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Recensione: Non so se mi spiego, di Andrea Cabassi

Recensione: Non so se mi spiego, di Andrea Cabassi

Libri Recensione di Andrea Pistoia. Non so se mi spiego di Andrea Cabassi. Da manager a Dubai a viaggiatore in Sudamerica.

Avendo letto e apprezzato il libro d’esordio di Andrea Cabassi, non potevo esimermi dal mettere le mani sulla sua nuova opera letteraria.


Questo perché Permettimi di insistere si concludeva con l’autore che, scontento della sua vita da “italiano medio”, decideva di mollare tutto per rivestire il ruolo di manager a Dubai. Ma come ogni buon libro, mi è rimasta la curiosità di sapere cos’è accaduto dopo. Ed eccola soddisfatta in Non so se mi spiego, incentrato sui suoi anni in questa megalopoli, ma soprattutto sulla sua decisione (e realizzazione) di prendersi un anno sabbatico per visitare gran parte dell’America Latina.

È così che, biglietto aereo solo andata alla mano, Andrea Cabassi parte alla volta di Montevideo.

Da qui è un continuo spostarsi con mezzi di fortuna tra Uruguay, Argentina, Cile, Bolivia, Perù, Ecuador e Colombia.
Ogni nazione gli riserva avventure sempre nuove e inaspettate, paesaggi da sogno, città accoglienti e persone cordiali ma soprattutto momenti di pura e genuina felicità. In tutto questo, Andrea Cabassi preferisce i luoghi naturalistici alle grandi metropoli, mete poco battute dal turismo di massa ai classici tour e ristoranti di periferia a quelli più “spenna-turisti” del centro città. Ha così anche modo di conoscere persone che, pur condividendo con lui anche solo una giornata, gli lasciano un ricordo indelebile nel cuore, da viaggiatori solitari ad abitanti del posto, da famiglie in viaggio perenne a ragazzi che, pur di realizzare un sogno, non si sono lasciati intimidire dai loro deficit fisici (in primis Janis Mc David, un ragazzo nato senza braccia e gambe).

 

Ciò che più stupisce è che Andrea Cabassi trova sempre persone generose, altruiste e ben disposte a dare una mano ai viaggiatori in difficoltà e ad accogliere sconosciuti in casa propria.

Dal canto suo, l’autore affronta ogni esperienza con mente aperta e senza pregiudizi, accantonando paure e timori (per lo più inculcati dalla nostra società retrograda, razzista e ignorante).
Una della particolarità che apprezzo di più di Non so se mi spiego (e del precedente romanzo) è che Andrea Cabassi non si dilunga mai nei dialoghi (in realtà se ne trovano veramente pochi) o sulla descrizione di ambienti e luoghi, preferendo puntare tutto sulle proprie azioni, pensieri ed emozioni. Condivide quindi a cuore aperto dubbi, speranze ma anche delusioni e ostacoli che l’hanno accompagnato per tutto il viaggio.

Ciò che mi ha colpito di più è che Andrea Cabassi si pone continuamente delle domande scomode su quale sia la libertà, su come uscire dalla propria deleteria e insoddisfacente zona di comfort lavorativa e su come liberarsi dalle invisibili catene appioppate dalla società o da se stesso.

Per fortuna durante il viaggio trova risposte che calzano a pennello con la sua nuova vita (ma che potrebbero tranquillamente essere adattate anche alla nostra). Così durante la lettura è inevitabile rispecchiarsi nell’autore e considerarlo uno di noi, in quanto è una persona piena di incertezze e perplessità sul presente e sul futuro ma al tempo stesso sempre alla ricerca della libertà e della felicità. Ecco quindi che oscilla tra la nostalgia di tornare a casa e il desiderio di scoprire cosa il mondo gli riserva, tra ciò che implica l’aver abbandonato i capisaldi della sua vita precedente (lavoro, amici e vita agiata) e godersi avventure sempre diverse e fuori dall’ordinario in terra straniera, tra il non farsi condizionare dalle critiche di chi lo vuole ingranaggio di una società dedita al consumismo fine a se stesso e il difendere a spada tratta la sua nuova realtà esistenziale, fatta più di essere che di possedere.
Senza contare che il suo confidarci ogni pensiero più intimo dimostra quanto l’autore non abbia deciso di mollare un lavoro sicuro e remunerativo a causa di un momento di pazzia o della classica crisi di mezza età, ma ha analizzato il tutto attentamente e senza tralasciare le problematiche annesse a questo cambio di rotta drastico. Si evince così dalle sue valutazioni come non sia affatto uno sprovveduto ma anzi un uomo che prima di affrontare certi cambiamenti pondera ogni cosa nel dettaglio, valutando rischi e soluzioni pratiche atte a evitare certi spiacevoli episodi dovuti a superficialità o negligenza. E lo fa anche per dimostrare al lettore che tutti potrebbero seguire il suo esempio se solo superassero la paura dell’ignoto e dell’uscire dalla propria zona di comfort.

In tutto questo prevenire possibili problemi, lui deve affrontarne uno in più rispetto a noi, ovvero la sua sempre presente compagna di viaggio da una vita: la rettocolite ulcerosa.

È una malattia da non sottovalutare; infatti si mostra all’autore nei momenti più inaspettati e inappropriati, stravolgendo i suoi programmi di viaggio più volte. Ecco perché lui deve sempre tenerla d’occhio, affrontando al tempo stesso le mille difficoltà che ne conseguono, soprattutto viaggiando in paesi e nazioni non sempre con lo standard qualitativo sanitario italiano.
Andando oltre il racconto in sé, l’autore ha inserito nel libro alcune cicche che io personalmente ho apprezzato molto: da una playlist attinente alla storia e accessibile via QR all’idea di dividere i capitoli in “portate” (con tanto di piatti tipici, in modo da dare al lettore l’impressione di essere a una cena amichevole con Andrea Cabassi), da un regalo a fine libro alle citazioni di persone famose (e non) che dimostrano quanto rincorrere la libertà è l’unica soluzione per essere felici.
Infine, pur essendo autoprodotto, il romanzo ha un’impaginazione e un editing ottimo e accattivante, studiato nei minimi particolari per presentare un prodotto professionale e di alto livello.

Che dire, per concludere?

Se adorate i libri di persone che hanno mollato tutto per inseguire un sogno, Non so se mi spiego di Andrea Cabassi fa al caso vostro. Se cercate un romanzo in cui vi potrete rispecchiare pienamente nell’autore (ma soprattutto nelle sue paure esistenziali), compratelo subito. Se volete perdervi nelle descrizioni di luoghi esotici, nell’incontro con persone variopinte e di buon cuore, nelle avventure adrenaliniche, nei racconti di viaggiatori incalliti e di emigrati italiani, vi piacerà immensamente. Ma soprattutto, se volete leggere semplicemente un buon romanzo, correte subito su Amazon e ordinate una copia.
Vivamente consigliato.


Non so se mi spiego

di Andrea Cabassi
Self publishing
Narrativa di viaggio | Memoir
ISBN 979-1220044332
Cartaceo 17,90€
Ebook 8,99€

Sinossi 

Ti piacerebbe essere padrone del tuo tempo?
L’autore ha scelto di diventarlo, a 42 anni, stanco della stressante vita da manager.
Viveva a Dubai facendo quella che in Italia consideriamo “la bella vita”, era nel pieno della carriera, con ottime prospettive professionali e un biglietto da visita in inglese e arabo a gonfiargli l’ego. Ma anche alle prese con budget, riunioni, conti economici, teleconferenze, fogli di calcolo, scadenze, report, cantieri e clienti pressanti.
Risvegliato da un gravissimo incidente a un famigliare, che si trovava la libertà limitata da lunghe riabilitazioni, ha trovato paradossale, potendo scegliere, perseverare a trascorrere ore e ore in quel contesto lavorativo.
Trovato il coraggio di licenziarsi, si è preso un periodo sabbatico per partire con un biglietto di sola andata e lasciarsi lentamente trasportare da eventi, incontri, curiosità e istinto. Il risultato è stato un viaggio insieme alla sua malattia – rettocolite ulcerosa – una sporta di farmaci e al resto del mondo, via terra, in Sudamerica, che ha interamente attraversato da sud a nord in 299 giorni, a piedi, in autostop e coi mezzi pubblici.
Ce lo racconta con grande intimità in un libro a cavallo tra la letteratura di viaggio e il coaching, rivelando anche gli stratagemmi che hanno reso la sua scelta fattibile.
Ad avventura conclusa si è trovato davanti a un bivio: scegliere se tornare al sicuro mondo aziendale o generare una diversa fonte di reddito a sostegno del nuovo stile di vita.

Andrea Pistoia


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