
Libri Comunicato stampa. La quarta dimensione del tempo (Les Flâneurs Edizioni), il romanzo d'esordio di Ilaria Mainardi: dove si arriva e da dove si parte sono i soli punti da tenere sempre presente per non sbandare durante il percorso.
Se Gardner postulava sulle intelligenze multiple, James poteva dire la sua nell’ambito della stupidità, sulla base di uno studio empirico applicato al suo diretto superiore: nessun essere umano intelligente è tronfio e giudicante. Da questa specie di sillogismo ne ricavava che Burch, enfant prodige al flauto traverso e plurilaureato in una manciata di discipline, fosse uno degli uomini più stupidi nei quali gli fosse capitato di imbattersi. La condizione, già spiacevole, si accompagnava con un assortimento di sgradevolezze: l’assolutismo nei gusti, la tendenza a risolvere il contraddittorio alzando la voce o abusando delle maiuscole nelle e-mail, l’immotivata permalosità spiegabile solo con dei complessi belli grossi. Votava il partito democratico perché «Non sono mica un bifolco affarista col sigaro e gli stivali a punta! La pubblicità è soprattutto psicologia, è cultura» ma nella sostanza c’era poca differenza fra Desmond e i suoi compari repubblicani. In certi salotti della New York che conta si trattava non di ideali, ma di posizionamento su determinati segmenti di mercato. Biscotti di sinistra, pneumatici di destra: non ha senso! Come uomo d’affari, però, nell’accezione meno sovrastrutturata che la locuzione possa assumere, sapeva il fatto suo. Captava segnali basici e si muoveva senza indugio, plasmando bisogni dopati, cannibalizzando la concorrenza. Sognava di essere ricordato come il Lester Bangs del linguaggio pubblicitario: arguto, sprezzante, iconoclasta. Ma sapeva che per essere longevo, in tutti i sensi, la prudenza era una dote indispensabile.
James all’inizio lo osservava, con un certo straniamento, bearsi della mediocrità e degli apprezzamenti dei mediocri. Poi comprese quanta subdola infallibilità ci fosse in quel deus ex machina del bene non necessario. Lo stesso Desmond al termine di un briefing (ouch!) gli aveva esposto con chiarezza il cosiddetto stato dell’arte: «Murray, sono quarant’anni che lavoro per non dover temere cervelli come il tuo».
A dispetto di ciò che si potrebbe dedurre, James non reputava Burch un uomo cattivo e neppure un creativo sull’orlo di una crisi di nervi generato dalla mente di Beigbeder. L’etica non faceva parte della formazione: questo principe di Machiavelli contemporaneo mirava al consolidamento del proprio regno, secondo un’analisi pragmatica della realtà per quella che era, non per quella che avrebbe dovuto essere. E quando la realtà non si conformava abbastanza, lui ne creava una più vistosa e costosa, migliore. A un certo punto il gioco doveva averlo invischiato al punto da renderlo una cosa sola con le sue creature: il dottor Desmond Mediocrenstein, bilionario di New York City.
Ilaria Mainardi, La quarta dimensione del tempo
La quarta dimensione del tempo
di Ilaria MainardiLes Flâneurs Edizioni
Narrativa
ISBN 978-8831314404
ebook 8,99€
cartaceo 14,24€
Sinossi
James Murray, newyorkese d’adozione, è un affascinante pubblicitario che ha passato gli ultimi tre decenni a costruirsi una nuova e brillante identità sui cocci del passato. Finché una lettera, giunta ai suoi occhi in ritardo di ventisette anni, non fa crollare ogni impalcatura. Insieme all’amico Gavin dovrà ripercorrere a ritroso la strada verso un Missouri verde come l’Irlanda, verso una figura materna cancellata da troppo tempo, verso i sogni perduti, verso se stesso. Nella consapevolezza che, come gli ripeteva l’amato padre, dove si arriva e da dove si parte sono i soli punti da tenere sempre presenti per non sbandare durante il percorso.
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