Incipit #188 Una felicità semplice di Sara Rattaro (Sperling&Kupfer): un giorno come tanti, un istante sospeso tra mille variabili e possibilità, uno spartiacque tra un prima e un dopo, tra la vita e la morte, l'incipit di un romanzo che sa sorprendere e mettere in discussione a ogni pagina.
Una felicità semplice
di Sara RattaroSperling&Kupfer
Narrativa
ISBN 978-8820071288
Ebook 9,99€
Cartaceo 16,05€
Sono entrata nel negozio dopo aver salutato Kia sulla soglia, intenta a fumarsi una sigaretta. A quell’ora il calore sembrava possedere una gravità maggiore, come se fosse arrivata l’estate. Ne percepivi la pressione fisica.
Un uomo mi ha lasciata passare; mi è piaciuto sentire il fresco all’interno del locale.
«Prego...» ha detto.
Ho tirato fuori la lista delle cose che mi servivano, pensando a come sarei riuscita a portarle a casa da sola, e ho fatto velocemente la spesa. Al momento di pagare mi sono avvicinata al bancone, dove Arun, il marito di Kia, mi fissava sorridente.
Qualcuno mi ha afferrata alle spalle. Era l’uomo con la barba e il cappuccio sulla testa che mi aveva dato la precedenza all’ingresso.
«Stai ferma», mi ha ordinato.
Questa è una rapina, ho pensato mentre osservavo Arun impallidire, spaventato. Ho avvertito qualcosa premermi sulla schiena. Non saprei dire se avesse in mano un coltello o altro. Ho strizzato gli occhi un momento e ho sentito il cuore rimpicciolirsi dalla paura.
Si dice che gli unici momenti autentici della vita riguardino la nascita e la morte. Quando nasce un figlio o muore una persona che amiamo, l’essenza della vita emerge, galleggia in superficie come schiuma. È un attimo di estasi, come se il vento smettesse di soffiare, il sole di splendere e il mare arrestasse il suo moto. Si forma un’impercettibile crepa che ti permette di intravedere cosa c’è sotto.
In quel momento, mentre Arun davanti a me armeggiava nella cassa, ho visto la mia immagine riflessa nel vetro delle bottiglie riposte sullo scaffale. Ero io, in piedi, sovrastata da un uomo alto che mi impediva di muovermi. Sarebbe potuto finire tutto lì. Io, la mia vita, ma anche quella pungente follia che chiamano solitudine. Forse, se quell’uomo mi avesse colpita, non avrebbe fatto altro che porre fine al mio indicibile dolore.
Poi ho pensato a Sofia, e la vita mi ha dimostrato ancora una volta tutta la sua tenacia, come una piantina che si fa strada crepando il cemento, e ho capito che se quell’uomo mi avesse colpita avrebbe, in realtà, lasciato a terra una madre che non aveva ancora portato a termine il suo compito e una donna che credeva di aver già amato abbastanza.
Un velo che si scosta per mostrare la profondità di qualcosa: ecco cos’è una magia.
Quarta di copertina
Una felicità semplice, di Sara Rattaro
Un giorno come tanti, Cristina entra in un negozio sotto casa per fare la spesa. Un saluto veloce all'ingresso, i gesti automatici di sempre, qualche pensiero per la testa. Poi, all'improvviso, un uomo la afferra alle spalle e le punta qualcosa alla schiena. E così quella commissione insignificante diventa un momento cruciale, uno spartiacque tra un prima e un dopo, o addirittura tra la vita e la morte. Proprio in quell'attimo, ostaggio di una rapina, Cristina percepisce l'essenza di tutto, come se le si squarciasse un velo davanti agli occhi. E si vede per quella che è davvero: una madre che non ha ancora sanato la frattura profonda che la divide da sua figlia, e una figlia che non sa comprendere il desiderio di sua madre di rifarsi una vita; una vedova chiusa in un dolore indicibile, e una donna che crede di avere già amato abbastanza - forse, di non avere nemmeno più diritto alla felicità. È un istante sospeso, tra mille variabili e mille possibilità: una fatale follia o un soccorso insperato; un futuro da cancellare o un nuovo inizio per rinascere. È l'incipit di un romanzo che sa sorprenderci e metterci in discussione a ogni pagina. Perché tutti noi, come Cristina, siamo sospesi tra occasioni che non sappiamo cogliere e scorci di felicità che ci fanno paura, tra mani che la vita ci tende e assi nella manica che potrebbero regalarci la mossa vincente. Il destino potrà confonderci con i suoi percorsi imprevedibili, ma a salvarci sarà solo il nostro coraggio: quello di inseguire i nostri sogni o di concederci l'occasione di amare di nuovo.
Sara Rattaro
Vincitrice del Premio Bancarella 2015 e del Rapallo Carige 2016, laureata in biologia e scienze della comunicazione, docente universitario di scrittura creativa.
★★★★★
Il buon giorno si vede dal mattino, dicono, e un buon incipit e una copertina accattivante possono essere il perfetto bigliettino da visita di un libro.
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