Gli scrittori della porta accanto

The week: focus sugli eventi tra il 13 e il 26 marzo

The week: focus sugli eventi tra il 13 e il 26 marzo

The week Di Argyros Singh. Cosa è successo nel mondo tra il 13 e il 26 marzo? Il fallimento della Silicon Valley Bank, l’incontro tra i leader russo e cinese, la possibile incarcerazione di Trump e il viaggio di Mattarella in Kenya.

In questo The Week, scrivo degli sviluppi sul fallimento della Silicon Valley Bank, dell’incontro tra i leader russo e cinese a Mosca, del recente dibattito intorno a una possibile incarcerazione dell’ex presidente statunitense Donald Trump e dell’attenzione del Presidente della Repubblica italiana per la stabilizzazione del continente africano.



Il fallimento della Silicon Valley Bank

Silicon Valley Bank (Svb), Silvergate Bank e Signature Bank sono fallite in queste settimane, seguite da altre banche minori. I numeri di Svb rendono questo fallimento il peggiore dalla crisi finanziaria del 2008. La banca californiana era un punto di riferimento per le aziende tecnologiche e per le start-up, ma non è stata in grado di recuperare abbastanza liquidità a fronte dei ripetuti prelievi dei suoi clienti. La gestione dei correntisti è ora affidata all’ente di garanzia Fdic, mentre il Tesoro statunitense ha garantito l’intero ammontare dei depositi, anche per i cc superiori ai 250 mila dollari. A perdere saranno invece gli investitori.
Al fallimento di Svb ha contribuito la politica dei tassi d’interesse a zero, messa in crisi dall’aumento dell’inflazione. Questo ha spinto i clienti a investire in prodotti finanziari che pagano interessi migliori rispetto ai cc.
Silvergate, nota per i legami con le criptovalute, e Signature, che si occupa invece del settore immobiliare, sono fallite per ragioni analoghe e, almeno in un primo tempo, i mercati sono andati male per il timore di un contagio. Il presidente statunitense Joe Biden e il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni hanno affermato che non vi siano rischi per i rispettivi sistemi bancari e questo ha in parte tranquillizzato i mercati. In particolare, le banche dell’Ue conservano un’alta liquidità e sono controllate da standard più stringenti rispetto a quelle americane.

La Fed si era resa conto del problema della Svb da almeno due anni: non si tratta dunque di un evento del tutto inaspettato.

Nel 2021, la Federal Reserve Bank di San Francisco aveva emesso sei avvertimenti su questioni finanziarie che richiedevano un’immediata attenzione. A luglio 2022, la Svb era stata sottoposta a una revisione di vigilanza completa, ed era stata classificata come carente in termini di governance e di controlli. Nell’autunno dello stesso anno, i dirigenti della banca si erano incontrati con i supervisori della Fed di San Francisco ed era emerso che Svb impiegasse modelli sbagliati per determinare la reazione in caso di aumento dei tassi da parte della banca centrale.
A inizio 2023, infine, la Fed aveva avviato la horizontal review delle politiche di Svb, per valutare la solidità della gestione del rischio. Ormai però era troppo tardi: ora la Fed ha avviato un’indagine, il cui esito dovrebbe essere reso noto il prossimo 1° maggio.
Sul fallimento della banca – agi.it, wallstreetitalia.com, corriere.it e ispionline.it

Cosa rischia Trump?

Rimaniamo negli Usa per parlare dell’ex presidente. In questi giorni è circolata la notizia secondo cui la procura di Manhattan sarebbe pronta a incriminare Donald Trump nel caso “Stormy Daniels”. Il nome si riferisce a una prostituta, a cui il tycoon, prima delle elezioni presidenziali del 2016, avrebbe pagato 130 mila dollari in cambio del silenzio su una loro relazione.
Se la voce venisse confermata, Trump diverrebbe il primo presidente statunitense incriminato in un procedimento penale. A parlare di questo rischio è stato il diretto interessato, che sul “suo” social, Truth, ha esortato i sostenitori a protestare e a riprendersi il Paese, riportando alla mente l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.
Non è finita qui. I giudici di Atlanta, Georgia, stanno valutando la contestazione dei reati di estorsione e di cospirazione nell’inchiesta nata intorno alle elezioni presidenziali del 2020, in cui la Georgia risultò decisiva nel far vincere Biden.
Nel frattempo, il partito repubblicano, spaccato tra i sostenitori trumpiani e chi vorrebbe rinnovare il Gran Old Party (Gop), ha comunque mostrato una relativa unità. L’ex vicepresidente Mike Pence, pur critico con Trump, ha parlato di persecuzione politica, chiedendo ai manifestanti di protestare in forma pacifica. Anche il principale sfidante alle primarie, il governatore della Florida Ron DeSantis, ha dichiarato che l’incriminazione fosse soltanto uno show politico.
Sulla disputa giudiziaria trumpiana – ispionline.it, ansa.it e cnn.com

Incontro Cina – Russia e il viaggio del premier giapponese Fumio Kishida a Kyïv

In queste settimane di guerra in Ucraina, due azioni allarmanti hanno agitato le opinioni pubbliche. Oltre dieci jet russi della flotta del Mar Baltico hanno condotto un’esercitazione nell’enclave di Kaliningrad. Poche ore dopo, aerei tedeschi e della Raf britannica hanno intercettato un aereo militare russo ai confini dello spazio aereo dell’Estonia, che non aveva annunciato il suo passaggio al controllo aereo di Tallinn. Nel Mar Nero, invece, Mosca ha colpito un drone spia americano per la prima volta dall’inizio del conflitto ucraino. Washington ha convocato l’ambasciatore russo per chiedere chiarimenti, ma il Cremlino ha parlato di provocazione.
Sulla linea del fronte, infine, proseguono i combattimenti a Bakhmut, in parte nei cunicoli dell’impianto metallurgico di Azom, a nord della città.

A livello diplomatico, si registra la visita del leader cinese Xi Jinping a Mosca, a cui seguirà un primo colloquio telefonico diretto tra Xi e il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj.

Nelle scorse settimane, Pechino aveva presentato una propria iniziativa per la sicurezza globale, giocata sul concetto di “sicurezza indivisibile”, secondo cui nessun Paese dovrebbe rafforzarsi a spese di altri. In parallelo, ha reso noto un piano di pace in dodici punti, che tuttavia non è altro che una ripresa dei princìpi del diritto internazionale, violati proprio dalla Russia.
La visita cinese arriva poco dopo l’arrivo a sorpresa di Putin a Mariupol’, quando la Corte penale internazionale dell’Aia aveva già spiccato il mandato di cattura internazionale con l’accusa di crimini di guerra. Un atto simbolico, ma che difficilmente avrà conseguenze, dal momento che Stati come Russia, Usa e la stessa Ucraina non riconoscono la giurisdizione del Cpi.

L’incontro sino-russo è servito non tanto a favorire la pace, ma a rinsaldare le relazioni bilaterali a livello commerciale.

L’interscambio tra i due Paesi ha registrato un incremento nell’ultimo anno, in particolare tramite l’export energetico russo a prezzi da discount, uno dei fattori che sta rendendo la Russia sempre più dipendente dal Dragone.
Secondo lo stesso Putin, lo scambio tra i due alleati supererà quest’anno i duecento miliardi di dollari. La Russia è pronta a sostenere le aziende cinesi al posto di quelle occidentali, a utilizzare persino lo yuan cinese nei pagamenti con Paesi asiatici, africani e dell’America Latina.
Se la Russia è obbligata a dare pieno sostegno alla Cina, quest’ultima non può permettersi una definitiva rottura con l’Occidente, perché ha bisogno dei suoi mercati per accedere alle tecnologie necessarie alla blockchain. Proprio per questo Washington ha potuto ammonire la Cina sull’introduzione di sanzioni qualora questa avesse inviato armi alla Federazione. Putin può vantare la crescita dei rapporti commerciali con la Cina, ma quell’interscambio da quasi duecento miliardi di dollari non è che una frazione del commercio della Cina con il resto del mondo, a partire proprio da Usa e da Ue.

Che la guerra abbia poi un’eco nelle questioni asiatiche lo dimostra anche la visita del premier giapponese Fumio Kishida a Kyïv, che ha parlato di un pieno sostegno da parte del Paese del Sol Levante.

Importante poi che Kishida abbia fatto questo viaggio all’estero senza preavviso, contrariamente alle abitudini nipponiche. La pressione a visitare l’Ucraina è provenuta proprio dal suo partito, l’Ldp (Partito Liberal Democratico), poiché Kishida era l’unico leader del G7 a non aver ancora viaggiato nel Paese. Il premier ha visitato Bucha, luogo dell’omonima strage di civili per mano dei militari russi, e ha commentato di provare rabbia per le atrocità commesse.
Il Giappone, principale concorrente della Cina in Asia, sta inoltre implementando le sue alleanze a Oriente. In queste settimane, Kishida ha tenuto un vertice a Tokyo con la Corea del Sud, dopo un decennio dall’ultima volta, portando avanti il dialogo tra Paesi dal passato storico controverso. La normalizzazione con Seoul rientra nel meccanismo di contenimento cinese e di alleanza tra democrazie.
Sull’incontro Putin–Xi – aljazeera.com, ansa.it e bbc.com

Il viaggio di Mattarella in Kenya

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha raggiunto Nairobi in quello che è il suo sesto viaggio in un Paese africano. In Kenya ha parlato della necessità di collaborare in merito alla gestione del fenomeno migratorio, in una concertazione tra Paesi europei e Stati africani interessati dai flussi migratori o dalla loro origine.
Dopo un incontro alla State House di Nairobi con il presidente keniota William Ruto, Mattarella ha definito il Kenya un pilastro di stabilità nel continente, un esempio virtuoso di democrazia e di modello di crescita sostenibile.
I due capi di Stato hanno anche parlato delle gravi conseguenze umane ed economiche del cambiamento climatico, che in parte impattano proprio sul fenomeno migratorio.
Dopo Camerun, Angola, Etiopia, Zambia e Mozambico, il Kenya è stato l’ultimo Paese sub-sahariano visitato da Mattarella, a testimoniare l’interesse italiano ed europeo nei confronti della stabilità africana. A Nairobi è stato accompagnato dal viceministro degli Esteri con delega per l’Africa, Edmondo Cirielli, ma in quei giorni è arrivato anche l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi.

L’occasione è stata data da un meeting governativo incentrato sugli agri-hub, per cui l’Eni si impegnerebbe a valorizzare terreni difficili da coltivare e con scarse rese.

Un primo impianto a Makueni ha una capacità di 15 mila tonnellate all’anno, con una produzione di olii vegetali che alimenta la raffineria di Gela. Nei prossimi mesi verranno avviati altri due impianti, con l’obiettivo di portare la produzione a duecentomila tonnellate annue entro il 2026. L’iniziativa coinvolgerà fino a duecentomila agricoltori kenioti entro tre anni, per la produzione di semi oleaginosi, mentre gli impiegati degli agri-hub verranno quintuplicati (al momento sono un centinaio) entro il 2026. La spremitura dei semi oleaginosi permetterà anche di ricavare duemila tonnellate di mangime per animali locali.
Non solo agricoltura, ma anche tecnologia spaziale e cultura italiana nella collaborazione con il Kenya. Durante il suo viaggio, Mattarella ha visitato il Centro Spaziale Luigi Broglio, accolto da varie autorità come il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia, e l’omologo keniota, il generale James Aruasa.
Il presidente italiano ha infine visitato l’Università di Nairobi e l’area in cui si attua l’Impact Accelerator, una piattaforma che permette alle aziende keniote di ricevere supporto nell’accesso ai finanziamenti, anche grazie al tutoraggio di imprese italiane.
Sull’impegno africano di Mattarella – formiche.net, ansa.it e corriere.it


Argyros Singh


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