Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "Emozioni in polvere" di Liliana Sghettini


Emozioni in polvere di Liliana Sghettini, Echos Edizioni, 2016. Una poesia che muove. Che vibra. Che si offre a mani aperte.

Con grazia si posa la mano di Liliana Sghettini sulla carta.
E ad essa consegna, fiduciosa, scampoli immacolati del proprio canto. 
Danza, nel fruscio del vento e nel passo bianco e lieve della farfalla, il fiore tenace dei giorni.
Scivola, il volo del tempo, a inseguire un passato acceso di memorie. Un ieri che è già oltre. Nascosto dietro il muro ruvido dell’assenza.
Ma il lamento greve della nostalgia si scioglie, paziente, nella corolla perfetta della nuova luce. La terra disseccata dal dolore, unghiata dalla perdita, accoglie ebbra il guizzo del germoglio. 
E lo sguardo cerca, e si cerca, altrove.
In un sentiero da scoprire:
Tu non ci sei e a gioire provo
su di un cammino tutto nuovo.
Tu non ci sei ma ti porto dentro
come un dono
che germoglia in ogni momento!
(Se tu ci fossi)
La parola di chi non è più si fa silente. Ma l’abbraccio del suo sguardo è mano forte che non lascia la presa. Rifugio sacro, che sa colmare mancanze e carezzare tormenti. 
Guarisce, l’anima, in quel calore di cuore.
E si accuccia, bambina, nel grembo complice di chi è, ancora.
Scoglio che non teme tempesta.
Voce di luce che rischiara i sorrisi.
Profumo di fiore che non teme la pena.
Col capo posato sulle ginocchia di quell’amore, l’io poetico veleggia coraggioso.
Il mare d’ombra e arido gelo fa tremare le vene, ma non può annebbiare il suo cielo.
Madre sei dimora accogliente dei giorni felici
e prossimo rifugio di quelli tristi.
(Madre)

Il verso limpido e generoso di Liliana Sghettini ferma, racchiude e racconta scaglie e schegge dell’esistere. 

Frammenti necessari del sé e del mondo.
Polvere di ciò che è stato.
Di ciò che è.
Di ciò che sarà.
Di ciò che vorrebbe essere.
Lo spegnersi, in cui zampilla una scintilla.
La piaga, in cui sussurra il palpito di una breve gioia.
Il labirinto del dolore, dove abbaglia la passione del vivere.
La parola poetica dà voce a questa bellezza ferita.
Allo spasmo rovente e sbriciolato di un’umanità che si consegna, incauta e stolta, alla trappola fragile e oscura dell’ipocrisia, dell’indifferenza, della crudele mediocrità, dell’arroganza tronfia.
All’agonia spinosa di un io guastato dal fiato crudele dell’umiliazione.
Dalle rughe oblique della paura.
Dal sussulto acerbo della solitudine.
Dal tremito gelato della morte.
Dal fiotto amaro del tradimento.
Vile attacco alla tua intelligenza che
confusa si dibatte,
animale ferito da insensata cattiveria.
Ti trafigge il cuore,
si insinua nelle tue fragilità
depositando larve di temibili parassiti.
(Umiliazione)

L’esperienza del singolo, nella poesia di Liliana Sghettini, si incontra e si intreccia con quella collettiva.

Il lirismo trasparente dell’io che disvela il proprio universo intimo avvolge, assorbe e abbraccia la parola incandescente e ardita che “denuncia” – ma senza retorica o paternalismo, anzi con voce limpida di dignità – le agonie e le storture di una realtà che si autoconsegna al peccato spigoloso dell’ingiustizia, al vergognoso oblio dell’etica umana.
False verità sventolano
sulle alte vette dell’arroganza e dell’ipocrisia.
Ciechi uomini rincorrono facili traguardi
tronfi delle loro miserie.
Inutili ragioni mistificano mediocri crudeltà,
che ignobili rimbalzano sui loro attori.
Coscienti vittime urlano giustizia, ci sarà!!
(False verità)
La parola si muove, autentica e sincera, fra le spoglie del dolore, per dare un nome agli abissi.
Ma dal nero dello sprofondamento l’io poetico risale con mani ricolme di bianco.
Il precipitare cova la brama di risalita.
L’ombra fragile si spezza, ma l’abbraccio del giorno la ricompone, nel silenzio splendente dell’aurora.
Sullo stelo spinoso della rosa si denudano i turgidi petali odorosi.
Cade la foglia, accartocciata dal respiro dell’autunno. Ma è solo tregua di stagione. In attesa che terra e rami possano rischiumare linfa nell’immenso gioco della lucente primavera.
La geometria dell’esistere sfoglia pagine di chiaro e scuro.
La veglia invisibile delle ore e degli anni scivola sull’onda infinita del nascere e del morire. Del morire e del nascere.
L’anima non si spaura. E raccoglie, grata e sommessa, la saggezza del dono della Vita:
La vita è un segreto prezioso
(La vita è)

La poesia di Liliana Sghettini non cerca facili scappatoie né insegue rimedi consolatori che possano alleviare e lenire il male.

La sua parola si getta, anzi, dentro quel fondo oscuro, lo stana, lo guarda negli occhi, lo fronteggia.
L’anima si dilata e accetta tutto quel nero.
Perché, forse solo così, potrà sconfiggerlo.
E da lì, un giorno, rinascere.
Luce esplodi agguerrita
e con te porta nuova vita
(Luce)
L’io poetico chiama a raccolta le proprie emozioni.
Granelli di fuoco e buio.
Briciole stupite che si liberano nell’aria pulita di un cielo che conosce le ferite del buio.
Pioggia tersa che si stacca dalle nuvole e si aggrappa alla carta, ostinata.
Tempo trapunto di affetti, radici, memorie.
Lago interiore che affonda, lieto, nel sonno delle foglie e dei fiori, nell’abbraccio del cielo e delle stelle, nel bacio di cristallo di un fiocco di neve.
Natura Madre.
Ventre verde, ove l’anima respira sogni e racconta speranze.
Polvere di cuore.
Che incespica nell’oscuro mare.
E ricama, lento, i pezzi e i graffi della propria pelle.
Per tornare a librarsi nel silenzio dell’azzurro.
Raccogliere pezzi di te,
e riuscire a creare
la forma che non hai,
schiacciata da immenso dolore.
Ti opprime la mente e il cuore
ma ancora vuoi provare a gioire.
Raccogliere pezzi di te,
quando guardi i frantumi
che mai più saranno
un intero che funzioni.
(Pezzi di te)

Un mondo – interiore ed esteriore – che la poetessa interpella con aggraziata naturalezza, con moto di confidenziale e fiduciosa apertura.

Da cui l’uso frequente del tu, che identifica molteplici destinatari: l’io poetico che guarda a se stesso, figure su cui si appuntano ricordi e amore, la propria anima accogliente, le voci e gli incanti della Natura, la fuga del tempo, briciole di sensazioni (come l’allegria e la leggerezza), il cuore sopito ma avido di gioia, la vita e la morte.
Apertura senza barriere.
Senza finzioni.
Nell’impaziente e urgente bisogno di capire.
Di capirsi.
Di vivere.
Di viversi.
Di nuovo.
Di vestirsi di lampi, scintille e corolle di velluto.
Anima mia quanto lieve è la tua essenza,
leggera voli tra petali colorati
che profumano la mia vita
(Anima mia)
La curva del verso volteggia leggera e intrepida tra rime e assonanze, anafore e refrains che dischiudono suggestioni nitide, forti, precise ed efficaci, nella loro ora luminosa ora chiaroscurale realtà.
La poesia di Liliana Sghettini è attenta e sorvegliata, ma evita compiacimenti sonori e formali.
Una poesia che, anche grazie alla scelta di parole semplici, dirette, quotidiane si vuole immediata e colma di slancio comunicativo.
Una poesia che muove. Che vibra. Che si offre a mani aperte.
Una poesia che, affidandosi alla lucentezza traboccante della parola di Emma Fenu e al bagliore aggraziato delle immagini di Vittoria Bartolucci, strappa all’abbraccio del mattino l’abbaglio silente e potente che sa disperdere la tenebra.

Emozioni in polvere

La vita, le sfaccettature, l'ordine e il disordine, la luce e il buio, il ricordo e l'oblio espressi in versi, attraverso un concepimento lento e attrattivo. 
Emozioni, appunto, da assaporare con leggerezza, accompagnati per mano dall'autrice attraverso un mondo, il suo, di infinite possibilità.

Liliana Sghettini, dottore commercialista e appassionata lettrice si interessa di psicologia, didattica e pedagogia. Scrive racconti brevi, poesie, scritti epistolari e recensioni per alcuni blog di cultura e attualità. Ottiene, a seguito della partecipazione a concorsi letterari, alcuni premi e pubblicazioni. Le più recenti: 2015 - Vincitrice del concorso Racconti nella rete; 2015 - Vincitrice del Premio epistolare Vittoria Aganoor Pompilij; 2015 - Finalista al Concorso dell'Accademia Belli di Roma per la sezione poesie. 

Ama scrivere favole in compagnia di sua figlia, compagna instancabile di lettura, con la quale condivide anche attività sportive durante il tempo libero.

di Liliana Sghettini | Echos Edizioni | Poesia
ISBN 978-8898824687 | cartaceo 8,00€ Acquista


Ilaria Biondi
Laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna. Durante il Dottorato di Ricerca in Letterature Comparate vive per lunghi periodi in Francia. Si occupa di traduzione letteraria e critica della traduzione, di letteratura francese e belga (in lingua francese) e letteratura tedesca dell’Ottocento. È appassionata di letteratura fantastica , science-fiction, letteratura al femminile, di viaggio, per l’infanzia e poesia.
Raymond Radiguet. Giovinezza perduta, eterna giovinezza, Delta Editrice.


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