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Recensione: Il lato attivo dell'infinito, di Carlos Castaneda

Recensione: Il lato attivo dell'infinito, di Carlos Castaneda

Libri Recensione di Andrea Pistoia. Il lato attivo dell'infinito di Carlos Castaneda (BUR). La naturale conclusione di un percorso narrativo, l'interessante racconto della vita meno spirituale dell'autore dall'adolescenza all'età adulta, con episodi a volte surreali, morbosi e fuori contesto.

Rispetto a tutti i precedenti romanzi di Carlos Castaneda, Il lato attivo dell’infinito presenta delle peculiarità uniche nel suo genere che possono conquistare o lasciare perplesso il lettore. Ma quale effetto ha avuto su di me? Come sempre, procediamo con ordine e dall’inizio.

In primo luogo, ne Il lato attivo dell’infinito appare per lo più l’autore e non Don Juan, il suo sciamano mentore.

Infatti, il romanzo è interamente incentrato su episodi salienti del passato di Castaneda, rievocati per far comprendere quanto abbiano influenzato la sua vita non solo come essere umano, ma anche come apprendista sciamano. Lo stesso Don Juan li analizza saltuariamente per dimostrare al suo pupillo come ogni avvenimento possa essere letto attraverso una chiave spirituale, al di là dell'ordinario.

Così, l'autore si tuffa nei ricordi, i quali coprono il periodo che va dall’infanzia alla maturità, riscoprendo situazioni mai narrate nei libri precedenti, se non appena accennate.

Ad esempio, vengono menzionati l'ammissione all'università e l'abbandono subito dopo (senza rivelarne il contesto per evitare spoiler). Vengono inoltre ripescate alcune situazioni apparentemente non correlate alla sua crescita interiore, quali per esempio la vicissitudine dello psicologo con la sua segretaria o l'amico alle prese con continui guasti alla propria automobile.
Ciò che potrebbe affascinare di più il lettore affezionato a Castaneda è la rivelazione di episodi legati a Don Juan, soprattutto il suo arrivo da lui e il loro primo vero incontro.

Per interpretare certi episodi, l'autore richiama molti concetti già trattati nei libri precedenti, anche solo per accennarli o sintetizzarli.

Si torna quindi a parlare del “vedere” di uno sciamano, delle differenze tra un vero Nagual (ovvero Don Juan) e un semplice sciamano, del silenzio interiore, del punto di rottura, del punto di unione, dell’accettazione della morte per uno sciamano, del fermare il tempo, del Sognare e degli inorganici.
Al contempo, vengono forniti nuovi spunti di riflessione come ciò che accade dopo la morte e tutto ciò che ruota intorno ai “predatori” (entità energetiche tutt’altro che benevole verso gli umani).
Come in ogni suo libro, non mancano momenti in cui Carlos Castaneda rischia di morire non solo durante la sua pratica di sciamano ma persino da adolescente e adulto.
Tutto ciò ci conduce al gran finale, tipico dei libri di Castaneda, che rappresenta anche la naturale conclusione di questa collana.
Ed eccoci giunti alla mia personale opinione.

Il lato attivo dell’Infinito, ha i suoi punti di forza e le sue debolezze.

Da una parte, è decisamente più comprensibile dei precedenti in quanto incentrato sul passato da “comune mortale” di Castaneda, seppur gli episodi non siano affatto leggeri o spensierati. Al contrario, alcuni di essi sono morbosi, raccapriccianti, disgustosi, grotteschi, drammatici e quasi surreali.
D'altro canto, ci sono anche episodi commoventi e sofferti, profondi e coinvolgenti, al punto che sorprendono il lettore per le molte e insolite esperienze vissute da un ragazzo (e poi uomo). Tutto ciò suscita curiosità e mantiene vivo l’interesse.
Personalmente, però, alcuni episodi mi hanno lasciato perplesso per la loro incoerenza e mancanza di logica, come ad esempio l'esperienza di Castaneda con il "malavitoso".

È senza dubbio piacevole e interessante scoprire Castaneda da una prospettiva più umana e terra-terra rispetto a quella a noi più familiare dei libri precedenti, incentrati sul suo apprendistato sciamanico. 

Al tempo stesso, le nozioni sciamaniche restano l’aspetto più interessante del romanzo; ho trovato altresì affascinante il concetto di “infinito”, “cosa succeda dopo la morte” e, perché no, anche i predatori e la loro “fame”.
Mi ha colpito anche il fatto che abbia riassunto in questo romanzo i concetti chiave che già conosciamo Peccato che vengano spiegati in modo talmente rapido e superficiale da risultare incomprensibili (a meno che uno non abbia già letto in precedenza il libro in cui l'autore ne parla in modo approfondito).
D’altra parte, gli episodi vissuti da Castaneda colmano con nuovi tasselli il quadro che ci siamo fatti, arricchendolo di particolari che colpiscono e inteneriscono.

Di contro, alcuni episodi li ho trovati un po’ troppo surreali, morbosi e fuori contesto.

Certo, a ben guardare ciascuno di essi aveva una sua ragione d’essere e nella crescita interiore dell’autore, eppure alcuni mi hanno fatto, per varie ragioni, storcere il naso.
In definitiva, Il lato attivo dell’infinito di Carlos Castaneda non può essere letto come libro a sé stante, ma rappresenta la naturale conclusione di un percorso narrativo che abbraccia l’intera collana dell’autore (che consta, compreso questo, di dieci libri). Ecco perché, per chi ha letto tutti gli altri, immergersi in quest’ultimo non può che essere piacevole quanto “ritornare in un luogo familiare”. Un libro quindi che non può mancare nella libreria di ogni “fan di Castaneda” e che arricchisce il lettore di nuovi concetti affascinanti e misteriosi. Ma al tempo stesso gli fa scoprire un aspetto inconsueto dell'autore, ovvero quello fuori dalla sua vita di sciamano e immerso nella quotidianità del suo passato di ragazzo e di uomo, come potrebbe essere quello di ognuno di noi.


Il lato attivo dell'infinito

Autobiografico
di Carlos Castaneda
BUR
Non-fiction | Saggio narrativo
ISBN 978-8817258890
Cartaceo 10,00€
Ebook 7,99€

Quarta  

Il lato attivo dell'infinito è la regione a cui accedono gli sciamani dopo la morte. Per prepararsi all'ultimo viaggio nell'ignoto, gli sciamani ripensano e rivivono gli atti e i momenti fondamentali della loro vita: il metodo più efficace per raccogliere la somma totale delle loro emozioni e conoscenze, della propria energia vitale. Per questo don Juan Matus, lo sciamano Yaqui che ha scelto Castaneda, lo esorta a mettere insieme l'"album" delle proprie esperienze. Questo libro è appunto l'album di un guerriero dello spirito.

Libri di Carlos Castaneda




Andrea Pistoia


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