Gli scrittori della porta accanto

[Inediti d'autore] "Cara mamma del mio ex", di Giulia Mastrantoni

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CARA MAMMA DEL MIO EX


Qualche giorno fa ero in macchina in autostrada e pensavo a quello che non sappiamo delle persone che ci circondano. Mi capita spesso di chiedermi perché la bambina alla fermata dell’autobus litighi con la sua amichetta, che storia ci sia dietro il tatuaggio del ragazzo che prepara i cocktail nel locale dove vado e come si sia conosciuta la coppia che si bacia sulla panchina. Poi mi fermo e mi chiedo: “Chissà quante cose non so della vita della mia migliore amica, di mia mamma e delle persone che vedo ogni giorno”. Perché non sapere nulla della vita degli sconosciuti che osservo è una cosa, ma non sapere episodi importanti della vita di chi conosco e amo è tutta un'altra questione.

E allora mi chiedo, cara mamma del mio ex, se tu ti sia mai fermata a chiederti quante cose non sai di tuo figlio.

Che cosa fa mentre tu non lo guardi e che cosa dice quando tu non lo ascolti? Chi è tuo figlio, quando non è un figlio? Chi è il ragazzo che non indossa i panni del tuo bambino? Mi chiedo che uomo pensi di aver cresciuto e con chi sei convinta di condividere la tua casa, il tuo cibo e le tue giornate. Che cosa sai del neonato biondo a cui hai comprato il primo biberon e che per te era ‘il bambino più bello del mondo’? Ti ha mai raccontato di come tratti chi gli sta intorno e di quanto faccia soffrire chi lo ama? Ti ha mai raccontato di me? Ti ha mai mostrato la parte più brutta e più fragile di lui, quella che diventa prepotente e irragionevole perché non sa relazionarsi agli altri esseri umani?
Sono tante le cose che non sai di lui, come così immagino essere tanti i suoi lati dolci, che io non ho mai conosciuto e che mai vedrò, ma che ai tuoi occhi saranno sempre il tratto più marcato del carattere di tuo figlio. 
Mi chiedo anche se lo abbracci spesso e se sai in quale modo abbracciava me, con quel bisogno tutto suo di sentirsi forte ma coccolato. Mi chiedo se cerca un affetto che non ha avuto da piccolo o se è così egoista perché tu hai fatto in modo di fargli credere che il mondo ruotasse intorno a lui. Mi chiedo se non diresti nulla, ascoltando quello che vorrei dirti, o se faresti tue le mie parole e le useresti per restituire un po’ di umiltà e umanità a tuo figlio. Mi chiedo se potrei mai riuscire a dialogare con te, o se mi sbatteresti la porta in faccia. Mi chiedo se potrei piacerti, se un giorno ci conoscessimo. Mi chiedo che donna sei e ci immagino diverse o simili, a seconda della giornata. 
Non ho mai visto crescere nessuno, perché sono figlia unica e non ho figli. Non so niente di come si cresca qualcuno che abbia bisogno di imparare tutto, da come ci si allacci le scarpe, fino al dire «Buongiorno!» quando si entra in un ufficio.
Non sono una madre, neppure nell’animo, perché sono troppo giovane per desiderare un bambino, però immagino che sentire nella propria pancia un piedino che scalcia debba essere qualcosa di intenso e sconvolgente. Immagino che si inizi ad amare quel bambino che non si è mai visto senza alcun tipo di riserva, che lo si difenderebbe davanti a tutto e a tutti, che la vita cambi completamente.
Che si provi un amore mai provato prima.

Immagino che essere madre sia meraviglioso ma possa anche accecare. 

Perché tu non immagini nessuno dei tanti errori che ha commesso tuo figlio, il tuo bellissimo bambino biondo con gli occhi azzurri, che non conosce l’amore né il rispetto...
Mi chiedo spesso se gli hai insegnato tu a considerare stupide le persone che mettono l’altruismo prima delle proprie esigenze. Mi chiedo se sei stata tu a dirgli che chi ha un cuore è stupido. Mi chiedo perché tuo figlio usi così spesso la parola ‘stupido’, quando parla di persone che non sono lui. Mi chiedo come abbia fatto a diventare così egoista, fragile e spaventato. Mi chiedo se non potresti ancora recuperare il buono che c’è in lui, se ti impegnassi. Hai mai saputo di quanto lui ha perso se stesso, mentre cresceva? 
Mi chiedo tante cose a cui né tu né io sapremo mai rispondere, soprattutto perché non ci conosciamo e perché la possibilità che queste parole arrivino a te è infinitesimale.
Mi piacerebbe potermi rivolgere a tutte le mamme che hanno figli maschi ormai cresciuti: chiedetevi il più spesso possibile chi sia vostro figlio. Non fermatevi al bambino che era, all’uomo ‘normale’ che sembra e a quello che presumete lui stia diventando. Chiedetevi sempre se potrebbe esserci da qualche parte nel mondo una ragazza come me, che vorrebbe dirvi tante cose ma che non può. Chiedetevi se vostro figlio sappia amare o se dovete insegnarglielo di nuovo, fino a che non lo avrà imparato. Fatevi sempre quante più domande possibile e non fate l’errore di lasciare che vostro figlio perda la sua bellezza. Perché io ci credo, che da piccolo, il mio ex fosse ‘il bambino più bello del mondo’. Solo che se lo è dimenticato e mi chiedo se mai se ne ricorderà...

Con affetto,
una ex.


Giulia Mastrantoni
Da quattro anni collaboro all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada, ma, dovunque sia, scrivo.
Misteri di una notte d’estate, ed. Montag.
One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished.
Veronica è mia, Pensi Edizioni.


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