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Recensione: Le correzioni, di Jonathan Franzen

Recensione: Le correzioni, di Jonathan Franzen

Libri Recensione di Elena Genero Santoro. Le correzioni, un romanzo di Jonathan Franzen (Einaudi). Seicento pagine che non decollano mai: la tridimensionalità sublime dei personaggi annega in una miriade di dettagli, sottotrame e ripetizioni che alla lunga annoiano.

Se siete di quelli che elencano i libri letti in un anno, non abbiate timore. Con Le correzioni di Jonathan Franzen potete tranquillamente contarne cinque. Se non di più.
Mi sono approcciata a questo romanzo di seicento pagine incantata da una recensione lusinghiera, che prometteva un decollo della storia dopo le prime duecento.
Nulla di più errato. A parte che duecento pagine costituiscono già un romanzo da solo, ma comunque il libro non decolla mai e si perde miseramente sul finale.

Le correzioni di Jonathan Franzen è la storia, anzi, sono le cinque storie di altrettanti componenti di una famiglia.

Alfred, l'anziano padre, affetto dal Parkinson e da una forma di demenza; Enid, la madre, parsimoniosa fino alla nausea, fissata con il Natale; Gary, il primogenito, sposato, razionale e padre di tre maschi; Chip, ex insegnante, cacciato dal college per via di una storia di sesso e droga con una studentessa; Denise, trentaduenne infaticabile, un lavoro come chef, un divorzio alle spalle e una bisessualità neanche troppo latente.
La storia che si svolge nel presente è scarna.
Enid, Alfred e Denise vanno a pranzo da Chip che non si fa trovare. Chip insegue i suoi sogni di diventare sceneggiatore e la sua ultima fidanzata, sposata.
Poi Enid e Alfred partono per una crociera che era il sogno di una vita (di Enid) e in cui invece accadrà un incidente. Infine il Natale tanto sognato da Enid.

Tutto il resto è il background dei cinque personaggi che diventano, a rotazione, protagonisti della loro storia precedente, di ciò che li ha condotti fino a quel momento.

Si tratta di cinque vite indipendenti, il fatto che i personaggi siano tra loro parenti è incidentale.
La scrittura di Jonathan Franzen ha dei pregi: espressioni felici, descrizioni incisive, molto show e poco tell. Inoltre Franzen è un raffinato psicologo che conosce l'arte di presentare rapporti ambivalenti, matrimoni che in realtà sono campi di battaglia e interiorità complesse, anche relativamente ai personaggi minori. Ecco, nel dare tridimensionalità ai personaggi, Franzen è sublime. Gli spaccati individuali, la lente di ingrandimento sui pensieri degli eroi, funzionano. Il continuo oscillare tra idee contraddittorie, sentimenti contorti, speranze vane, un passo avanti e due indietro, hanno un loro perché.

In fondo è il racconto di una perenne nevrosi.

Enid, che diventa pazza con un marito opprimente, un ingegnere ossessivo-compulsivo che, avendo perso autosufficienza, necessita di assistenza continua. E le impedisce di dormire. Alfred, perso nelle sue allucinazioni angosciose che gli impediscono di dormire. Gary, che viene accusato di depressione da una moglie che lo manipola e che conduce un matrimonio che è un continuo do ut des. Chip, ossessionato dalla mancanza di soldi e di lavoro. Denise, che non pare mai contenta di niente. Sotto la parvenza di individui realizzati e socialmente inseriti, abbiamo anime tormentate, che lottano con una distimia cronica, con uno scontento perenne a un passo dall'infelicità.

Ma la trama affoga in una miriade di dettagli, di fatti, di azioni, di eventi, di sottotrame, di sottostorie, di ripetizioni che alla lunga annoiano.

I continui salti temporali tra passato, presente e trapassato non sono alla portata di tutti. Perdere il filo è un attimo. Il punto di vista oscilla spesso.
Jonathan Franzen si dilunga per pagine e pagine su delle minuzie e poi risolve con un battito d'ali eventi più impegnativi.
E se anche le sottostorie, individualmente, filano, i cinque tronconi principali si riuniscono male nell'atto finale. Non c'è una vera risoluzione. Le correzioni potrebbe continuare all'infinito con altri fatti, altri pensieri, altri eventi che sembrano tragici e poi si risolvono in una bolla di sapone, lasciando a volte un retrogusto farsesco.

I personaggi, le cui vite dovrebbero intersecarsi, si sfiorano appena.

Rimangono rette non incidenti. Anche il tema che dà il titolo al romanzo, "le correzioni" che ciascuno, con la propria vita, vorrebbe apportare a quella degli altri, muore annegato in tutto il resto.
Sull'epilogo, risolto in poche pagine, si sarebbe potuta sviluppare un'ulteriore storia, ma l'autore, a quel punto, ha deciso di chiudere.
Insomma, se decidete di leggere Le correzioni di Jonathan Franzen dovete amare veramente molto la psicologia fine a se stessa, perché se cercate una trama solida o un finale pieno è meglio che non perdiate il vostro tempo.


Le correzioni

di Jonathan Franzen
Einaudi
Narrativa
ISBN 978-8806219550
ebook 6,99€
cartaceo 14,25€

Sinossi

Enid e Alfred Lambert, in una città del Midwest americano, trascinano le giornate accumulando oggetti, ricordi, delusioni e frustrazioni del loro matrimonio: l'uno in preda ai sintomi di un Parkinson che preferisce ignorare, l'altra con il desiderio, ormai diventato scopo di vita, di radunare per un «ultimo» Natale i tre figli allevati secondo le regole e i valori dell'America del dopoguerra, attenti a «correggere» ogni deviazione dal «giusto». Ma i figli se ne sono andati sulla costa: Gary, dirigente di banca, vittima di una depressione strisciante e di una moglie infantile; Chip che ha perso il posto all'università per «comportamento sessuale scorretto»; infine Denise, chef di successo che conduce una vita privata discutibile secondo i Lambert.


Elena Genero Santoro



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1 commenti
  1. Concordo pienamente con la sua recensione.
    "Seicento pagine che non decollano mai" e "la tridimensionalità sublime dei personaggi annega in una miriade di dettagli" rendono giustizia a quello che ho provato anche io leggendo questo, nonostante tutto, bellissimo romanzo. L'ho cominciato, mi sembra di ricordare, a giugno e l'ho terminato solo oggi. E mi sentivo terribilmente in colpa per il solo pensare quello che poi ho letto nella sua recensione di questo che, più che un libro, è un'icona della letteratura contemporanea.
    Anche io mi sono approcciato a questo romanzo di seicento pagine incantato da una recensione lusinghiera ma il libro non decolla mai e si perde miseramente sul finale. Nonostante ciò, ripeto, è stato un piacere perdersi neglle descrizioni e ancora di più negli elenchi esemplificativi dell'autore. Sicuramente gli deve essere riconosciuta una assoluta maestria nell'arte delal scrittura ... magari se la rendesse un po' più accessibile condividendola con i suoi lettori sarebbe l'ideale.

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