Maya Vidal, l'adolescente protagonista del romanzo, caduta nel circuito dell'alcol e della droga, riesce a riemergere dai bassifondi di Las Vegas e, in fuga da spacciatori e agenti dell'Fbi, approda nell'incontaminato arcipelago di Chiloé.
In queste isole remote nel Sud del Cile, nell'atmosfera di una vita semplice fatta di magnifici tramonti, solidi valori e rispetto reciproco, Maya impara a conoscersi e a conoscere la sua terra d'origine, scopre verità nascoste e, infine, l'amore.
A queste pagine si alterna il crudo racconto della sua difficile storia precedente, una vita fatta di marginalità e degrado, solitudine e cattive compagnie, nella quale precipita dopo la morte dell'amatissimo nonno.
Isabel Allende torna a raccontare la vita di una donna coraggiosa in un romanzo che affronta con delicatezza le relazioni umane: le amicizie incondizionate, le storie d'amore palpabili come quelle più invisibili, gli amori adolescenziali e quelli lunghi una vita. Un ritmo incalzante, una prosa disincantata per questa nuova prova narrativa che si tinge di noir e per l'ennesima galleria di donne volitive e uomini capaci di amare.
In queste isole remote nel Sud del Cile, nell'atmosfera di una vita semplice fatta di magnifici tramonti, solidi valori e rispetto reciproco, Maya impara a conoscersi e a conoscere la sua terra d'origine, scopre verità nascoste e, infine, l'amore.
A queste pagine si alterna il crudo racconto della sua difficile storia precedente, una vita fatta di marginalità e degrado, solitudine e cattive compagnie, nella quale precipita dopo la morte dell'amatissimo nonno.
Isabel Allende torna a raccontare la vita di una donna coraggiosa in un romanzo che affronta con delicatezza le relazioni umane: le amicizie incondizionate, le storie d'amore palpabili come quelle più invisibili, gli amori adolescenziali e quelli lunghi una vita. Un ritmo incalzante, una prosa disincantata per questa nuova prova narrativa che si tinge di noir e per l'ennesima galleria di donne volitive e uomini capaci di amare.
Nella pagine di questo romanzo l’autrice esplora la fragilità della natura umana, in particolar modo quella delle adolescenti non ancora pronte a misurarsi con la realtà adulta, talvolta cruenta e spietata. Una storia di dolore e riscatto.
Ragazze dal carattere forte, ragazze deboli e indifese. Giovani donne sostentamento della propria famiglia, giovani donne incapaci di razionalizzare il dolore di una perdita. L’abbandono vissuto nel suo diniego; l’auto inflizione quale unica arma di sopravvivenza.
Un turbine drammatico di droga e violenza si fa strada con estrema facilità, insinuandosi nelle vite già provate di coloro che non conoscono il significato della parola amore e che non sono in grado di riconoscerlo. La vendita del proprio corpo, gli abusi da parte di chi non ha rispetto e considerazione dell’essere umano, fino ad arrivare al baratro: la degradazione, la perdita di dignità.
Soltanto grazie a una forza che la protagonista non sa di possedere riuscirà a riemergere da quel circo degli orrori che è stata la sua vita per molto tempo. Perché il male di vivere può essere curato attraverso la bellezza, dell’animo delle persone e della natura.
Per questo il suo viaggio terminerà in un’isola sperduta nella sua terra d’origine, il Cile. Con i suoi paesaggi aspri e la natura inospitale e selvaggia, abitata da persone semplici, dallo sguardo gentile ma fiero. In una quotidianità all’apparenza spoglia e noiosa dove invece esiste ancora il rapporto umano e il tempo trascorre a misura d’uomo. Un cammino parallelo tra il pozzo senza fondo nel quale è sprofondata e la forza d’animo che poco per volta riaffiora da qual buco nero.
“Ho la sensazione di essere caduta in un mondo buio. Mentre ero sotto terra, come un seme o un tubero, un’altra Maya Vidal spingeva per emergere; mi sono poi spuntati sottili filamenti in cerca di umidità, poi le radici come dita a caccia di cibo e alla fine un germoglio tenace e forte in cerca di luce.
In questo momento probabilmente sto fiorendo ed è per questo che posso riconoscere l’amore. Qui, nel sud del mondo, la pioggia fa diventare tutto fertile.”
L’autrice in questo romanzo esplora il mondo della delinquenza con una crudezza a tratti spaventosa, tingendo la trama di noir. Maya, giovane donna coraggiosa in perenne lotta con se stessa e una famiglia alla quale è legata da un rapporto tormentato e scostante. Maya, in balia di orrori peggiori della morte e di una via senza ritorno.
“Il mio Popo diceva che l’amore ci fa diventare buoni. Non importa chi amiamo e nemmeno essere corrisposti o che la relazione sia stabile. È sufficiente l’esperienza di amare: è questa che ci trasforma.”
Toccare il fondo per riemergere. Questo il filo conduttore di diversi dei libri più coinvolgenti della Allende, che fa di ogni sua protagonista femminile un’eroina.
Maya piange, chiede perdono ed infine accetta la verità assoluta che nessuno può salvarci da noi stessi, che siamo gli unici soli responsabili delle nostre vite e delle nostre scelte. Nonostante tutto però, ciascuno di noi ha diritto a una seconda possibilità.
Ragazze dal carattere forte, ragazze deboli e indifese. Giovani donne sostentamento della propria famiglia, giovani donne incapaci di razionalizzare il dolore di una perdita. L’abbandono vissuto nel suo diniego; l’auto inflizione quale unica arma di sopravvivenza.
Un turbine drammatico di droga e violenza si fa strada con estrema facilità, insinuandosi nelle vite già provate di coloro che non conoscono il significato della parola amore e che non sono in grado di riconoscerlo. La vendita del proprio corpo, gli abusi da parte di chi non ha rispetto e considerazione dell’essere umano, fino ad arrivare al baratro: la degradazione, la perdita di dignità.
Soltanto grazie a una forza che la protagonista non sa di possedere riuscirà a riemergere da quel circo degli orrori che è stata la sua vita per molto tempo. Perché il male di vivere può essere curato attraverso la bellezza, dell’animo delle persone e della natura.
Per questo il suo viaggio terminerà in un’isola sperduta nella sua terra d’origine, il Cile. Con i suoi paesaggi aspri e la natura inospitale e selvaggia, abitata da persone semplici, dallo sguardo gentile ma fiero. In una quotidianità all’apparenza spoglia e noiosa dove invece esiste ancora il rapporto umano e il tempo trascorre a misura d’uomo. Un cammino parallelo tra il pozzo senza fondo nel quale è sprofondata e la forza d’animo che poco per volta riaffiora da qual buco nero.
“Ho la sensazione di essere caduta in un mondo buio. Mentre ero sotto terra, come un seme o un tubero, un’altra Maya Vidal spingeva per emergere; mi sono poi spuntati sottili filamenti in cerca di umidità, poi le radici come dita a caccia di cibo e alla fine un germoglio tenace e forte in cerca di luce.
In questo momento probabilmente sto fiorendo ed è per questo che posso riconoscere l’amore. Qui, nel sud del mondo, la pioggia fa diventare tutto fertile.”
L’autrice in questo romanzo esplora il mondo della delinquenza con una crudezza a tratti spaventosa, tingendo la trama di noir. Maya, giovane donna coraggiosa in perenne lotta con se stessa e una famiglia alla quale è legata da un rapporto tormentato e scostante. Maya, in balia di orrori peggiori della morte e di una via senza ritorno.
“Il mio Popo diceva che l’amore ci fa diventare buoni. Non importa chi amiamo e nemmeno essere corrisposti o che la relazione sia stabile. È sufficiente l’esperienza di amare: è questa che ci trasforma.”
Toccare il fondo per riemergere. Questo il filo conduttore di diversi dei libri più coinvolgenti della Allende, che fa di ogni sua protagonista femminile un’eroina.
Maya piange, chiede perdono ed infine accetta la verità assoluta che nessuno può salvarci da noi stessi, che siamo gli unici soli responsabili delle nostre vite e delle nostre scelte. Nonostante tutto però, ciascuno di noi ha diritto a una seconda possibilità.
Francesca Gnemmi |
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