Libri Recensione di Elena Genero Santoro. Il supervisore dei suicidi di Claudio Secci (Delos Digital). Un romanzo di fantascienza avvincente e avventuroso, ma anche intriso di grande umanità e delicatezza.
Un libro è sempre un incontro tra autore e lettore, e per quanto, come lettrice, io cerchi sempre di essere oggettiva nella valutazione di un testo, mi rendo conto che lo stato d’animo che il lettore ha nel momento in cui si approccia a un libro può condizionarne la fruizione.Pertanto proverò a scindere su due livelli ciò che mi è arrivato da Il supervisore dei suicidi.
Il dato oggettivo: l’ultimo libro di Claudio Secci, Il supervisore dei suicidi, è scritto benissimo.
Questo autore, che ha già dimostrato grande sensibilità e immedesimazione nei protagonisti nei romanzi precedenti (i personaggi più disparati), non si è mai fermato nella ricerca e nello studio stilistico. Claudio Secci non è uno che si accontenta, e ciò appare quanto mai evidente perché la sua maestria nel narrare è cresciuta ancora fino a rendere il testo talmente immersivo da farmi sognare la scenografia anche di notte, se prima di dormire ne avevo letto un capitolo.La trama: in un futuro non troppo lontano, il nostro pianeta è ormai invivibile e tossico a seguito di una catastrofe e quello che rimane dell’umanità si è trasferito su un pianeta chiamato KB34. La speranza è quella di ricostruire una civiltà, meglio ancora se sulla Terra.
Ma su KB34 non ci sono solo gli umani, bensì anche i Magnus, degli androidi che possono essere buoni o cattivi a seconda che siano comandati dagli umani stessi o da Magnus0, un androide cognitivo ribelle, ma molto più potente degli altri tanto da essere in grado di programmarli e farne un temibile esercito.
Nella comunità umana il protagonista Lewis Harper viene incaricato di sorvegliare i suoi simili per prevenirne il suicidio. Infatti i suicidi sono diventati sempre più numerosi e non è chiaro il motivo. Tutto questo mentre Magnus0 si fa sempre più minaccioso.
Il dato soggettivo: benché io non sia una appassionata di fantascienza, questo romanzo mi ha toccato le corde giuste al momento giusto.
Ho empatizzato con Lewis Harper, perché mentre mi immergevo nelle sue disavventure stavo vivendo la stessa situazione: anche io ero costretta a stare in “un altro pianeta”, a subire una situazione che non avrei mai creduto, immaginato o cercato. Anche io ero prigioniera in un mondo su cui non sarei mai approdata di mia volontà. La stessa sensazione di estraneità e costrizione la stavo provando pure io.È questa la magia dei libri: il fatto che una storia inventata e irrealistica parli proprio di te che in quel frangente stai divorando quelle pagine. Un libro così ben scritto può diventare uno specchio dei sentimenti del lettore.
Per questo ringrazio Claudio Secci che con grande raffinatezza ha saputo porgerci un racconto avvincente e avventuroso, ma al contempo intriso di grande umanità e delicatezza.
Il supervisore dei suicidi
di Claudio SecciDelos Digital
Fantascienza
ISBN 978-8825421453
Ebook 3,99€
Cartaceo 13,30€
Quarta
Nel 2109 una catastrofe mondiale impone agli umani di abbandonare la Terra per raggiungere KB34, un pianetino abitabile già colonizzato da qualche tempo. Il nuovo pianeta è sfruttato nella zolla sud dagli umani, e nella zolla nord, quella più ricca di risorse, da Magnus0, un androide cognitivo ribelle fuggito nel 2107, capace di dare vita a un esercito di androidi convertiti in semi-senzienti. Bisogna prendere possesso delle materie prime per il sostentamento delle fabbriche e degli impianti, perché nella regione sud sono quasi terminate. Lewis Harper, il protagonista, un sopravvissuto che dopo l'approdo su KB34 viene incaricato di diventare un operatore speciale, una sorta di Supervisore dei Suicidi. Lo scopo è quello di cercare di prevenire i tentativi di suicidio da parte degli umani, che si tolgono la vita in modo preoccupante, per morivi misteriosi. Nel frattempo la guerra si intensifica, e i Magnus avanzano minacciosi. Riusciranno gli umani a sopravvivere o saranno costretti a rientrare sulla Terra, sperando sia possibile viverci?
Elena Genero Santoro |
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