Gli scrittori della porta accanto

Pag. 69 | #33 "Lupi nella nebbia - Zanne" di Franco Mieli

LUPI NELLA NEBBIA - ZANNE >> more info
di Franco Mieli
Montecovello | 230 pagine

Si rimise in piedi e si tirò su i pantaloni, tentando di allacciarsi la cintura. Poi si paralizzò. Una figura alta, un po’ incurvata, con indosso una felpa grigia e un cappuccio che gli celava il volto, stava venendo verso di lui. A passo veloce, senza correre. Si passava da una mano all’altra un’enorme mazza da baseball.
«Chi sei? Che vuoi da me? Non ho soldi! Aiuto!» Urlò.
Il colpo di mazza arrivò alle reni e lo fece afflosciare come un manichino. Due mani ruvide e nodose gli presero entrambe le braccia e gliele legarono dietro la schiena. Riprese fiato e stava per urlare di nuovo quando il tizio lo imbavagliò e gli mise un cappuccio in testa. Sentì le mani che si affaccendavano intorno alle sue gambe e il morso della corda legata stretta alle caviglie. Poi sentì che il tizio lo sollevava da terra e lo trasportava da qualche parte. Dopo una ventina di metri udì il rumore di un portabagagli che si apriva. Vi fu brutalmente gettato dentro. Una raffica di pugni in testa gli fece perdere immediatamente i sensi.
Cazzo. Quell’imbecille gli era quasi scappato. Aveva sbagliato cercando di accoppare prima la ragazza pensando che questa opponesse più resistenza. Invece aveva solo urlato un pochino prima di farsi ammazzare. Un altro danno collaterale: cominciavano a essere numerosi.
Con le mani strette intorno al volante guidava rilassato nella notte. La strada in quel primo tratto era priva di curve, buia. Aveva davanti quasi due ore e mezzo di viaggio e molto tempo per pensare. Ricordò gli ultimi dieci anni della sua vita, l’inferno in cui aveva camminato nei primi due a causa dei problemi del suo ragazzo, che fino a poco prima era stato il suo orgoglio. La sua scomparsa. Le ricerche, dapprima speranzose: poteva trattarsi di una ragazzata, sarebbe tornato presto. Poi disperate, man mano che il tempo passava e lui non ricompariva. La Polizia e i Carabinieri avevano rallentato l’intensità delle ricerche. Col tempo il suo caso era diventato quello di uno dei tanti adolescenti scomparsi da casa per motivi sconosciuti. Una statistica, un numero. Lui e sua moglie avevano continuato da soli la ricerca, erano andati perfino in Sudamerica, dove sembravano esserci delle tracce. Niente. Sua moglie non aveva retto: si era buttata dalla terrazza del palazzo dove abitavano. Rimasto solo, ridotto alla disperazione, aveva continuato le indagini. Nulla di nulla. Poi la disperazione si era trasformata lentamente in odio contro coloro che riteneva i responsabili di quella tragedia. E da lì era cominciato il lungo percorso di morte che lo aveva portato a guidare nel cuore della notte su quella strada buia.
Il lampeggiante blu sul ciglio della strada poco più avanti lo riscosse da quei tetri pensieri, e un uomo in divisa con la paletta gli fece cenno d’accostare.
«Patente e libretto, per cortesia.» Gli disse.
La sua mano, cercando i documenti nel borsello che si trovava sul sedile del passeggero, incontrò il manico freddo e rassicurante della Tokarev di fabbricazione russa. Lo strinse e per un attimo gli balenò l’idea di tirare fuori l’arma e usarla immediatamente.
«Tenga, brigadiere.» Disse porgendo i documenti al carabiniere armato di pistola mitragliatrice Beretta.

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1 commenti
  1. Un "noir" avvincente che tiene il lettore con il fiato sospeso fino alla fine del racconto. Una scrittura fluida, ambientazione a tratti feroce, personaggi e vicende che si intrecciano in un continuo susseguirsi di colpi di scena, prima di arrivare al soprendente epilogo. Un libro letto con piacere e che consiglio. vivamente.

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