Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Lawrence M.F. Sudbury presenta Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri (Independently published): un romanzo storico, la “Rivolta dei Preti” e il declino dell’Ordine di Malta nell’ultima fase del suo dominio.
Nato a Londra il 25/06/1968, Lawrence M.F. Sudbury vive da molti anni vicino a Milano.Laureato in Lettere e specializzato in marketing e pubblicità, ha lavorato per circa quindici anni dividendosi tra una cattedra di Storia al liceo e il mestiere di pubblicitario professionista.
Dal 2005 ha iniziato a occuparsi di storia e sociologia religiosa, ottenendo un D.A. in Studi Religiosi in Texas, un master in Studi Biblici e un Ph.D. in Storia della Chiesa in Indiana (dove, per qualche tempo, ha esercitato la libera docenza).
Negli anni successivi (2008-2019), pur mantenendo la cattedra di Storia al liceo, si è anche dedicato al pastorato per una Denominazione religiosa liberale, diventandone il Responsabile per le Relazioni Internazionali, e ha ottenuto un master in Giornalismo, specializzandosi in Vaticanistica. A partire dal 2006 ha pubblicato testi di saggistica storico-religiosa con Il Melograno, Seneca Edizioni, Newburgh Seminary Press, E.M.I ed E.U.M., ricevendo varie recensioni su media cartacei e radiofonici locali e nazionali e partecipando al Salone del Libro di Torino.
Ha, inoltre, tenuto alcune conferenze e collaborato con università italiane e straniere e portali tematici (tra i quali “Centro Studi La Runa”, “Archeomedia”, “InStoria” e “Mondi Medievali” - Sito dell’Istituto di Storia Medievale dell’Università di Bari) e riviste specialistiche (“Segnocinema”, “InStoria”, “Fenix”), con oltre centocinquanta articoli pubblicati.
Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, Malta 1775: il crepuscolo dei Cavalieri.
Malta 1775
Il crepuscolo dei cavalieri
di Lawrence M.F. SudburyAmazon KDP
Romanzo storico
ISBN 9798718718317
Ebook 4,99€
Cartaceo 14,56€
Sinossi
Malta, seconda metà del 18° secolo: Bartolomeo, discendente da una delle famiglie più importanti della nobiltà papalina, è un Cavaliere del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta che governa l’isola. Capitano del “Levriero”, un vascello donatogli dal padre e inquadrato nella flotta melitense, membro della guardia del Gran Maestro, amico di alcuni confratelli fidati, il giovane, pur rendendosi conto che l’Ordine non è più quello di un tempo, sembra aver realizzato i suoi sogni ed è soddisfatto della propria esistenza. Una sera, però, Bartolomeo vede casualmente qualcosa che non dovrebbe vedere e tutto cambia radicalmente: per il nobile romano inizia una parabola declinante che lo porterà a scontrarsi con i giochi di potere ai vertici del governo dell’isola, a diventare un reietto dell’Ordine e, addirittura, a trasformarsi in un latitante accusato di omicidio. La sua nuova condizione lo trascinerà in una serie di avventure e di incontri che gli daranno l’opportunità di comprendere meglio se stesso e la realtà che lo circonda, di arrivare ad avere un ruolo non di secondo piano nella “Rivolta dei Preti” guidata da don Gaetano Mannarino e, inaspettatamente, di innamorarsi.
L'autore racconta
Diamo il benvenuto a Lawrence M.F. Sudbury sul blog Gli scrittori della porta accanto. Buongiorno Lawrence, com’è nato il progetto di Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri? È nata prima la trama o prima il titolo?
Buongiorno e grazie a voi.In realtà il progetto di Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri è nato un po’ per amore e un po’ per caso. Da anni mi occupo di storia, in particolare di storia della Chiesa e delle Religioni e, nel tempo, ho pubblicato una ventina di saggi su temi specifici relativi a questo campo di studi. Così, sovente mi capita di ricevere articoli e pubblicazioni in materia. Da sempre sono innamorato dell’isola di Malta, della sua cultura e della sua gente e quando, per caso, ho ricevuto un articolo sulla “Rivolta dei Preti” del 1775, ho subito trovato quella vicenda affascinante e, se posso permettermi di dirlo, anche molto istruttiva. L’idea iniziale era quella di approfondire le ricerche sull’argomento per produrre un saggio ma mi sono reso conto che sarebbe rimasto un testo per pochi “specialisti” appassionati mentre sono convinto che quella storia, ingiustamente piuttosto dimenticata, debba essere conosciuta da un pubblico più vasto: ho deciso, dunque, di avventurarmi in un genere, quello del romanzo storico, che non avevo mai toccato in precedenza. Poi, nella stesura della trama, ho capito che quell’episodio doveva essere inserito nel quadro più ampio del declino dell’Ordine di Malta nell’ultima fase del suo dominio temporale sull’arcipelago e così è nato il libro. Il titolo è stato solo una conseguenza della trama.
Diamo la parola ai personaggi di Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri. Chi è e come si presenta il protagonista?
Il protagonista è fra’ Bartolomeo Ruspoli Marescotti di Cerveteri, un nobile di una delle famiglie più importanti della Roma papalina. Potrebbe vivere una vita agiata, fatta di ozi e salotti aristocratici o scalare facilmente i vertici della Curia romana ma è un ragazzo sognatore e avventuroso, affascinato dal mito degli ultimi monaci-guerrieri ed è per questo che è entrato giovanissimo nell’Ordine, diventando poi un “Conventuale”, cioè un Cavaliere residente su Malta e non nei vari Balivati europei. Da subito si è reso conto che la realtà dei Cavalieri di Malta di fine XVIII secolo non corrisponde più all’immagine eroica che si era costruito ma, per i primi anni, la decadenza dell’Ordine è per lui, capitano del veliero che suo padre gli ha regalato al momento dell’Ordinazione e membro della Guardia d’Onore del Gran Maestro, più una questione teorica, un argomento di discussione con i Confratelli. Solo quando si troverà, in parte per caso e in parte per una precisa scelta morale, a scontrarsi con i poteri forti dell’isola, venendo prima esiliato e poi addirittura divenendo un latitante accusato di omicidio, entrerà realmente in contatto con la realtà di un Ordine che ormai disattende completamente la sua missione di “Difesa della Fede e Protezione dei Poveri” dominando in modo tirannico una popolazione impoverita e stremata. Da questo processo di presa di coscienza inizierà una progressiva maturazione interiore, sia personale che sul senso della sua vocazione, che lo porterà a prendere posizioni molto nette. Tra l’altro, fra’ Bartolomeo Ruspoli è un personaggio realmente esistito, anche se, per ragioni cronologiche, ho dovuto anticipare di qualche anno la sua presenza sull’isola.I luoghi del libro raccontati attraverso il punto di vista di un protagonista comprimario…
I comprimari nel mio romanzo sono un certo numero e, dunque, preferirei sceglierne due, i cui punti di vista sono diametralmente opposti. Per il Gran Maresciallo e futuro Gran Maestro Emmanuel de Rohan-Polduc Malta è l’ultimo avamposto della Cristianità, che i Cavalieri hanno difeso con il proprio sangue e di cui, dunque, ora possono disporre a piacimento: una terra in sé improduttiva ma che può permettere, se ben sfruttata politicamente, di dare lustro e potere presso le corti europee all’Ordine e a chi è abbastanza intelligente e furbo da farsi strada al suo interno.Per Ninu Fenech, ex caporale maltese nazionalista, Malta è, invece, una terra ricca di storia, di tradizioni, di una propria cultura peculiare che dovrebbe essere compresa e rispettata ma che viene dominata con pugno di ferro da stranieri che impongono leggi inutili, estranee e nocive per un popolo ridotto alla fame.
Il tempo della narrazione, secondo l’opinione di un protagonista secondario...
Rispondere a questa domanda è più facile perché il concetto è chiaramente espresso nel testo. Il punto di vista è quello di don Gaetano Mannarino, il leader della “Rivolta dei Preti”. Per lui questo è il tempo in cui gli abitanti dell’arcipelago, da sempre sfruttati dai loro dominatori e ormai diventati solo pedine sacrificabili nei giochi politici e nelle dispute tra stati continentali, si sollevino e prendano in mano le redini del proprio destino per creare una società più equa, più umana, più solidale. Nel suo pensiero si uniscono gli echi del messaggio sociale evangelico, delle tradizioni locali di onore e dignità di ogni uomo e quelli della nuova cultura illuminista che sta sviluppandosi. Come in altre parti del mondo, questa unione particolare farà sì che, per lui, quello di cui scrivo nel libro sia il tempo della “revoluzzjoni”.Che tematiche affronti con Malta 1775: il crepuscolo dei cavalieri?
Direi che, al di là del contesto “esotico” e dell’intreccio avventuroso degli avvenimenti, i temi che emergono più chiaramente nel testo sono tre. In primo luogo, la corruzione e la perdita di ogni limite morale che derivano dalla ricerca spasmodica del potere e che non risparmiano neppure coloro che, per scelta e per voti, hanno deciso per una vita che dovrebbe essere improntata a sistemi di pensiero completamente differenti. In secondo luogo, un tema forte è dato dalla presa di consapevolezza del senso delle proprie scelta esistenziali da parte di Bartolomeo che, a poco a poco, da rampollo della nobiltà viziato e assetato di avventura, si rende conto del senso reale della propria vocazione come scelta di campo a favore degli “ultimi” e diventa un uomo capace di assumersi le proprie responsabilità non solo per ragioni di “onore famigliare” ma come risultato di un lungo lavorio interiore. Infine, un terzo tema è dato proprio dalla riproposizione di valori forti di onore personale, coerenza, fedeltà alla parola data, spirito di sacrificio, amicizia disinteressata, forse ormai un po’ desueti ma che stanno alla base di tutto la narrazione del libro.Hai svolto ricerche per scrivere questo romanzo, oppure è opera della tua fantasia, ce ne vuoi parlare?
In realtà, la mia vocazione di fondo rimane quella di storico e, dunque, ho cercato di applicare le stesse modalità di ricerca storica normalmente adottate in altri ambiti anche nella costruzione di questo romanzo. Naturalmente è stato necessario adattare alcuni eventi alle necessità narrative della “fiction” ma tutto il background storico del racconto è ricostruito sulla base di documenti dell’epoca e di saggi riguardanti il periodo trattato. Credo che questo fosse necessario non solo per raccontare le vicende in modo realistico ma anche per cercare di rendere la mentalità, il sistema di pensiero che caratterizza i vari personaggi, senza il quale l’intreccio degli eventi sarebbe, probabilmente, più difficile da comprendere per un lettore di oggi.C’è una domanda che avresti voluto ti facessi?
C’è una domanda che mi è stata posta da alcuni lettori del mio libro e che credo valga un chiarimento. La domanda è se con questo romanzo, così critico nei confronti dell’Ordine Ospitaliero, volessi attaccare direttamente, per qualche ragione, i Cavalieri di Malta.La risposta è assolutamente no. Al di là di alcune recenti vicissitudini interne che non è mio compito giudicare, non avendo, tra l’altro, in mano tutti gli elementi per farlo, nutro un grandissimo rispetto per il Sovrano Ordine Militare in relazione allo splendido lavoro in campo umanitario e sanitario svolto quotidianamente dai suoi Membri. La mia critica si rivolge espressamente solo alla decadenza dell’Ordine e del suo sistema valoriale nel periodo esaminato, cioè nella seconda metà del ‘700 e, semmai, proprio quella decadenza mi pare una notevole epitome di quella che ritengo, invece, una legge storica più generale e applicabile a moltissimi ambiti anche contemporanei: quando potere temporale e fedi religiose si mescolano, il primo finisce sempre per prevalere e snaturare le seconde, creando disastri sociali, politici e spirituali.
Se il tuo libro diventasse un film, da quali attori sarebbe composto il cast?
A dire il vero non ci ho mai pensato ma diciamo che, a livello di pura fantasia e avendo a disposizione ogni possibile attore del passato e del presente, mi rendo conto che, forse, scrivendo mi sono immaginato alcuni personaggi con volti di attore: fra’ Bartolomeo potrebbe essere impersonato da un Raul Bova giovane, Ninu dal Sal Borgese di certi film italiani degli anni ‘70, Tereza da Maria Grazia Cucinotta, il barone Attardo da Philippe Leroy, Monsignor Pellerano da Philippe Noiret, Henry da John Malkovic… Per i Gran Maestri, però, è più difficile usare l’immaginazione perché ho ben presenti i loro ritratti d’epoca e non riesco più a immaginarli con altri volti!Ringraziamo Lawrence M.F. Sudbury per essere stato con noi. In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!
Silvia Pattarini |
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