Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Nato di domenica, di Maurizio Spano

Recensione: Nato di domenica, di Maurizio Spano

Libri Recensione di Stefania Bergo. Nato di domenica di Maurizio Spano (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto). Una corsa lunga una vita. 

Dario ha quattordici anni e gioca a calcio nella squadra del suo paese, Adria, nel cuore del Polesine, a pochi chilometri dal mare. Siamo negli anni settanta e allora, come adesso del resto, il calcio pareva l'unico sport possibile per un ragazzino. Ma Dario lo pratica senza molta convinzione. Fino al giorno in cui qualcuno gli suggerisce di indossare un paio di scarpe comode e correre. Pronti? Via! Per una corsa lunga una vita.

Inizia così la storia di Dario, un corridore, un sognatore, un cuore malinconico. 

Una tristezza di fondo che forse ha ereditato dalla madre, rimasta sola a crescere un figlio dopo il forfait dell'uomo che l'ha messa incinta.
Nella sua vita, entrano due amori, uno adolescenziale, con la coetanea Linda, l'altro più maturo, con Gianna, più grande di lui di qualche anno. Una ragazzina e una donna, estremamente diverse, non solo per età anagrafica. Ma entrambe profondamente importanti per la crescita di Dario, come uomo e come corridore.
Linda è il primo palpito, il cuore che vibra all'unisono con le carezze innocenti sempre più intime, il fremito alla bocca dello stomaco che diviene desiderio. Un amore che non arriva mai a essere consumato davvero, ma a consumare Linda sì, non abbastanza matura per il sesso, ma già per il tormento. Mentre in Dario, concentrato sul suo sogno, cresce la consapevolezza di essere un corridore, di avere del talento, di poter andare alle olimpiadi. E forse, tra i cerchi olimpici, perde Linda.

Conosce poi Gianna, atleta come lui, donna. 

Appartiene allo stesso mondo, ma lo vive con diverse regole, senza privarsi dei piaceri della vita, come il buon cibo, le serate con gli amici, il sesso. Con lei Dario cresce ancora, diventa un giovane uomo ad un passo dalle olimpiadi. Si innamora come un adulto, non più come un ragazzino.
Tutto gira intorno allo sport, in questa prima parte di  Nato di domenica di Maurizio Spano: gli amici conosciuti prima come avversari durante le gare, i discorsi diretti che riportano tempi di percorrenza, limiti da superare, strategie di corsa. Perché per correre non basta indossare un paio di scarpe adatte.

Correre nasce dal cuore, dalla testa, inizia da lì, è una filosofia di vita. Le gambe sono solo un'estensione che permette al corpo di macinare chilometri, di rincorrere i sogni.

Ma poi, qualcosa si incrina. Dario si perde. Il sogno appare sfumato, come quando si guarda il mondo con gli occhi velati di lacrime. Persino correre non ha più senso. Ma al destino non si può fuggire, non si ha abbastanza fiato nei polmoni per eludere il suo pedinamento. Come l'ombra che rimane attaccata alle scarpe. E Dario si ritrova a gareggiare contro "il corridore", in una maratona che lascia senza fiato anche il lettore, commovente, intensa, intrisa di simbolismi e significato, la parte del libro che preferisco, una corsa contro i fantasmi del passato, contro l'immagine riflessa di ciò che avrebbe potuto essere.
Non avere più dubbi, fa ciò per cui sei nato, non pensare a ciò che non puoi più essere. Pensa solo a correre, campione. A quello che vivi. A chi ti sta aspettando. Sei il più forte, lo sei sempre stato. Tu sei "il corridore".
Maurizio Spano, Nato di domenica

È allora che Dario si rende conto che lui non corre per allenarsi per le olimpiadi, lui corre per allenarsi a vivere. Lui corre per vivere. 

Del resto, è nato di domenica, il giorno prima della creazione del mondo, quando tutto è ancora in potenza, nulla in atto, e possiamo decidere di essere ciò che vogliamo. Ciò che sentiamo nelle gambe e, soprattutto, nel cuore.
Nato di domenica è il secondo libro di Maurizio Spano che leggo, dopo Francesca, e ho avuto il piacere di constatare una crescita stilistica e una maggiore capacità di creare empatia con il lettore di questo bravo autore polesano, che ama ambientare i romanzi nella sua terra. Malgrado una manciata di refusi, la lettura è scorrevole, piacevole, emozionale. Si avvertono i pensieri di Dario, anche se a volte si fatica a condividerli e si vorrebbe entrare nelle pagine per svegliarlo dal torpore, scacciare la malinconia, gridargli «non fermarti, continua a correre!»


Nato di domenica

di Maurizio Spano
PubMe - Gli scrittori della porta accanto
Narrativa
ISBN 979-1254580424
Cartaceo 18,00€
Ebook 2,99€

Sinossi

Anni ’70. Comincia tutto in un pomeriggio di nuvole e polvere: Dario indossa le scarpe nuove e inizia a correre. Una sfida lungo uno stradone di campagna, le braccia alzate al cielo, l’ebbrezza d'essere un grande atleta e conquistare un mondo che ancora non conosce. E il sogno di diventare un vero corridore, forse un campione, gli appare realizzabile.
Linda è il primo palpito, un amore che non arriva mai a essere consumato ma a consumare lei, non abbastanza matura per il sesso, ma già per il tormento. Mentre in Dario cresce la consapevolezza di essere un corridore, di poter andare alle olimpiadi.
Correre diventa una filosofia di vita e inseguendo il suo sogno, sulla terra battuta della pista conosce Gianna, atleta come lui. Tutto gira intorno allo sport, anche l’amore. Si parla di tempi di percorrenza, limiti da superare, strategie di corsa. Perché per correre non basta indossare un paio di scarpe adatte. Correre nasce dal cuore, dalla testa, inizia da lì, è una filosofia di vita. Le gambe sono solo un'estensione che permette al corpo di macinare chilometri, di rincorrere i sogni.
Poi, qualcosa si incrina. Dario si perde. Correre non ha più senso. Ma il destino è come l'ombra che rimane attaccata alle scarpe. E Dario si ritrova a gareggiare contro "il corridore", in una maratona commovente, intensa, intrisa di simbolismi e significato, una corsa contro i fantasmi del passato, contro l'immagine riflessa di ciò che avrebbe potuto essere.
È allora che Dario si rende conto che lui non corre per le olimpiadi, lui corre per vivere. Del resto, è nato di domenica, il giorno prima della creazione del mondo, quando tutto è ancora in potenza, nulla in atto, e possiamo decidere di essere ciò che vogliamo.


Stefania Bergo


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