Gli scrittori della porta accanto

Luca Favaro presenta: Il tempo senza ore

Luca-Favaro-intervista

In anteprima Il tempo senza ore,  di Luca Favaro, Nulla Die, 2015. Una storia struggente che parla di Alzheimer presenile: la dura quotidianità di chi assiste un malato la cui mente è immersa in un'altra dimensione.


IL-TEMPO-SENZA-ORE
IL TEMPO SENZA ORE
Luca Favaro
Nulla Die
Narrativa
ISBN 978-88-6915-024-1
cartaceo 17,00€ | Acquista 



Marco Galeotto, alla soglia dei cinquant'anni, è un apprezzato maestro di musica e brillante direttore di coro. La sua carriera è all'apice, fino al giorno in cui strane e indecifrabili amnesie cominciano a turbare la sua quotidianità. Una storia struggente, sulla malattia, sul caos che determina non solo in chi ne è affetto, ma altresì in coloro che devono sobbarcarsi l'onere dell'assistenza, spesso abbandonati a se stessi, tanto dai parenti quanto dalle istituzioni. Una storia d'amore inteso non soltanto come passione, ma soprattutto come sacrificio e devozione, valori oggi grandemente dimenticati. Un romanzo che s'incide sottopelle, ricordandoci quant'è labile la linea che divide sanità e malattia, invitandoci dunque a godere appieno del tempo che ci è concesso.

L'autore racconta


Luca-Favaro
Ciao Luca, ti diamo un caloroso benvenuto in questo spazio virtuale. Prima di parlare del tuo libro, presentati ai lettori che ancora non ti conoscono. Chi è Luca Favaro?
Ciao! Grazie per l'accoglienza. Sono un ultra quarantenne ormai, sposato e con due figli. Lavoro come infermiere più o meno da ventisei anni. Sono un grande appassionato di musica di tutti i generi: dal Gospel al Rock, dal Jazz alla New Wave, dalla Liturgica all'Heavy Metal, dalla Sinfonica al Pop, dall'Etnica alla Lirica. Suono la chitarra e il pianoforte da autodidatta, canto in un coro Gospel nonché nel coro parrocchiale. Sono attivo nel volontariato, sia in parrocchia, sia in altri ambiti come la disabilità e altro. Adoro la mia famiglia, adoro passare del tempo con gli amici, adoro la montagna, adoro la California. Mi appassiona molto studiare inglese e mi piace molto dipingere, anche se lì ho qualche problema perché sono daltonico. Ho una vita piuttosto frenetica e ricca insomma, ma devo dire che mi piace. Oltre a tutto questo, scrivo.

Una storia realistica quella di “Il tempo senza ore”. Una storia in cui uno stimato maestro di musica inizia ad avere delle amnesie e da quel momento la sua quotidianità è compromessa. Raccontaci brevemente la trama.
Il protagonista è Marco Galeotto, un cinquantenne insegnante di musica e rinomato direttore di coro. Nel momento in cui la sua carriera è in netta ascesa, viene colto da amnesie ingravescenti che lo portano alla diagnosi infausta: Alzheimer presenile. L'altra protagonista è Margot, una ragazza di venticinque anni di origini francesi che vive a Roma. Si innamora perdutamente di Marco al punto da decidere di sposarlo nonostante la diagnosi infausta. I due all'inizio vivono un periodo felice e sereno, finché improvvisamente le condizioni di Marco cominciano a peggiorare fino a precipitare, e per la coppia si spalancano le porte dell'inferno.

Parli di malattia mentale. Ci confidi come ti è venuta l’idea? Qual è stata l’alchimia o turbamento interiore che ha innescato la trama?
Purtroppo nel corso della mia carriera infermieristica sono venuto spesso a contatto con gli ammalati di Alzheimer e le loro famiglie. Ma a parte questo, sono stato segnato dalla malattia di mio padre, morto di Alzheimer presenile più di dieci anni fa. Posso dire che assistere a casa un malato di demenza è assolutamente devastante sotto tutti i punti di vista. Nel romanzo confluiscono vari aneddoti vissuti da me e la mia famiglia in quel periodo, associati alle esperienze che ho raccolto da famiglie che hanno affrontato la stessa nostra situazione. Ogni episodio che racconto nel libro, è successo veramente. Lo scopo del romanzo è proprio quello di evidenziare la durissima quotidianità che si trova ad affrontare chi si sobbarca l'assistenza di una persona colpita dal morbo. Molti parlano di Alzheimer al giorno d'oggi, pochi però riescono a capire cosa significhi convivere per 24 ore al giorno con una persona la cui mente è immersa in un'altra dimensione, se non coloro che vivono o hanno vissuto questa esperienza.

Marco Galeotto è il protagonista principale. Ci sono altri personaggi nella storia a cui sei particolarmente legato?
Indubbiamente Margot, perché anche se lei è una donna, mi ci identifico molto, probabilmente perché, suo malgrado, si trova a essere una figura assistenziale che è poi quello che faccio io da anni nel mio lavoro, e anche al di fuori. Poi c'è Sigi, l'allievo di Marco più talentuoso nonché il suo migliore amico. Altri personaggi molto importanti sono il padre Pompeo e il cane Dock. E poi c'è il coro Voci del Mondo e l'Orchestra Madre. SI tratta di un romanzo molto... direi “musicale”, ecco.

C’è qualche messaggio segreto celato tra le righe, che speri di trasmettere al lettore?
Diciamo che non amo molto i messaggi subliminali, non ci sono messaggi segreti nel romanzo, almeno non nelle mie intenzioni. Mi piace però che emerga l'importanza dell'amore nelle relazioni come punto di forza per affrontare le avversità della vita. Quando ci si sente amati e supportati, certo, la sofferenza non scompare, ma abbiamo sicuramente una marcia in più per andare avanti. Direi anzi la cosa fondamentale quanto può esserlo il carburante per un'automobile.

Quale giudizio hai riscontrato nei lettori da quando questo libro è uscito?
Direi più che positivo. Fino a oggi ho ricevuto tutte opinioni positive, a parte una, ma credo si debba mettere in preventivo il fatto che non possiamo piacere a tutti. Sono le regole del gioco.

La fine del tuo romanzo l’hai decisa tu o l’hanno decisa i tuoi personaggi? I lettori ti hanno dato suggerimenti, dopo aver letto il libro, su un altro possibile finale?
Il finale del romanzo è assolutamente realista, come del resto tutta la storia. Il finale potrebbe essere considerato come scontato, e in effetti lo è. Diciamo che non mi interessava particolarmente il finale quanto piuttosto le emozioni nella storia in sé.
Non avrei potuto scrivere un finale diverso, perché sarebbe stato come rendere artificiosa la parte di un romanzo fino a quel punto realistico. Nessuno mi ha suggerito finali diversi, ma proprio perché non sarebbe stato possibile, a meno di non averlo lasciato in sospeso.

Perché un lettore dovrebbe leggere “Il tempo senza ore”? Anzi, rendiamo più complicata questa domanda: perché un lettore che non ama particolarmente la narrativa dovrebbe leggere il tuo libro?
Beh, bisognerebbe capire qual è il motivo per cui un lettore non ama la narrativa. Dal mio punto di vista il mio romanzo può contare su una trama piuttosto forte, molto emozionante con picchi in cui la tensione è alle stelle, contornato da uno stile narrativo molto semplice, comprensibile e diretto. Il linguaggio si mantiene lievemente ironico per tutto il romanzo, con alcuni punti anche di comicità che rende la lettura nel complesso facile e, credo, piacevole. Almeno questo è quanto mi dicono coloro che l'hanno letto e apprezzato. E' una storia in cui si piange, ma si ride anche.

Concludiamo questa presentazione comunicando ai nostri lettori i link dove si possono trovare informazioni su di te, sui tuoi libri.
Sul mio profilo Facebook, sul mio sito personale Scrivere con il cuore o alla mia pagina sul sito della casa editrice Nulla Die.

Grazie per essere stato con noi, Luca. In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.
Grazie di cuore a voi per l'accoglienza e per il vostro augurio. In bocca al lupo anche a voi per tutte le iniziative future, e lunga vita al vostro blog!

Elena Genero Santoro


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