Gli scrittori della porta accanto

Emanuele Trevi, Premio Strega 2021: da Qualcosa di scritto, a Due vite

Emanuele Trevi, Premio Strega 2021: da Qualcosa di scritto, a Due vite

Professione scrittore Di Davide Dotto. Emanuele Trevi: dal Premio Strega mancato per Qualcosa di scritto, a Due vite, tra rievocazioni, opere folli, visionarie, fuori dai codici e rivelatrici.

Di Premio Strega mancato si è parlato giusto nove estati fa, in occasione del libro Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie), dedicato a Petrolio, opera postuma di Pier Paolo Pasolini.
Non è – Petrolio – di facile classificazione. È «un grosso frammento, quello che resta di un’opera folle e visionaria, fuori dai codici, rivelatrice». Sembra provenire da un'altra dimensione, o da un mondo parallelo, tanto che Emanuele Trevi azzarda un accostamento non troppo inverosimile con certi universi distopici.
Come un personaggio di un libro di fantascienza catastrofica, di un incubo di Philip Dick, Pier Paolo Pasolini ha scoperto l’orrenda verità che si nasconde dietro le apparenze, e bussa alle porte dei suoi simili per comunicare le sue scoperte prima che arrivi qualcuno a farlo fuori... Entrambi manifestano orrore nel potere in qualsiasi forma esso si manifesti.
Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto
Qualcosa di scritto

Qualcosa di scritto

di Emanuele Trevi
Ponte alle Grazie
Narrativa
ISBN 978-8868330286
cartaceo 13,20€
Ebook 3,99€

Nello stesso periodo (2012) esce in edizione accresciuta Musica distante, sempre per Ponte alle Grazie.

Si tratta, in questo caso, della rivisitazione della grande letteratura attraverso una griglia particolare.
Le opere passate in rassegna vengono ordinate e analizzate seguendo lo schema delle virtù teologali (fede, speranza, carità) e cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza), nate dal connubio tra cultura pagana e cristiana.
In questa griglia (ma ciascuno può costruirne di proprie) si afferma la sovranità del lettore: come nessuno può sognare il sogno di un altro, nessuno può tradurre quel che legge alla maniera di un altro. Se dessimo da leggere un racconto a dieci persone, avremmo dieci resoconti distinti, più un undicesimo, la sintesi dei dieci.
Da questo punto di vista il singolo individuo, nell'esercizio della soggettività, è una specie di Arca di Noè, un luogo di salvezza e di transito.
Emanuele Trevi, Musica distante

La catalogazione può apparire una scelta casuale.

È un pretesto azzeccato, però, perché le virtù, come la letteratura, stanno perdendo terreno se non significato, usurate, sbiadite dall'uso (o dal disuso), fino a rappresentare gusci vuoti, difficili da riempire, o riempiti a sproposito.
Vi ovviano la prosa d'arte di Emanuele Trevi, la ricerca indefessa e instancabile di chi vuole cogliere, tra le pieghe più inedite, il profondo senso del vissuto, un vento o una brezza che soffia illuminando pagine, cose e anime. Per afferrarlo, è importante ricorrere al lessico giusto. Se non è possibile trattenerlo, che almeno si registrino le tracce del suo passaggio.
Musica distante

Musica distante

di Emanuele Trevi
Ponte alle Grazie
Narrativa
ISBN 978-8862207713
cartaceo 12,35€
Ebook 6,99

Il dilemma che si solleva è trovare il recipiente più adatto a contenere qualcosa che sfugge da tutte le parti.

Si può cadere nella tentazione dello strutturalismo e in quel che ne consegue, alla ricerca dell'alchimia più nascosta, del segreto dei segreti narratologici, linguistici, semiologici e via dicendo.
La mia decisione è quella non di scrivere una storia, ma di costruire una forma… una forma consistente semplicemente in qualcosa di scritto.
Pier Paolo Pasolini, Petrolio (appunto 37)
Una forma che impedisca qualsiasi genere di fraintendimento non esiste, a meno di confrontarsi con una cosa morta: l'ossatura, lo scheletro. Ci si scontra, certo, con l'interpretazione e i suoi limiti, specie se non si vinca la tentazione di far dire a un testo qualsiasi cosa.

Si giunge a paradossi fin troppo scontati, tra cui la necessità di dismettere le vesti del critico letterario o del moralista.

Per comprendere un'opera come Petrolio c'è solo una strada: il coraggio dell'immedesimazione. Da cui la sensibilità nell'osservare la realtà con gli occhi di un altro, non soltanto con i propri. Ci si può avvalere – nell'intento – di tutti gli alter ego e dei mentori possibili. Nel caso di Qualcosa di scritto, è senz'altro la figura di Laura Betti, ideatrice e direttrice del fondo Pasolini.
Nulla di diverso emerge nel libro Musica distante: l'autore è lungi dall'offrire definizioni, canoni o dogmatiche rassicuranti (religiosa, filosofica, letteraria ecc...). Ci presenta piuttosto esempi e ammaestramenti ricavati da storie, racconti. Una definizione mandata a memoria, in fondo, lascia il tempo che trova. A rigirarla infinite volte sfuma; è lampadina che, se tenuta troppo in mano, si spegne.
Due vite

Due vite

di Emanuele Trevi
Neri Pozza
Narrativa
ISBN 978-8854522633
cartaceo 14,25€
Ebook: 7,99€

Due vite racconta non uno, ma due colpi di fulmine, ai quali seguono gli indispensabili "contraccolpi interiori".

Per trarne frutto non è sufficiente il bello scrivere, occorre la capacità di guardarsi dentro, di portare alla luce gli «innominabili fanghi dove pullulano desideri e aspirazioni, ricordi più vasti e oscuri di ogni parola, di ogni convenzione» (Qualcosa di scritto). In altre parole, l'onestà di portare in superficie, senza barare, quanto si raccoglie di quel che si è seminato.
Questo il senso della scrittura e del mestiere intrapreso da due autori particolari che Emanuele Trevi ha frequentato: Rocco Carbone e Pia Pera. Entrambi mai rincorrono o assecondano il lettore. Piuttosto – tramite la testimonianza di queste pagine – attirano l'attenzione dove di solito non si guarda, a un certo modo di concepire l'opera letteraria e la realtà stessa.
Si mettono da parte le rassicuranti conquiste del pensiero razionale e si accetta il rischio – qualunque esso sia – dell'esistenza.
Non è solo questione di cosa dire e raccontare, ma di trovare le parole esatte, lasciare una traccia indelebile e significativa di sé, continuare a esistere in altre forme. Il ruolo di chi rimane (lettore, testimone) è fondamentale, quanto la sua capacità di recepire, comprendere e partecipare.

Lo sguardo è radicale e introspettivo, un instancabile interscambio che non risparmia il vissuto personale di chi scrive, legge e, soprattutto, rievoca.

È in gioco una trasformazione che coinvolge l'opera letteraria stessa, che non è più – e non deve essere solo – evasione, fuga e intrattenimento, ma specchio e banco di prova.
La scrittura medesima si libera così da una sorta di dimensione orizzontale e spicca il volo intrecciandosi a un certo modo di vivere, da cui un'imprescindibile tensione che produce movimento: un'andata, un ritorno e una nuova partenza.
Davide-Dotto

Davide Dotto


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