa dei Matti", lungo uno stradone che si muove nel cuore delle colline marchigiane. Il miele dei Bacciardi, "la manna", è celebre perché fa ingravidare le donne, così come è leggenda la quercia a cui si è impiccato il padre di Damiano e che è tornata a far foglie dopo dieci anni. Damiano è un ragazzo scosso da accessi violenti di malessere e segnato da una vitale ansietà: sente la natura, sente il volo delle rondini, il brusio delle api, il rotolio delle stagioni, e sa riconoscere la presenza del Demonio e il male degli uomini. Zio Vince trama per vendere la proprietà a gente che viene da lontano e Damiano se li immagina tutti con la faccia demonica di Trump che ha visto in televisione. Damiano sa di dover difendere Villa la Croce, di dover difendere la memoria della sua sgangherata famiglia e la bellezza talora limpida, talora mostruosa e selvatica, della natura in cui è cresciuto accompagnato da incubi, deliri e ventate di struggente dolcezza. Nonna Adele muore e la prospettiva di vendere si fa sempre più concreta: a quel punto Damiano obbedisce a un impulso sempre più convinto e quando, ultimi, arrivano "gli olandesi" e provano a farla da padroni, un disegno di riscatto si incide come la ramaglia di un albero, potente e severo, nella sua coscienza.
Davide-Dotto

Davide Dotto


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